È una donna visibilmente provata quella che in queste ore parla con preoccupazione crescente del marito Louis Dassilva, unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli. Mentre il 35enne senegalese si trova ricoverato all’ospedale Infermi di Rimini dopo giorni di sciopero della fame e della sete, è la moglie, Valeria Bartolucci, a rompere il silenzio e raccontare lo strazio di chi assiste, impotente, alla discesa nel buio di una persona amata.
“Non è più lucido – ha detto –. L’ho visto molto dimagrito e disidratato. Sta perdendo la speranza, non ha più voglia di lottare.”
Secondo quanto racconta, Louis avrebbe iniziato a rifiutare cibo e acqua fin dal venerdì precedente al Primo Maggio, nel tentativo estremo di affermare la propria innocenza. Durante un colloquio avvenuto sabato, la donna lo ha visto rifiutare qualsiasi cosa, già allora visibilmente segnato nel corpo e nello spirito. E ieri, nel nuovo incontro dopo il ricovero, le sue condizioni sono apparse ancora più allarmanti.
“Ho cercato in ogni modo di dissuaderlo – ha aggiunto –. Gli ho detto che per protestare non si può arrivare a farsi del male. Ma lui sente che ogni tentativo di difendersi gli si ritorce contro. È come se si stesse lasciando andare.”
La voce di Valeria è quella di una moglie che non discute la giustizia, ma chiede umanità. Non parla di processi, né entra nel merito delle accuse, ma guarda al presente, al volto stravolto del compagno di una vita che oggi, dal letto di un reparto ospedaliero, appare svuotato e spezzato.
Un malessere che, secondo il suo avvocato Riario Fabbri, ha portato al ricovero precauzionale deciso dal carcere. Ma per Valeria si tratta di qualcosa di più profondo: un uomo che ha perso fiducia, che si sente solo e inascoltato, e che ora rischia la salute in una battaglia che va oltre le aule giudiziarie.
“Mi sento impotente – ha detto –. È difficile vedere qualcuno che ami abbandonarsi così, consumarsi nel silenzio. Non vuole più combattere.”
E mentre Louis resta sotto osservazione medica, la sua famiglia resta in attesa. Di notizie, di segnali, forse di una speranza. Ma per ora, la voce che resta è quella della moglie, e il grido, soffocato ma lucidissimo, di una donna che chiede che la sofferenza dell’uomo che ama non venga ignorata.