Un caso che ha suscitato grande attenzione, quello del delitto di Pierina Paganelli, il cui corpo fu rinvenuto il 4 ottobre 2023 nel garage di via del Ciclamino. Ad oggi, nonostante le indagini in corso, un elemento specifico potrebbe cambiare completamente la prospettiva sulla vicenda: il silenzio della porta tagliafuoco. Un rumore che, secondo la difesa di Louis Dassilva, mancherebbe nelle prove e che, se ascoltato, potrebbe confermare l’innocenza del suo assistito.
Il silenzio della porta tagliafuoco: un elemento chiave per la difesa
Secondo gli avvocati di Dassilva, Riario Fabbri e Andrea Guidi, l’assenza del rumore della porta tagliafuoco durante le indagini diventa un’arma a favore del senegalese. La porta, dotata di un meccanismo a molla, avrebbe dovuto produrre inevitabilmente un rumore mentre si chiudeva, ma nelle registrazioni di prova questo suono non si sente. La difesa sostiene che, se Dassilva fosse effettivamente passato da quella porta, il rumore sarebbe stato inevitabile, ma è proprio questa prova che manca.
La ricostruzione accusatoria: La versione della Procura e la Bianchi
D’altra parte, la Procura giustifica l’assenza del rumore spiegando che, al momento della chiusura della porta, il rumore dell’auto di Manuela Bianchi, che rientrava nel garage, avrebbe coperto quello della porta. Tuttavia, i difensori di Dassilva contestano questa versione, sottolineando che, anche in presenza di un rumore dell’auto, il suono della porta tagliafuoco sarebbe stato comunque percepibile, specialmente al momento del passaggio dell’indagato.
L’incongruenza sui barattoli di cipolle: un altro tassello mancante
Non è solo il rumore della porta ad alimentare i dubbi sulla versione di Manuela Bianchi. Un altro elemento su cui la difesa si concentra riguarda i barattoli di cipolle di Pierina, che sarebbero stati trovati dietro la porta tagliafuoco. La testimonianza di Bianchi, che cambia più volte nel corso delle indagini, solleva ulteriori perplessità sulla sua affidabilità. Le ripetute incongruenze nelle sue dichiarazioni sembrano smentire la ricostruzione accusatoria e aprire nuovi interrogativi.
La verità nascosta nei dettagli: la difesa di Dassilva
Gli avvocati di Dassilva continuano a mettere in discussione la veridicità delle dichiarazioni di Manuela Bianchi, ritenendo che le incongruenze e la mancanza di elementi tangibili possano cambiare l’intera dinamica del caso. La difesa continua a sostenere che, se i dettagli mancanti emergessero, il caso potrebbe prendere una piega completamente diversa, facendo emergere nuovi scenari sull’innocenza del loro cliente.
Il mistero non si rivela: cambia prospettiva in base a chi evidenzia i fatti
Il caso Dassilva, tra rumori mancanti e testimonianze contraddittorie, continua a sollevare domande e lasciare dubbi. Con l’assenza di prove concrete, le udienze future potrebbero riservare sviluppi sorprendenti. La difesa punta a sfatare ogni ricostruzione accusatoria, cercando di dimostrare che la verità è ben lontana da quella finora raccontata. Il mistero resta, ma la ricerca della verità è solo all’inizio.