Un pensionato di 85 anni oggi è stato finalmente assolto dopo aver dovuto aspettare 10 anni per essere giudicato “non colpevole” per un reato di furto aggravato, l’unico non coperto dalla prescrizione tra i sette contestati dalla Procura della Repubblica. L’accusa era stata avanzata in base alla denuncia presentata dall’inquilino che non gli pagava l’affitto da mesi.
La storia risale al 22 ottobre 2013, quando da una lite verbale si passa a un confronto legale. Il proprietario della casa affittata a una coppia di origine magrebina, non avendo ricevuto il pagamento di due mesi di affitto, accede all’appartamento usando una copia delle chiavi e, secondo la denuncia della vittima, prende lo scontrino dell’ultimo stipendio e si allontana, lasciando la chiave per una seconda serratura, impedendo temporaneamente all’inquilino di rientrare.
Un mese dopo, la stessa situazione si ripete. Questa volta il proprietario sarebbe entrato nell’appartamento mentre l’inquilino dormiva, prendendo il mazzo di chiavi dell’uomo. Quattro giorni dopo, il proprietario avrebbe aggredito l’inquilino, stringendogli le mani intorno al collo e minacciandolo di tornare dopo 15 giorni con alcuni amici. Ma è il 15 dicembre che si consuma l’unico reato che non ricade nella prescrizione. Il pensionato, entrando nuovamente in casa dopo aver forzato la serratura, prende con sé 3.000 euro in contanti, alcuni oggetti preziosi in oro, una TV LG, due paia di scarpe e blocca con una catena la grata di una finestra che poteva essere utilizzata per rientrare, lasciando i coniugi fuori dalla casa.
In ogni incursione, la presunta vittima non ha esitato a presentare denunce che sono state raccolte negli uffici giudiziari di Rimini in un unico fascicolo. Sono stati avanzati sette capi d’imputazione che hanno portato al rinvio a giudizio; si va dall’esercizio arbitrario delle proprie ragioni, alla violenza privata, fino al reato di furto aggravato che non può essere coperto dalla prescrizione. In primo grado, il Tribunale di Rimini ha inflitto una condanna a un anno e cinque mesi di reclusione, ma l’avvocato Paolo Ghiselli, difensore dell’85enne, ha presentato appello. Dieci anni dopo, la Corte d’Appello di Bologna ha dichiarato insussistente la prova del furto e ha cancellato l’accusa, oltre ad aver ravvisato la prescrizione per gli altri sei reati.