Conti in ordine, ma aeroporto deserto. E’ il ‘Fellini’, bellezza. Lunedì 6 marzo, le tre e dieci del pomeriggio. Due macchine della polizia in sosta di fronte all’ingresso. Nel parcheggio di transito è vuoto siderale. Quattro auto in quello di servizio. Nemmeno l’ombra di un taxi, di un pullman o di una navetta. Vuota anche la pista di atterraggio. Impossibile ovviamente non accorgersi dell’aereo, con le insegne della russa ‘Transaero’, parcheggiato da molto tempo. Un guasto? Un sequestro? Avrà finito il carburante? Un mistero che cercheremo di chiarire.
Entriamo. E’ il deserto. Gli arredi sono stati rinnovati, l’impressione è gradevole, pulita. Ma quello che fa impressione, è che non c’è anima viva all’interno. Niente code per il ceck – in; non un’anima viva in attesa ai gate d’imbarco. Chiuso l’ufficio informazioni (‘Tickets Information’). Serrande abbassate nella galleria dei negozi e degli esercizi commerciali. Ferma la macchinetta ‘Robopack’ per impacchettare i bagagli al costo di 10 euro, si legge nell’insegna. Chiusa la ‘Airport Concierge’. Nessuno di servizio all’ufficio Informazioni turistiche ‘Riviera dell’Emilia Romagna’. Non ci sono più le compagne internazionali (dall’Avis all’Hertz) che fino a pochi anni fa proponevano le loro vetture ai viaggiatori: non hanno più insegne all’interno del ‘Fellini’. Sui display affissi dappertutto – come in ogni scalo che si rispetti – non compare l’indicazione di voli in partenza o in arrivo. Zero carbonella. Campeggia su tutti gli schermi la scritta ‘Airiminum’, il gestore che si è aggiudicato lo scalo della Riviera di Rimini dopo il devastante fallimento di ‘Aeradria’, dichiarato poco dopo le 16 del 26 novembre 2013 dal tribunale di Rimini, che ha negato la richiesta di concordato di continuità, mettendo fine alla spa di Miramare fondata nel 1962, gravata da un macigno di 52 milioni di euro di debiti, comprese le risorse destinate agli investimenti. Un bilancio che ora Airiminum ha in attivo. Tra le poche presenze umane all’interno dello scalo sono quelli di alcuni agenti di polizia in divisa e in borghese. C’è anche un barista in servizio, che attacca: «Oggi c’era solo il collegamento con Tirana, questa mattina». Allarga le braccia. Come dire: domani è un altro giorno. Le sole luci accese vengono dalla vetrina con insegna ‘Destinazione Romagna’. Qualcuno ci spiega che non tutti i giorni la situazione è così… desertica. Per fortuna. Noi siamo cascati male, di lunedì, ma non sapevamo che un aeroporto seguisse gli stessi ‘turni’ dei barbieri. Tanta desolazione un piccolo vantaggio ce l’ha: nessuna fila alle toilette. Peraltro pulitissime.
Usciamo di nuovo all’aperto, dove continua a incombere l’aereo con le insegne della Transaero, seconda compagnia aerea russa, con base all’aeroporto di Mosca-Domodedovo, fallita il 25 ottobre 2015. Che cosa ci fa ‘arenato’ a Rimini? «E’ dentro il fallimento della compagnia», ci spiegano da Airiminum. Si dice che la proprietà dell’aeromobile sia ‘multipla’, frazionata: un motore è di una società, l’altro di un’altra, la carlinga di una terza. Airiminum non si preoccupa dell’ingombrante presenza. Chi vorrà riprendersi il velivolo, dovrà pagare il ‘parcheggio’ per ogni giorno di sosta. Il Resto del Carlino