Addio all’improvvisazione, la notte in città cambia volto. Il Ministero dell’Interno stringe il cerchio attorno a locali e aree del divertimento, e a Rimini arrivano le prime direttive concrete: videosorveglianza, illuminazione potenziata e un vero e proprio codice di condotta affisso all’ingresso dei locali, valido anche per i clienti.
La stretta sulla sicurezza non è più soltanto una promessa. La nuova circolare ministeriale, già convertita in decreto, impone agli esercenti una collaborazione attiva per ridurre il rischio di illegalità e situazioni di pericolo sia dentro che fuori i locali. Un cambiamento strutturale che coinvolge non solo gli operatori economici, ma anche chi la notte la vive tra bicchieri e musica.
I nuovi obblighi, che saranno al centro della prossima riunione del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza di Rimini, mirano a rafforzare la rete di prevenzione in quelle aree, come la Vecchia Pescheria, divenute simbolo di una movida spesso troppo difficile da gestire. Non solo polizia e carabinieri: la parola d’ordine è “responsabilità condivisa”. I locali dovranno dotarsi di telecamere di sorveglianza, migliorare la visibilità degli spazi esterni con luci adeguate e garantire la massima trasparenza con un regolamento visibile e chiaro per tutti, clienti compresi.
Il principio alla base? Prevenzione partecipata. Ogni gestore dovrà agire come primo presidio, contribuendo alla sicurezza urbana con strumenti concreti. E se le regole non verranno rispettate, scatteranno sanzioni.
L’obiettivo, dicono da Palazzo del Governo, è creare un clima in cui il divertimento non venga sacrificato, ma accompagnato da consapevolezza e controllo. In un equilibrio possibile, e oggi necessario.