Li ha traditi una luce che usciva da un esercizio commerciale chiuso da tempo, a Miramare, in via Principe di Piemonte. E per i due, Simone Fraternali (difeso dall’avvocato Gilberto Martinini) e Francesco Mastropasqua (difeso dall’avvocato Enrico Graziosi), sono scattate le manette per tentato furto aggravato in concorso. Ieri mattina i due sono comparsi davanti al giudice per la direttissima: Mastropasqua ha patteggiato dieci mesi mentre Fraternali, a sua volta ha patteggiato cinque mesi. Entrambi sono di nuovo liberi con il solo obbligo di firma. I due sono vecchie conoscenze delle forze dell’ordine. Mastropasqua, per esempio, era finito nell’inchiesta del 2013 riguardante la violenta aggressione ai danni della titolare di un dancing riminese. Il nome di Fraternali, invece, era comparso nell’ordine di carcerazione del gip di Rimini nel 2015 perchè sospettato di essere uno dei componenti della banda che aveva aggredito a colpi di molotov un 16enne che non aveva saldato un debito di droga.
Quando gli agenti delle Volanti sono entrati nel bar, in un primissimo momento non avevano trovato nessuno. Solo attrezzi per lo scasso, palanchini, zainetto, alcuni passamontagna, due picconi.
I poliziotti non si sono fatti trarre in inganno ed hanno continuato a perlustrare anche l’altro ambiente e, rannicchiato in un angolo buio, hanno stanato il primo, Simone Fraternali che si è subito arreso.
«Sono da solo, non c’è nessuno con me», ha continuato a ripetere, cercando di fare da scudo al complice, ma anche in questo frangente i poliziotti non gli hanno creduto.
COSÌ, dopo alcuni minuti di ricerche, gli uomini della Volante hanno scovato, nascosto in un’intercapedine del sistema di ventilazione, anche Francesco Mastropasqua. Nonostante le intimazioni degli agenti ad uscire dal suo nascondiglio, Mastropasqua si è messo a raccontare di essere malato e contagioso. «Ho l’Aids, statemi lontano», ha urlato, mentendo sulle sue reali condizioni di salute. Solo con molta fatica i poliziotti lo hanno catturato. E questo suo atteggiamento gli è valsa un’altra denuncia, quella per resistenza a pubblico ufficiale.
Tutto aveva avuto inizio nella notte. I due, stando ad una ricostruzione, prima si erano introdotti in esercizio commerciale abbandonato, poi avevano praticato un foro entrando in un bar ed erano in procinto di farne un altro per centrare il loro reale obiettivo: una tabaccheria. Ma qualche rumore di troppo e soprattutto quella luce ha fatto saltare i loro piani. La Polizia è entrata e, poco dopo, li ha trovati con le mani nel sacco.
Poi ieri mattina il processo per direttissima ed il patteggiamento con l’obbligo di presentazione, per i due, all’autorità giudiziaria. Il Resto del Carlino