«Alla luce di tutto quello che è successo, adesso mi stanno facendo un risarcimento della Madonna perchè praticamente io sto riprendendo l’azienda sdebitata». Gli stralci delle intercettazioni telefoniche, contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal giudice per le indagini preliminari, Sonia Pasini, parlano chiaro. E’ contento Mario Formica nell’intercettazione telefonica di gennaio 2015 quando si confida con un amico. L’imprenditore riminese non sa di essere ascoltato dagli investigatori che da mesi sono sulle sue tracce. Lui sta per ritornare in possesso della sua creatura, quella Alfad spa, dichiarata fallita nel 2014. E lo sta facendo mediante l’interposizione fittizia di terzi, quel Ervin Tartaraj, 38 anni, albanese, suo uomo di fiducia, con la società Power Expo, unico partecipante all’asta del tribunale, dopo che le precedenti erano andate deserte. D’altronde il soldalizio Formica-Tartaraj dura da anni, da quando le due società lavorano in tandem. La Power Expo è stata fornitrice di prestatori d’opera alla societa fallita.
«A quanto te la fanno riacquistare l’azienda?», gli chiede, incuriosito l’amico al telefono, «A 870mila euro, praticamente meno dei debiti, ma aspettiamo che venga formalizzato», replica, più cauto, Mario Formica. E il gioco sarà presto fatto, esattamente il 14 luglio 2015, al termine dell’asta in tribunale, in realtà non a 870mila euro, ma addirittura a 126mila euro.Pochi mesi prima, a gennaio 2015, è stato creato un nuovo soggetto giuridico, il gruppo Alfad srl con il 90% intestato ad uno dei figli di Formica e il 10% proprio a Tartaraj. «Guarda io ti dico il dieci per cento, ma se vuoi il venti, io sono più contento perchè una cosa che rimane in famiglia tra noi», spiega Alessandro Formica al telefono all’abanese. E’ lontana l’epoca in cui l’Alfad navigava in cattive acque. Tutto sembra tornato ai ‘bei tempi’, anche le auto, le opere d’arte, tutto è di nuovo in mano dei Formica. Almeno così scoprono, alla fine, gli uomini della Guardia di Finanza. «La società Power Expo rilevava l’intero compendio aziendale della società fallita. Le indagini tecniche e l’esito dei riscontri documentali dimostrano che Mario Formica ed i figli rientravano, di fatto, nella disponibilità dell’intero complesso aziendale della fallita, delle auto e delle opere d’arte attraverso la compartecipazione di Tartaraj Ervin», scrive a caratteri cubitali il gip. E sempre, stando alle parole del gip, Sonia Pasini, è lui, Mario Formica, il ‘dominus’ di tutte le operazioni illecite, incensurato, ma dotato di ’un’elevata spregiudicatezza a mettere in essere numerose operazioni finalizzate al sistematico depauperamento del patrimonio aziendale della società Alfad spa in pregiudizio dei creditori e dell’Erario, di ricorso abusivo al credito bancario, giungendo a strumentalizzare la stessa procedura fallimentare per riprendersi fraudolentamentre l’azienda senza debiti ad un prezzo estramamente conveniente». Parole che hanno portato l’imprenditore ai domiciliari; stesso provvedimento per il socio albanese.
Di tutt’altro avviso il difensore di Mario Formica, l’avvocato Giacomo Nanni: «Nel 2009 il mio cliente è già stato assolto per bancarotta, nel 2013 ha subito un sequestro e pochi giorni fa è stato assolto per l’accusa di esterovestizione. Spero che si ripeta il ‘non c’è due senza tre’. Mi è appena arrivata l’ordinanza e non ho avuto il tempo di leggerla ancora accuratamente, quindi preferisco non dire ancora nulla. Di certo domani (questa mattina; ndr) depositerò l’istanza al Riesame di Bologna. Confido, con i tempi che ci vorranno, che si chiarisca tutto». Il Resto del Carlino