È fissata per il 15 maggio la nuova udienza davanti al Tribunale del Riesame che potrebbe riaprire le speranze di scarcerazione per Louis Dassilva, il 35enne senegalese unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, la donna uccisa brutalmente a Rimini nell’ottobre scorso. Ma fuori dall’aula si consuma un’altra lotta: quella personale e fisica dell’indagato, che da settimane porta avanti uno sciopero della fame come forma estrema di protesta e dichiarazione d’innocenza.
Un nuovo tentativo di libertà
Il ricorso al Riesame arriva dopo il doppio no incassato dal team difensivo composto dagli avvocati Andrea Guidi e Riario Fabbri, che avevano già chiesto la revoca della custodia cautelare, rigettata sia dal Gip Vinicio Cantarini del Tribunale di Rimini sia in una precedente istanza a Bologna. Ma il quadro è cambiato: stavolta il Riesame dovrà valutare la seconda ordinanza, fondata su nuove dichiarazioni dell’amante Manuela Bianchi e su ulteriori elementi raccolti in sede di incidente probatorio.
I legali puntano a smontare il nuovo impianto accusatorio, considerato da loro fragile e condizionato da testimonianze “tardive e contraddittorie”. La strategia si giocherà sulla tenuta giuridica delle prove, più che sull’impianto complessivo della custodia.
La protesta in cella
Nel frattempo, nel carcere riminese dei “Casetti”, Dassilva continua a rifiutare il cibo, ostinato nella sua scelta di protesta estrema. A nulla sono valsi finora i tentativi degli avvocati di dissuaderlo. Martedì mattina, dopo un lungo colloquio in carcere, l’avvocato Riario Fabbri ha dichiarato: «Spero di averlo convinto a sospendere lo sciopero della fame, ma la sua determinazione è assoluta».
La protesta, iniziata in segno di frustrazione contro una detenzione che ritiene ingiusta, rischia di compromettere le sue condizioni fisiche proprio nei giorni cruciali per il suo futuro giuridico.
Un caso che divide
Il caso Paganelli continua a spaccare l’opinione pubblica tra chi invoca giustizia rapida e chi teme un errore giudiziario. Il nome di Dassilva resta al centro di un’indagine complessa e ancora priva di verità processuale definitiva. La nuova udienza a Bologna sarà uno snodo decisivo, forse il più importante finora.