L’assistenza religiosa fornita dai sacerdoti della diocesi nei vari ospedali del Riminese nel 2016 è costata 166.571 euro, «oneri fiscali compresi». La determina pubblicata online dall’Azienda Usl Romagna è firmata dal direttore responsabile della piattaforma amministrativa di Rimini, Mirella Fantinelli. Viene approvata anche per l’anno 2016 la convenzione per il servizio di assistenza religiosa, stipulata nel 2015 e tacitamente rinnovata, firmata da monsignor Luigi Ricci, ordinario diocesano, e dal responsabile risorse umane dell’Ausl, Lorella Sternini. La determina indica anche 2.274 euro di entrate per l’Ausl «per l’utilizzo dei locali», quelli messi a disposizione per i sacerdoti e i loro collaboratori. E un «contributo forfettario annuo per le spese del servizio religioso ordinario e straordinario» di 2.395 euro, a carico dell’Azienda sanitaria. La convenzione definisce e regolamenta i vari aspetti della presenza dei religiosi nei vari nosocomi, il loro inquadramento contrattuale nonché il loro numero: tre agli ‘Infermi’ di Rimini, uno rispettivamente negli ospedali di Santarcangelo, Riccione e Cattolica. Mentre nel capoluogo la retribuzione è «pari al 100%» di quella prevista («categoria D») a Riccione arriva al 95%, a Santarcangelo e Cattolica al 65%. Al sacerdote l’Ausl deve garantire «l’uso di una sala riunioni», «di una cappella e di un ufficio con arredi, attrezzature, accessori». Per poterli utilizzare la diocesi versa un canone mensile di 144 euro per Rimini, 44 per Riccione. In caso di «assenza dal servizio per riposo settimanale, festa infrasettimanale, recupero per festività soppresse, congedo, aspettativa, formazione professionale, malattia o iinfortunio, l’ordinario provvede alla sua sostituzione». Per il sostituto c’è lo «stesso trattamento economico» del titolare. Nella convenzione si stabilisce anche il «congedo ordinario degli assistenti religiosi»: 34 giorni l’anno per i tre preti a Rimini; 22 sia per quello impegnato a Santarcangelo che a Cattolica, 32 per il prete dell’ospedale di Riccione. Il sacerdote «può essere coadiuvato da altri sacerdoti, diaconi o laici… senza oneri per l’Ausl». Tra gli obblighi per la diocesi: «il personale di assistenza religiosa è sempre a disposizione nelle ore notturne per i casi urgenti». Ciò senza «nessun compenso per la reperibilità notturna dovuto dall’Ausl». L’assistenza è sempre totalmente gratuita per i pazienti, ovviamente. I preti degli ospedali hanno diritto ai pasti delle strutture dell’Ausl, «al costo del restante personale dipendente». Le spese di culto, manutenzione degli arredi e pulizie, illuminazione e riscaldamento sono a carico dell’Ausl. Che mette a disposizione «nell’alloggio dei cappellani il telefono collegato con la rete interna urbana dell’ospedale e il cercapersone». Il Resto del Carlino
