Rimini. Paga se vuoi evitare il fisco, condannato un commercialista. Diceva ai clienti che la tangente era per l’Agenzia delle Entrate

SEQUESTRO FINANZACommercialista riminese chiedeva mazzette ai clienti da girare all’Agenzia delle Entrate per ‘ammorbidire’ le verifiche. In realtà il professionista millantava legami che non aveva, e quando due imprenditori sono andati a denunciarlo è finito sotto inchiesta. Lui ha sempre respinto le accuse, ma per evitare pubblicità negativa (così disse) aveva deciso di patteggiare un anno, pena sospesa, convertiti in due anni di libertà controllata. Questo, un anno e mezzo fa, ma solo il mese scorso la storia è saltata fuori, nel corso di un’udienza della Commissione tributaria, creando non poco scompiglio perchè per un momento tutti hanno pensato che fosse vero.
«Il mio commercialista mi chiese dei soldi per versare una mazzetta all’Agenzia delle Entrate». La dichiarazione dell’imprenditore riminese davanti alla Commissione tributaria di Rimini, ha l’effetto di una bomba. Quelli dell’Agenzia sbiancano, mentre il presidente della Commissione gira il verbale dell’udienza in Procura. Ed è lì che salta fuori il resto, vale a dire un’inchiesta, cominciata due anni fa, di cui tutti però erano rimasti all’oscuro. Tutto era partito dalla denuncia di un imprenditore riminese, a cui poi se n’era aggiunto un altro. Questo aveva raccontato al magistrato di come il suo commercialista gli avesse chiesto mille euro, che poi erano diventati duemila. Soldi che avrebbe girato a ‘qualcuno’ dell’Agenzia delle Entrate di Rimini per ammorbidire un accertamento. Lui non aveva accettato, ed era andato a denunciarlo. La macchina investigativa si era subito messa in moto e le indagini, coordinate dal pubblico ministero, Davide Ercolani, erano state affidate alla Guardia di finanza. A vederlo così, il panorama appariva piuttosto inquientante, a sentire l’imprenditore quella mazzetta sarebbe dovuto andare dritta nelle tasche di qualche funzionario dell’Agenzia.
A quel punto gli investigatori avevano deciso di mettere ‘sotto’ gli uffici delle Entrate di Rimini, con microfoni e intercettazioni, per cercare di scoprire se e quanto c’era di vero. Intercettazioni che erano andate avanti per un pezzo, con il risultato di accertare che lì nessuno prendeva mazzette, nè si sognava di farlo, e che il commercialista in questione veniva trattato come tutti gli altri senza eccezioni. La conclusione era che il professionista millantava e che quei soldi se li sarebbe tenuti. E proprio per millantato credito era finito indagato. Lui, difeso dall’avvocato Paolo Righi, ha sempre negato, sostenendo che tra lui e il cliente c’era stato soltanto un grosso equivovo, un fraintendimento. All’epoca decise comunque di patteggiare già nel corso dell’inchiesta, caso più unico che raro. In quel modo evitò qualsiasi tipo di pubblicità e tutto rimase sepolto. Almeno fino a un mese fa, quando l’imprenditore è andato in Commissione tributaria per un ricorso, sempre relativo alla vicenda di due anni fa. E ha ‘spiegato’ perchè si era presentato senza commercialista, facendo saltare tutti sulla sedia. «Accertato che l’Agenzia era assolutamente estranea alla vicenda – dice la sede regionale – valuteremo eventuali azioni legali». Il Resto del Carlino