Rimini, Piazza Cavour: flashmob pacifco contro il Decreto Sicurezza e per i diritti dei detenuti

Ieri, 2 giugno, durante le celebrazioni per la Festa della Repubblica, piazza Cavour a Rimini è stata teatro di una manifestazione pacifica promossa dall’associazione Radicali Rimini “Piergiorgio Welby” in collaborazione con la cellula locale dell’associazione Luca Coscioni. L’iniziativa, svolta sotto forma di flashmob silenzioso, si è posta come obiettivo principale la critica alla recente conversione in legge del decreto Sicurezza, già approvato dalla Camera e ora al vaglio del Senato.

Gli organizzatori hanno espresso forte preoccupazione per quella che definiscono una deriva autoritaria del sistema legislativo italiano: “Il decreto rappresenta un rischio serio per i principi democratici, spingendo il Paese verso un modello repressivo e oppressivo senza precedenti nel nostro ordinamento”, hanno dichiarato.

Parallelamente, l’evento ha voluto porre l’attenzione sulle condizioni dei detenuti nelle carceri italiane. Secondo i promotori, il sistema penitenziario è oggi caratterizzato da una grave crisi, aggravata dalla disparità sociale delle persone detenute, spesso provenienti da contesti di marginalità e povertà, che avrebbero bisogno di interventi alternativi al carcere. In particolare, è stata denunciata la drammatica situazione relativa al numero di suicidi in cella, con ben 34 casi registrati nella prima metà del 2025, nonché la scarsità di programmi di trattamento e riabilitazione all’interno degli istituti penitenziari.

Un punto critico evidenziato è l’abolizione del differimento automatico della pena per le madri con figli piccoli, previsto nel decreto Sicurezza, che secondo gli attivisti porterà a un aumento del numero di minori coinvolti nel circuito carcerario senza alcuna responsabilità.

Infine, i Radicali Rimini e l’associazione Luca Coscioni hanno lanciato un appello alle istituzioni locali affinché sostengano la calendarizzazione del disegno di legge Giachetti sulla liberazione anticipata speciale, considerato fondamentale come misura deflattiva e base indispensabile per qualunque riforma giudiziaria futura.