RIMINI. RENZI (FDI-AN) “QUESTIONE NOMADI ANCORA APERTA”

Dichiarazione-stampa di Gioenzo Renzi Capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale nel Consiglio Comunale di Rimini

L’Assessore Lisi nella Commissione Consigliare di ieri, dopo 9 mesi dalla prima Delibera Di Giunta non ha “partorito” quanto era atteso sapere sul progetto nomadi, limitandosi a dire nel 2017 non devono esistere più campi nomadi. Non c’è dubbio che è ora di chiudere il Campo nomadi di Via Islanda per l’illegalità, il degrado igienico-sanitaria, l’insicurezza sociale circostante.

Ma è in contraddizione l’Assessore Lisi quando propone le micro aree famigliari, disseminate in diverse parti della città, dove i nomadi continueranno a vivere a modo loro in roulotte o case prefabbricate, alla faccia della integrazione e della convivenza con i residenti circostanti. Esempio eclatante : come si può pensare di indicare la micro area per un nucleo famigliare di nomadi che solitamente aumenta di numero in quel fazzoletto di verde in Via Gallina, una strada senza via d’uscita, corta, stretta, tra condomini e palazzine residenziali, negozi, ufficio postale, e a ridosso dei parcheggi dell’Ospedale Infermi.

Ieri sera l’Ass. Lisi, tra le reticenze si è lasciata sfuggire che i nomadi pagheranno un canone di locazione per le casette concesse ai nomadi. E’ la conferma di quanto avevo paventato e anticipato : Il Comune non solo cede i terreni di proprietà comunale in diritto di superficie a titolo gratuito ( Val. 100.000 euro), sostiene le spese per le opere di urbanizzazione delle aree (per 7 aree 280.000 euro) , ma realizza e paga anche le casette per i nomadi. ( val. 420.000 euro) in cambio di un misero e incerto affitto. Se poi aggiungiamo le cosiddette spese di parte corrente ( inizialmente 150.000 euro) per l’accompagnamento, il sostegno alla scolarizzazione, la formazione professionale, l’inserimento lavorativo, arriviamo ad un totale di spese del Comune che si avvicina al milione di euro come da noi anticipato due mesi fa. Sosteniamo, quindi, che le micro aree famigliari non favoriscono l’integrazione dei nomadi, sono incompatibili nelle zone residenziali, rappresentano di fatto il cambio di destinazione d’uso rispetto ai piani urbanistici, e comportano una spesa ingente di risorse pubbliche.

E’ molto preoccupante avere appreso in Consiglio Comunale dall’ex Ass. Biagini delle “ raccomandazioni “esercitate nel precedente mandato da parte di Consiglieri della maggioranza ( quelli dell’accoglienza e integrazione) per non individuare le aree nomadi nel quartiere o frazioni di appartenenza o residenza. Sono comportamenti gravemente discriminatori (oltre che politicamente incoerenti) nei confronti dei residenti in altre zone della città.