Tra i numerosi beni confiscati ieri, mercoledì 30 luglio, dalla Guardia di Finanza di Bologna nell’ambito di un’inchiesta complessa coordinata dalla Procura di Reggio Emilia, figurano anche fabbricati e terreni nella provincia di Rimini. I sequestri complessivi ammontano a 38 tra immobili, terreni e altri asset per un valore stimato superiore a 36,5 milioni di euro.
Al centro dell’indagine c’è una imprenditrice di origine emiliana che, nonostante un reddito dichiarato molto basso, risultava titolare effettiva di un vasto patrimonio immobiliare e societario, soprattutto nel commercio di materie plastiche e ferro. Nel corso degli anni la donna è stata condannata definitivamente per diversi reati in varie zone d’Italia.
Le indagini hanno rivelato un sistema articolato di società formalmente intestate a soggetti compiacenti, ma di fatto gestite dall’imprenditrice e dai suoi due figli. Queste società erano impiegate per ottenere finanziamenti bancari garantiti dallo Stato, utilizzati però per scopi personali e familiari, anziché per attività imprenditoriali.
Oltre agli immobili a Rimini, i beni sequestrati includono proprietà nelle province di Reggio Emilia, Modena, Milano, Lodi e Padova. La confisca ha riguardato anche 5 automobili, 94 conti bancari attivi, 12 quote societarie, 147.200 euro in contanti, oltre a una collezione di 19 orologi di pregio e preziosi.
L’operazione mette in luce una rete sofisticata di frode finanziaria e appropriazione indebita, smascherata grazie al lavoro sinergico tra le autorità giudiziarie e la Guardia di Finanza di Bologna.