Un tragico incidente in un cantiere stradale avvenuto nell’autunno del 2022 è ora al centro di un processo che coinvolge i vertici aziendali e il coordinamento della sicurezza. Ieri, lunedì 7 luglio, ha preso il via il procedimento giudiziario per la morte di Roberto Sancisi, 78enne originario di Santarcangelo, rimasto ucciso in via Euterpe dopo essere stato trafitto da una griglia metallica trasportata da un escavatore in manovra.
Alla sbarra ci sono i rappresentanti della Cbr, impresa coinvolta nei lavori quel giorno. A giudizio il presidente della società, difeso dagli avvocati Gilberto Gianni e Massimo Bianchi, il coordinatore della sicurezza (difeso da Ercole Conforti) e un tecnico di cantiere, rappresentato dal legale Massimiliano Cornacchia. Coinvolta anche la stessa azienda, come persona giuridica, rappresentata in aula dall’avvocato Massimo Cerbari.
Diversa la posizione dei due uomini presenti materialmente sul posto al momento della tragedia: l’operaio che era alla guida dell’escavatore e il capocantiere hanno già patteggiato. Il primo ha ottenuto una pena di 1 anno e 4 mesi (difeso da Gianni e Cornacchia), mentre il secondo ha definito la propria posizione con 1 anno, 2 mesi e 10 giorni (difeso da Cornacchia). In entrambi i casi, si tratta di pene sospese.
La famiglia della vittima, che si è costituita parte civile con l’avvocato Umberto De Gregorio, ha ricevuto un risarcimento da 265mila euro da parte dell’assicurazione Generali.
Durante l’udienza di ieri sono state stabilite le prossime tappe del processo: fissate le date per l’audizione dei testimoni e formalizzate le richieste istruttorie da parte della Procura. Gli imputati, dal canto loro, puntano a dimostrare che la responsabilità del tragico incidente sarebbe da attribuire unicamente a errori di manovra del personale presente in cantiere quel giorno.