Rimini. VIDEO SHOCK RAPINA CON MAZZETTA IN GIOIELLERIA: LA POLIZIA DI STATO ARRESTA UN 27ENNE MODENESE

Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Rimini, nella mattinata di oggi, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice delle indagini preliminari, dr.ssa Sonia Pasini, su richiesta del Sostituto Procuratore dr. Bertuzzi, traendo in arresto, un uomo di 27 anni, nato a Modena e residente a Rimini, responsabile del reato di tentata rapina aggravata nei confronti di un noto gioielliere all’interno del suo negozio. Si tratta dell’ennesimo brillante risultato che la Squadra Mobile diretta dal Dr. Massimo SACCO, è riuscita a conseguire grazie alla professionalità, all’esperienza e alla profonda conoscenza del territorio.

I fatti risalgono alla mattina del 19 ottobre 2017.

Erano da poco trascorse le 9 quando il personale delle Volanti della Questura di Rimini è intervenuto presso una nota gioielleria di Rimini, ove era stato segnalato un tentativo di rapina da parte di un individuo, apparentemente a viso scoperto e armato di un grosso martello da carpentiere.

Il malvivente, vestito nella circostanza in modo elegante, subito dopo l’apertura mattutina, approfittando della sola presenza del titolare della gioielleria e, del fatto che quest’ultimo aveva lasciato momentaneamente aperta la porta di accesso per far areare l’ambiente, è entrato nella gioielleria e, fingendosi cliente, una volta avvicinatosi al bancone, ha chiesto al titolare di potere visionare alcune fedi. Il gioielliere, dopo avere prelevato un espositore dal sottostante bancone, si è abbassato nuovamente per prelevarne altri da porre in visione al supposto cliente, ma questi, lo ha colpito violentemente e ripetutamente al capo con un pesante oggetto, poi risultato essere un grosso martello avvolto in un panno, che il malvivente portava con sé, sin da suo ingresso nel negozio, celato al’interno di un sacchetto tenuto a mano.

Il gioielliere, benché ferito, ha ingaggiato una colluttazione con il suo aggressore riuscendo di fatto ad aggrapparsi a lui; cosicché entrambi sono rovinati pesantemente sul pavimento. Nonostante ciò il rapinatore ha continuato a colpire con violenti calci e pugni il gioielliere riuscendo infine a liberarsi dalla presa e a fuggire.

Gli agenti della Sezione Antirapina, diretta dall’Ispettore Capo Pier Paolo URBINI, intervenuti, a quel punto, dopo aver assicurato il primo intervento volto ad garantire le cure dell’uomo – che ha riportato ferite al cuoio capelluto e al volto, che i sanitari hanno considerato guaribili in 30 giomi e tali da determinarne l’immediato ricovero in ospedale – e ad assicurare che non venisse modificata la scena del crimine, hanno raccolto la denuncia direttamente dal gioielliere, effettuando i rilievi tecnico scientifici e visionando le immagini del sistema di videosorveglianza. Durante il sopralluogo, sono state rinvenute e sequestrati una mazzetta da muratore, il sacchetto in plastica ove era stata celata, un altro sacchetto di plastica di colore nero del tipo di quelli utilizzati per la raccolta dei rifiuti.

E’ da quel momento che sono iniziate le ricerche su tutto il territorio dell’autore del crimine.

Un uomo che si trovava occasionalmente nei pressi della gioielleria, notando il gioielliere uscire dal suo negozio con il volto insanguinato e il malvivente fuggire verso via Dandolo, si è posto all’inseguimento di quest’ultimo, il quale ha subito imboccato via Mantegazza in direzione monte e poi via Nazario Sauro in direzione sud, ove ha rallentato leggermente la sua corsa. Il testimone, costantemente “seguito” dall’operatore della Sala Operativa della Questura che gli ha fornito assistenza, ha seguito la via di fuga del rapinatore, consentendo cosi ad alcune pattuglie presenti sul territorio di concentrarsi in zona; ma all’arrivo di una volante, nel tentativo di indicare il malvivente in fuga agli operatori, il testimone lo ha perso di vista in prossimità dell’incrocio con via Cormons.

Le ricerche sono naturalmente proseguite.

Gli investigatori della Squadra Mobile, infatti, hanno passato al setaccio tutti gli appartamenti vicini al punto nel quale il malvivente sembrava essere scomparso. Gli accertamenti hanno subito permesso di verificare che il luogo ove era stato perso di vista il fuggitivo era già noto alle forze di polizia per una precedente attività di indagine. Gli agenti hanno, in particolare, constatato che, percorrendo la via Cormons, vi era un’entrata carraia apribile che dava accesso ad un vialetto di pertinenza di una casa, allo stato, chiusa e disabitata, il cui cortile, nascosto alla vista da altra abitazione, era confinante con quello di un altro condominio diviso da questo da una bassa recinzione. Detti particolari inducevano gli inquirenti a ritenere che il fuggitivo, ben conoscendo la zona, avesse approfittato di tale passaggio per scomparire alla vista del suo inseguitore e della volante, rimanendo nascosto in attesa che costoro se ne andassero per poi dileguarsi definitivamente.

Nel corso della stessa tarda serata del 19 ottobre, i poliziotti hanno individuato l’abitazione, ritrovando all’interno della mansarda sita al piano superiore all’appartamento abitato da una coppia di coniugi, celato sotto un letto, un borsone contenente materiale riconducibile alla tentata rapina. Gli agenti hanno rinvenuto effettivamente all’interno del borsone, una maschera in lattice, raffigurante un uomo di carnagione chiara, calvo. con sopracciglia, baffi e pizzetto di colore castano, nonché un paio di guanti in gomma colore carne e vari indumenti e in particolare, diversi scontrini di acquisti effettuati, tra cui lo scontrino fiscale, rilasciato il 18/10/017. alle ore 11.03 da un supermercato lì vicino. La maschera rinvenuta era in particolare di tipo professionale ad uso cinematografico/teatrale, atta a ricoprire per intero il capo dell’utilizzatore, scendendo fino al petto, e raffigurava proprio il soggetto che nella mattinata precedente aveva commesso la tentata rapina presso la gioielleria. Anche gli indumenti ritrovati corrispondevano a quelli indossati dal rapinatore.

Gli investigatori della Mobile, quindi hanno acquisito le immagini registrate dall’impianto di videosorveglianza installato nel supermercato dal quale il rapinatore si era rifornito, accertando cosi che l’acquisto cui si riferiva lo scontrino fiscale rinvenuto nel borsone era stato effettuato sicuramente da un uomo con corporatura esile, alto circa 175 cm, capelli voluminosi e barba, perfettamente compatibile per caratteristiche fisiche (corporatura, altezza) con il rapinatore della gioielleria

Uno dei due coniugi, dopo aver visto il fotogramma raffigurante l’uomo che faceva la “spesa”, ha così riconosciuto in quell’uomo suo genero.

Dopo aver così dato un nome a quel volto, gli investigatori si sono posti immediatamente sulle sue tracce sino a quando sono riusciti a individuare l’autore del violento crimine.

Gli accertamenti e i riscontri effettuati hanno consentito ai poliziotti di indirizzare subito le indagini nei confronti proprio dell’uomo arrestato ieri, raccogliendo elementi sufficienti per poter ottenere l’ordinanza restrittiva della libertà personale.

E, infatti, terminati gli accertamenti, il Sostituto procuratore dr. Bertuzzi, che ha coordinato l’attività di indagine svolta dagli uomini della Squadra Mobile, ha chiesto e ottenuto la misura limitativa della liberà personale.

Nella mattinata di oggi, quindi, i poliziotti in esecuzione del provvedimento restrittivo, hanno arrestato il 43enne che è stato rintracciato ed è stato associato presso la Casa circondariale e dovrà ora risponderà tentata rapina pluriaggravata.

Sono in corso ulteriori attività di indagine per accertare altri reati commessi.