
L’Azienda Usl di Bologna è stata condannata a risarcire una somma che supera un milione di euro ai familiari di una donna di 37 anni, originaria di Rimini, deceduta nel settembre 2009, tre giorni dopo un intervento chirurgico per l’asportazione di calcoli renali. La paziente ha perso la vita a causa di uno shock settico, e i suoi familiari hanno avviato un’azione legale a seguito di quanto accaduto.
Dopo aver presentato una denuncia, il personale medico coinvolto nell’operazione è stato prosciolto dalle accuse grazie all’archiviazione richiesta dalla Procura e accolta dal giudice per le indagini preliminari. Due perizie avevano escluso ogni forma di negligenza o imperizia da parte dei medici.
Nonostante l’assoluzione in sede penale, la famiglia della donna – assistita dall’avvocato Saverio Bartolomei – ha deciso di intraprendere un’azione di risarcimento civile. Il giudice ha accolto le richieste, stabilendo un risarcimento di oltre 329.000 euro per la figlia e un importo identico per il marito, mentre il fratello della vittima ha ricevuto 54.840 euro. La Corte di Cassazione ha successivamente riconosciuto un ulteriore risarcimento di 329.000 euro per il secondo figlio della donna.