Rinnovo del contratto pubblico, indennità bloccate e super-indennità elargite ad personam. Questi i punti discussi nel pomeriggio di lunedì 24 agosto dal direttivo unitario delle Federazioni pubblico impiego di CSdL e CDLS. Direttivo che, alla luce della discrezionalità attuata dal Governo in tema di indennità, respinge le strumentalizzazioni messe in campo dalla Segreteria di Stato agli Interni, ritenendo “oramai indispensabile per i dipendenti pubblici stabilire criteri di equità attraverso una riforma della busta paga”. Consapevole inoltre che una contrattazione efficace si basa su un sistema di regole chiare e sulla fiducia, il direttivo del pubblico impiego afferma che “questa ultima purtroppo è venuta oggettivamente a mancare a causa del recente comportamento del Governo”.
Ecco il testo del comunicato.
Il direttivo unitario pubblico impiego di CSdL e CDLS riunito in data 24 agosto, dopo aver analizzato il percorso finora compiuto per il rinnovo del contratto del pubblico impiego, esprime grande preoccupazione per l’ennesimo tentativo del Governo di non rispettare gli accordi sottoscritti. In particolare sottolinea che dopo la sottoscrizione dell’accordo tripartito firmato anche dall’Esecutivo, con presa d’atto da parte del Consiglio Grande e Generale, ci si attendeva il rispetto di tale documento senza ulteriori interpretazioni. Così non è stato ed al primo incontro formale per la firma del contratto del pubblico impiego, il Segretario degli Affari Interni ha proposto l’aumento retributivo solo per una parte della busta paga.
Il Sindacato ha sempre dato grande importanza al tavolo tripartito, riconoscendo ad esso un significato determinante per la soluzione dei problemi che attanagliano oggi il nostro Paese, ma l’ultima proposta del Governo ci fa pensare di essere di fronte ad un interlocutore per niente affidabile.
E’ evidente che qualcuno ha barato. Nonostante la disponibilità del sindacato ad aprire un confronto, il Congresso di Stato ha blindato la propria decisione eludendo così ogni forma di contrattazione.
La protesta, che è seguita a mezzo stampa, è stata volutamente strumentalizzata dalla Segreteria Affari Interni che, attraverso i propri comunicati, ha voluto spostare l’attenzione dell’opinione pubblica su indennità generiche, cercando di porre i lavoratori del settore pubblico gli uni contro gli altri.
Ma è d’obbligo ricordare la posizione della CSU secondo la quale non è scandaloso rivalutare dopo un decennio le indennità di funzione, che sono state riconosciute con provvedimenti legislativi e che sono state dichiarate parte della busta paga da una sentenza del tribunale. La contrarietà di una parte dei pubblici dipendenti, semmai, è legata al fatto che le stesse sono state riconosciute solo per alcune categorie: a questo punto si ritiene indispensabile una riforma della busta paga, da lungo tempo reclamata dal sindacato, che vada a stabilire equità tra i pubblici dipendenti. A proposito della coerenza conclamata dal Governo, ci si chiede come mai, nonostante il richiamo al buon senso e al risparmio da parte del Segretario di Stato per gli Affari Interni, recentemente siano state erogate alcune indennità speciali (di un migliaio di euro al mese): probabilmente questi dipendenti hanno una professionalità tale che giustifica l’esborso di simili risorse. Allo stesso modo si ritiene che chi ha ottenuto compensi riconosciuti dalla legge, abbia la professionalità o le capacità (vedi ad esempio dipendenti di livello medio-basso e a contratto privatistico) per giustificare la liquidazione di tale istituto e che quindi non stia rubando niente. Alla luce di quanto rilevato, il direttivo unitario delle Federazioni del Pubblico Impiego è consapevole che una contrattazione efficace si basa su un sistema di regole chiare e sulla fiducia; questa ultima purtroppo è venuta oggettivamente a mancare a causa del recente comportamento del Governo.
Direttivo Pubblico Impiego FUPI-CSdL e FPI-CDLS