Roma. Renzi: non gioco allo scaricabarile «Rispetto tutti, ma il sistema non va»

renzi 4DIFENDE in diretta televisiva la legge di Stabilità da 34,5 miliardi che «riduce le tasse e spinge la crescita», sfruttando fino in fondo la leva del deficit (al 2,4%). Prevede che il 2016 porterà un aumento del Pil oltre l’1,5% (anche se è ancora poco: «non sono soddisfatto», precisa). Attacca il Movimento 5 Stelle che «fa opposizione solo a telecamere accese». E poi, sull’argomento scottante del sistema creditizio, ribadisce: «Le banche sono troppe, dobbiamo riformare il sistema». Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, nella domenica televisiva dell’
Arena di Massimo Giletti, parla soprattutto della manovra e delle misure del governo, mentre sulle banche rilancia l’unificazione del credito cooperativo e avverte che, dal suo punto di vista, «la questione non è giocare allo scaricabarile, Bankitalia e tutte le altre istituzioni godono di rispetto».
LA VICENDA di Banca Etruria, con annessa mozione di sfiducia al ministro Maria Elena Boschi («volevano montare un caso e hanno fatto una figuraccia»), è stata archiviata in Aula ma gli strascichi restano. «Dov’è il conflitto d’interessi se il padre della Boschi è stato sanzionato e questo governo lo ha commissariato e mandato a casa? – sostiene Renzi –. Questo governo guarda negli occhi tutti e non guarda in faccia nessuno, nessuno ha avuto un trattamento privilegiato, ci siamo occupati solo degli italiani». E, come tutti in questi giorni, anche il premier dice «chi ha sbagliato pagherà» (sarà cura della Commissione parlamentare verificarlo), ma «non è bombardando le banche che si esce da questa situazione».
DI CERTO, spiega dopo le sfuriate europee dei giorni scorsi, «non possiamo dare la colpa alla Merkel, ma cari amici tedeschi, anche voi dovete rispettare le regole». Lei, la Cancelliera, infatti ha potuto finanziare «247 miliardi di euro di soldi pubblici per le banche tedesche quando ancora le regole lo permettevano». L’Italia no, ribadisce il premier.
Gli interventi sulle banche non sono ancora finiti. E infatti prima della fine dell’anno, o al massimo a inizio 2016, sarà la volta della riforma del credito cooperativo. Perché, insiste il presidente del Consiglio, «abbiamo troppe banche e il sistema va ripensato». «Servono meno banche di paese e più banche per il Paese – aggiunge –. Devono essere solide, oltre che belle e radicate sul territorio». E poi ci sono «troppe poltrone»…
PER LA MANOVRA resta solo un passaggio probabilmente veloce in Senato nei prossimi giorni. Nel frattempo, il lavoro del premier nei giorni pre natalizi, annuncia lui stesso su Facebook, comprenderà una visita ai militari in Libano, l’inaugurazione della variante di valico tra Firenze e Bologna e la riapertura di sei domus a Pompei.

Il Corriere della Sera