Sabatino Riccio: salvo per un voto

Il Consiglio respinge con 26 voti a favore e 27 contrari l’odg che chiedeva le dimissioni di Riccio 19/03/2011

Per il rotto della cuffia, ma ce l’ha fatta. Il coordinatore delle forze di polizia, Sabato Riccio, oggetto di un duro e continuo attacco da parte dell’opposizione politica, giovedì sera in Consiglio Grande e Generale è scampato alle conseguenze di un ordine del giorno che lo avrebbe costretto a rassegnare al più presto le dimissioni. Lo strumento parlamentare ha infatti efficacia politica e il governo, se l’aula avesse espresso parere favorevole, sarebbe stato costretto a chiedere a Riccio di lasciare il proprio ruolo. Invece a fronte di 26 Consiglieri che si sono espressi favorevolmente (di fatto tutta la minoranza da cui erano assenti due consiglieri fuori San Marino, Silvia Cecchetti e Germano De Biagi) nella maggioranza sono stati in 27 ad esprimersi contro l’ordine del giorno, consentendo così a Riccio di tirare un respiro di sollievo. Ormai consolidato il fatto che i tre Eps votano con l’opposizione, portando le forze in campo al 30 contro 28, e valutando l’assenza di Edda Ceccoli dal Consiglio, si capisce che anche due consiglieri dell’attuale maggioranza non si sono schierati a favore del coordinatore Riccio, ma hanno preferito non partecipare al voto. La tecnica usata non consente agli attentissimi osservatori, (compagni di banco) di scoprire i franchi tiratori. Come? E’ semplice. Il consigliere finge di schiacciare il tasto della presenza, ma fa solo il gesto. Poi con forza e magari facendosi notare, spinge il tasto del voto favorevole. Così nessuno può sospettare di lui. Un metodo che non consente di opporsi, ma sicuramente di far mancare voti alla maggioranza in maniera del tutto anonima. Il voto di giovedì sera avrà comunque delle conseguenze in quanto è ormai assodato che in maggioranza solo i Segretari agli Affari Interni e alla Giustizia, difendono la posizione di Riccio e se il governo avrà la forza di adottare decisioni di un certo peso, sicuramente chiederà a Riccio di rescindere il contratto che lo lega alla Repubblica.

La Tribuna