Vargas Llosa in un articolo apparso su La Stampa ormai molti anni fa scrisse che “progresso non vuol dire solo molte scuole, molti ospedali e molte strade. Vuol dire anche, e forse soprattutto, quel sapere che ci rende capaci di cogliere la differenza tra il bello e il brutto, l’intelligenza e la stupidità, il buono e il cattivo, l’accettabile e l’inaccettabile che chiamiamo cultura”.
Inaccettabile è per tutte le forze di opposizione il ‘blitz’ mediante il quale attraverso una legge qualificata sono stati attribuiti al dirigente del Tribunale gli stessi poteri del magistrato dirigente che avrebbero potuto essere assegnati soltanto da una legge costituzionale e dunque di rango superiore, la quale per essere modificata richiede un consenso allargato di 39 voti.
Di qui la decisione delle minoranze di presentare un ricorso di legittimità costituzionale proprio contro la legge 1 del 2019 perché di fatto si sarebbe aggirato il quorum allargato. Ne consegue che l’eventuale assegnazione di poteri di natura giurisdizionale al neodirigente del Tribunale prof. Giovanni Gazzetta (nella foto, ndr) sarebbe dovuta avvenire esclusivamente attraverso una modifica della legge costituzionale nel rispetto dei quorum deliberativi contemplati dall’art. 3 bis comma 1 della Dichiarazione dei Diritti, ovvero maggioranza dei due terzi di componenti del Consiglio Grande e Generale, o in caso di approvazione con maggioranza assoluta, con conseguente sottoposizione a referendum confermativo entro novanta giorni dall’approvazione.
E ciò a garanzia dell’intero sistema democratico e a tutela soprattutto dell’autonomia della magistratura per impedire ingerenze da parte della maggioranza di turno. La legge qualificata è invece stata approvata nella seduta consiliare del 25 febbraio scorso con i soli voti della maggioranza, 32, mentre l’opposizione non ha ritirato le schede e ha presentato una mozione d’ordine poi bocciata.
Il ricorso dovrà essere deciso dal Collegio Garante, a breve verrà stata la data per l’udienza di discussione. All’indomani dell’approvazione della legge qualificata la maggioranza aveva reagito a tutto petto respingendo le accuse di aver compiuto un blitz sulla magistratura affidando ad uno disegnino diffuso via social media la risposta in cui si affermava che di fatto non era cambiato nulla. In effetti ci sono delle volte in cui si cambia tutto per non cambiare nulla e delle altre in cui si dice di non aver cambiato nulla per poi di fatto cambiare tutto. La Repubblicasm