San Marino. Università: crescita non scontata. Magnifico Rettore Prof. Corrado Petrocelli: ”Abbiamo raggiunto e superato gli obiettivi che ci eravamo posti”

Il Rettore Petrocelli: “Sono molto soddisfatto sotto il profilo degli studenti iscritti che al mio arrivo erano circa 240 e che ora sono oltre 800. Non sono però soddisfatto per quel che riguarda la contribuzione pubblica, se una Università produce, cresce, la si deve sostenere se si vuole che si espanda e raggiunga nuovi traguardi. Almeno 3,5 milioni dovrebbero essere riconosciuti”.

L’Università rappresenta indubbiamente il punto di riferimento principe che un Paese ha o dovrebbe avere. Raccontare ciò che accade al suo interno è importante, dà energia, attira attenzione sui progetti che essa porta avanti. Ne abbiamo voluto parlare con il Magnifico Rettore di quella sammarinese, prof. Corrado Petrocelli.

Volendo fare un bilancio, cosa può dire delle attività portate avanti in questi anni?
“Il bilancio negli anni passati quando abbiamo registrato una serie di miglioramenti, di novità introdotte, di crescita esponenziale, suscitava in me da un lato un sentimento di soddisfazione mentre dall’altro faceva nascere il dubbio sulla possibilità di ottenere nuovamente un risultato positivo l’anno seguente, non è facile crescere sempre, migliorarsi sempre, invece da questo punto di vista tutti gli obiettivi che ci eravamo posti e che avevamo scritto nel piano strategico sono stati raggiunti e anche superati”.

Parliamo dei corsi, c’è un feedback importante?
“Stanno dando tutti soddisfazione, il corso di design prosegue alla grande, la collaborazione con Bologna l’ha consolidato ulteriormente e abbiamo molte richieste di convenzione dall’estero; ingegneria gestionale continua ad andare molto bene tanto che quest’anno abbiamo attivato la laurea magistrale per via dei tanti iscritti e perché sono stati gli stessi studenti a richiederla. Il corso di geometra laureato ha notevoli adesioni, la sede di Lodi cresce, abbiamo una palazzina interamente dedicata a noi con il simbolo di San Marino, e siamo presenti in tantissime altre come ad esempio Como, Mantova, Sondrio, Lecco. Inoltre quest’anno abbiamo con Bologna un nuovo corso di comunicazione sui digital media diretto dalla professoressa Cosenza, docente di grande livello, e infatti il corso ha avuto già più di 40 adesioni, una sorpresa del tutto positiva. Mi pare si possa essere soddisfatti. I corsi di ingegneria sono stati da poco trasferiti al WTC a Dogana dove è stata inaugurata la nuova sede con grande partecipazione. Sono intervenuti anche il rettore di Modena e Reggio, e il rettore di UniSanPaolo. La nuova sede se non ha tolto nulla al Centro Storico (oltre il 90% degli studenti è pendolare a differenza di quel- li del Design che risiedono a San Marino) ha prodotto anche nuove adesioni; per quel tipo di corso si tratta logisticamente di una posizione molto appetibile”.

Come siamo considerati fuori?

“Adesso la considerazione è cambiata nel senso che è aumentata, la stampa ci propone offerte, prima eravamo noi che dovevamo chiedere. E abbiamo richieste di creazione di master e corsi dalle sedi più varie. Un segnale positivo emerge poi dai rapporti internazionali che al mio arrivo erano a zero; ora abbiamo raggiunto quota 30 rispetto alle convenzioni con le università straniere di ogni parte del mondo. Senza contare la nascita del network degli atenei dei piccoli stati che ne comprende ben 9”.

Parlando di numeri?

“Sono molto soddisfatto sotto il profilo degli studenti iscritti che al mio arrivo erano circa 240 e che ora sono oltre 800. Non sono però soddisfatto per quel che riguarda la contribuzione pubblica: se una Università produce, cresce, la si deve sostenere se si vuole che si espanda e raggiunga nuovi traguardi. Si potrebbe tornare almeno al contributo che si dava quando sono arrivato e anche prima, quando cioè l’Università produceva infinitamente meno ma percepiva di più. Almeno 3,5 milioni dovrebbero essere riconosciuti. Produciamo del resto una movimentazione di oltre 6 milioni e siamo l’unica realtà che introita quanto riceve. Un punto di vanto per noi è anche l’aver messo tutto on-line, rendendo ogni cosa trasparente”.

Cosa c’è nel futuro prossimo dell’Università?
“A parte le molte cose elencate prima c’è un’interlocuzione molto fitta con l’estero e in questo momento con il Brasile affinché studenti di quel Paese frequentino in maniera stabile il corso di Design: si sta lavorando con le università e con le ambasciate”.

Come si pone l’Università a livello globale? L’ingresso nella Ue può essere un fattore positivo?

“L’Ue deve modificare molte delle sue politiche, deve essere unione in senso pieno, l’omologazione di carattere monetario ha preceduto quella politica e questo alle volte dà dei problemi. Per l’università però il fatto di non far parte della Ue è negativo perché non si può partecipare a programmi e accedere ai finanziamenti. E’ poi noto che il mondo dell’università, della ricerca, è un mondo che di per sé guarda alla collaborazione, all’inclusione e non alle marginalizzazioni o ai numeri. E’ il terreno adatto per ogni tipo di confronto e per la circolazione libera delle idee”.

David Oddone, La RepubblicaSM