San Marino. Accordo UE: un voto all’unanimità che dice molto più di quanto appaia. L’Aula, per una volta, è diventata Paese.

Certe volte accade che la politica, quella vera, riesca a sorprendere anche i suoi più cinici osservatori. È accaduto nei giorni scorsi, quando il Consiglio Grande e Generale ha approvato all’unanimità un Ordine del Giorno sull’Accordo di Associazione con l’Unione Europea. Non un atto simbolico, non un omaggio formale a un iter ormai consolidato, ma un segno tangibile di maturità collettiva, di volontà di esserci – tutti – nella costruzione di una svolta storica.

Un testo condiviso da tutte le forze politiche e qua ringraziamo il Consigliere Lorenzo Bugli che ha avuto il merito di ricucire gli spigoli, armonizzare le differenze, e portare in Aula un documento che non divide ma tiene insieme. Perché in fondo – come spesso accade nei momenti decisivi – la politica sa ritrovarsi quando smette di assomigliare a se stessa.

È giusto riconoscere che anche chi ha espresso in passato riserve, dubbi, diffidenze (più o meno ben mascherate), oggi ha scelto di esserci. E di farlo con convinzione. Domani Motus liberi, da quando è approdato al gruppo ECR, pare abbia scoperto che anche l’Europa, se vista dalla giusta angolatura, può non sembrare il mostro burocratico che si temeva. E oggi, stringendosi attorno a questo obiettivo, ha lasciato intravedere una versione di sé più riflessiva e utile.

Il voto unanime dice molto più di quanto la cronaca possa restituire. Dice che il progetto europeo non è più terreno di contesa ma orizzonte comune. Che l’Accordo con l’UE – lavorato, limato e costruito pazientemente nel corso degli anni – è la vera carta da giocare per dare al nostro Paese ossigeno, credibilità, nuove prospettive. Non è una scorciatoia. È una scelta di campo.

Ci è voluto tempo, fatica e determinazione. Da Antonella Mularoni che aprì la strada, a Pasquale Valentini che la rafforzò avviando i negoziati, a Nicola Renzi che tenne vivo il filo. Fino ad arrivare ad oggi, con Luca Beccari che ha portato a casa, con competenza e stile, il risultato atteso. A loro, va il nostro riconoscente grazie.

Così come a tutte le forze politiche che hanno scelto di esserci. Perché San Marino ha bisogno di un progetto che superi la contingenza, che guardi oltre l’orizzonte del giorno dopo. Che parli ai giovani, alle imprese, al sistema bancario. Che ridia nerbo e fiducia. E che faccia sentire questo nostro piccolo Stato meno isolato e più capace di camminare con passo sicuro nel tempo presente.

Sì, ben vengano ulteriori chiarimenti, occasioni di confronto, strumenti di approfondimento. Ma ora sappiamo dove vogliamo andare. E, soprattutto, ci stiamo andando insieme.

Le bandiere europee, oggi più che mai, non sono un’abiura della nostra sovranità, ma la sua più alta espressione.

Perché – come scriveva qualcuno che di politica se ne intendeva – “la vera maturità è saper stare insieme, pur continuando a pensarla in modo diverso”. Ed è proprio lì, in quella fragile ma feconda frontiera, che una Repubblica sa diventare davvero grande.

Ufficio Stampa GDC

  • Barca di Teodorico, dal Ministero della Cultura un finanziamento di 250.000 euro per il restauro Posta in arrivo Valentina Viola Allegati12:54 (2 minuti fa) a Barca di Teodorico, dal Ministero della Cultura un finanziamento di 250.000 euro per il restauro Rinvenuta nel 1998 durante i lavori di riqualificazione del Parco di Teodorico, l’imbarcazione altomedievale ormai comunemente nota come “Barca di Teodorico” sta finalmente per iniziare il suo ultimo viaggio in vista dell’intervento che ne consentirà finalmente la pubblica fruizione grazie a un importante finanziamento del Ministero della Cultura che consentirà di completare il restauro. Il reperto è interamente in legno, un materiale che può conservarsi soltanto in specifiche contesti – ambienti sommersi – e che pertanto si ritrova meno frequentemente di metalli, ceramiche o lapidei di cui sono ricche le collezioni museali. Il trattamento di questi reperti – che giungono a noi in condizioni di completa saturazione di acqua richiede interventi specifici e mirati e, per oggetti di grandi dimensioni come quello dell’imbarcazione rinvenuta a Ravenna, di particolare complessità. La “barca di Teodorico” fu oggetto fin dal momento del rinvenimento di una serie di interventi mirati al suo recupero e al mantenimento del suo stato conservativo in vista del restauro, per il quale si decise di adottare il metodo già utilizzato per le navi di Comacchio. Dopo un attento scavo archeologico con relativa attività di documentazione l’imbarcazione fu rimossa dal contesto originario per intero e, a sua protezione e in vista del successivo trattamento di restauro, fu creato un apposito guscio in vetroresina modellato sulla sua forma. Questa soluzione consentì la movimentazione del reperto che fu poi inserito in un’apposita struttura metallica per il trasporto al laboratorio di restauro di imbarcazioni antiche allestito a Comacchio dove è stata sottoposta ai primi interventi conservativi. Il progetto di restauro, che risale al 2000 prevedeva, secondo i protocolli dell’epoca, una prima fase di impregnazione dei legni con soluzione a base di polietilen glicol (PEG) necessaria per consentire la successiva fase di essiccazione e stabilizzazione del legno evitando la formazione di collassi strutturali che avrebbero compromesso la leggibilità e la godibilità del reperto. La prima fase fu portata a completamento negli anni successivi al rinvenimento, mentre la seconda e ultima fase è restata in sospeso in quanto la sua esecuzione era inscindibile dall’individuazione di uno spazio espositivo per la barca. Negli ultimi anni grazie a un importante finanziamento del Ministero della Cultura è stato predisposto dalla Fondazione RavennAntica un progetto per la musealizzazione della “barca di Teodorico” presso il Museo Classis e questo ha consentito di pianificare l’avvio dell’ultimo stadio del processo di restauro. Il Ministero della Cultura ha stanziato infatti un finanziamento di 250.000 euro per il completamento del restauro che sarà eseguito in continuità con il progetto originario e tenendo conto dell’esito delle indagini diagnostiche preliminari eseguite negli ultimi 3 anni. Tale intervento si svolgerà nella sede individuata dal Comune di Ravenna a Savarna. I lavori, per la cui progettazione la Soprintendenza si avvarrà delle competenze del professor Marco Fioravanti del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’Università degli Studi di Firenze, dureranno oltre un anno e restituiranno finalmente la Barca alla cittadinanza di Ravenna che l’ha presa a cuore fin dal momento del rinvenimento. “Siamo molto felici perché oggi si segna un passo avanti decisivo e un nuovo tassello nell’opera di restituzione alla città di questo reperto archeologico di altissimo pregio – dichiara il sindaco facente funzioni Fabio Sbaraglia -. Il primo e più grande ringraziamento va alla Soprintendenza per l’impegno e la dedizione con cui, in stretto contatto con il Comune, ha lavorato per permettere l’avvio delle operazioni di restauro. Più in generale, dal più ampio progetto di recupero e valorizzazione della Barca emerge con tutto il suo potenziale l’importanza della rodata collaborazione interistituzionale che coinvolge tra gli altri Ministero della Cultura, Comune di Ravenna e Fondazione Ravennantica, che sarà impegnata nell’importantissimo lavoro della sua musealizzazione. Quello dedicato alla barca di Teodorico è un percorso caratterizzato da una bellissimo e intenso lavoro di squadra tra enti che, nello spirito dell’accordo di valorizzazione, restituirà nella formula migliore questo bene straordinario a cui i ravennati e le ravennati hanno dimostrato di essere particolarmente affezionati.” Il Soprintendente dottoressa Federica Gonzato si dichiara estremamente soddisfatta: “siamo davvero contenti di questo importante finanziamento. La nostra Soprintendenza sta lavorando da anni insieme al Comune e alla Fondazione RavennAntica per l’individuazione degli spazi adatti a completare il restauro e a esporre la barca di Teodorico e lo stanziamento di questi fondi è il risultato di un impegno costante. Già nel 2020 il Ministero aveva finanziato alcune attività tra cui le analisi diagnostiche necessarie a definire le caratteristiche dell’intervento e orientare le scelte da compiere. La tipologia di reperto è molto particolare e l’operazione sarà anche un importante momento di studio sulle metodologie di restauro dei legni imbibiti che arricchirà il dibattito e, speriamo, aiuterà a gestire futuri rinvenimenti analoghi. Ora finalmente siamo all’avvio dell’ultimo stadio e non vediamo l’ora di poter vedere la barca esposta e valorizzata nel nuovo allestimento in preparazione”. Valentina Viola Portavoce del Sindaco Comune di Ravenna Piazza del Popolo, 1