Profeti di sventura, i membri di opposizione durante la seduta consiliare di mercoledì hanno preconizzato addirittura la fine dei rapporti con la Cina. Il tutto a causa di un ordine del giorno votato a maggioranza (e proposto dalla maggioranza) che chiede la sospensione cautelativa, in attesa di doverose verifiche, di eventuali pagamenti relativi al progetto sulle telecomunicazioni perché presenterebbe molte parti oscure. Il paragrafo incriminato dell’odg è quello che cita la relazione del Copasir nella parte in cui fa riferimento alle aziende cinesi che operano nel 5G e ai potenziali rischi relativi alla sicurezza informatica. Polemica gonfiata ad arte per provare a mettere a tacere la quale, la maggioranza ha pensato di accogliere le osservazioni dell’opposizione proponendo una modifica al testo dell’ordine del giorno che mitigasse quella parte. Rispondendo picche e ponendo un veto su quelle stesse modifiche le opposizioni hanno fatto cadere la maschera. Il vero obiettivo era probabilmente quello di alzare un polverone utile a non far passare l’ordine del giorno che chiede di far luce su un progetto che di trasparente ha avuto ben poco. Un tranello nel quale però la maggioranza non è caduta votando l’ordine del giorno. Il perché lo ha spiegato a chiare lettere il segretario agli Esteri Luca Beccari: “Siamo finiti subito in un intrigo internazionale. Battute a parte, come esecutivo abbiamo una responsabilità amministrativa, dobbiamo assicurare che i soldi pubblici siano spesi nel migliore dei modi, qui siamo di fronte ad una scelta strategica che comporta un investimento di molti milioni di euro. Dunque è richiesta una serenità informativa che non possiamo dire in questo momento vi sia. Del progetto si può condividere lo scopo, gli obiettivi sono tutti parimenti condivisibili, vi sono però elementi sia dal punto di vista amministrativo che procedurale che lasciano punti di opacità. Si chiede di approfondire gli aspetti legati a questa attività posta in essere da Aass, lo si chiede al governo che comunque avrebbe fatto delle verifiche. Questo non significa bocciare il progetto o che ci sia il minimo interesse da parte della maggioranza di volerlo cestinare. Seguendo il ragionamento dell’opposizione avremmo dovuto chiudere i rapporti con l’Italia venti o trent’anni fa perché abbiamo trattato questioni di natura transfrontaliera in quest’Aula. Sarà nostra premura fare approfondimenti, riuscire a fornire a quest’aula un quadro chiaro sulla vicenda”. Infine la stoccata “Si fa la ramanzina su quanto l’odg rovina i rapporti con un Paese e poi non si permette che esso venga cambiato”. La tesi – evidentemente priva di fondamento – sul rischio di una possibile frattura con la Cina ha toccato corde sensibili tanto da spingere il consigliere della Dc Gian Franco Terenzi a decidere di non votare l’ordine del giorno. “Non si viene in Aula – ha detto Terenzi rivolto all’opposizione – a fare i bambini capricciosi, se avevate intravisto dei rischi dovevate acconsentire alla modifica del testo e non accettare di far ricadere tali rischi sul Paese che non è un gioco”.
Repubblica Sm