La vista da via Paolo III o come si usa dire oggi il suo ben noto skyline (la linea del cielo) non sarà più lo stesso. In tanti su facebook hanno scritto di non avere avuto ancora il coraggio di passare per il viale per non guardare in faccia alla strage che si è voluta compiere in barba al volere della cittadinanza. “Chissà – ha scritto Paola Barbara Gozi – se c’erano nidi sulle piante tagliate…mi auguro di no. E i 4 tigli sono stati mantenuti? Io non ho il coraggio di passare di lì. Arrivo alla farmacia e poi torno indietro. Tanto cosa vado a fare? A vedere il cemento”? Altro che boschi urbani, quelli tanto vagheggiati anche dall’architetto Stefano Boeri e che sono presto diventate a San Marino soltanto fantasie poetiche che si sono scontrate con la volontà implacabile di andare avanti con la distruzione. Gli alberi non sono stati tagliati soltanto in via Paolo III e a Murata ma anche nella zona del Casale la Fiorina dove alcuni lettori hanno scattato e poi inviato delle foto che testimoniano come la scure sia arrivata fino a lì. “In una settimana – hanno scritto dall’associazione Porta del Paese – è stato compiuto un vero scempio. Ma che cosa state facendo”? Forse chi guida il Paese è convinto che alla gente del verde non importi nulla e non ha alcuna consapevolezza di quanto quegli alberi che sono stati abbattuti abbiano a che fare non solo con la storia ma anche con la sopravvivenza nostra e dell’intero pianeta. E tuttavia non sanno quanto si sbagliano. E’ sempre sul profilo dell’associazione Porta del Paese che si legge un post in cui si ringrazia Repubblica sm per essersi occupata della vicenda di via Paolo III con queste parole: “grazie per la chiosa e per l’impegno verso la salvaguardia di ciò che è prezioso per 22.700 persone, quelle che hanno interagito con noi in questi giorni difficili chiedendoci di dar loro voce”. 22.700 persone non sono un numero trascurabile anche quando si voglia far finta di non vedere o realmente non si vede perché magari si è convinti che non valga nemmeno la pena guardare. Certo è che tutte queste persone che hanno lanciato l’hashtag #nondimenticheremo pretenderanno almeno di seguire l’iter di via Paolo III a cominciare da che fine faranno i pini che sono stati abbattuti fino a conoscere nel dettaglio dove verranno spesi i 270mila euro per la realizzazione del marciapiede (una cifra che a occhio sembra del tutto incredibile). E allora di certo chi veramente guadagnerà qualcosa dalla strage degli alberi sarà chi andrà a costruire un marciapiede nemmeno del tutto utile ai diversamente abili che si ritroveranno comunque a dover girare in strada. Come non dar ragione allora all’associazione Porta del Paese e alla constatazione di come a San Marino il brutto sia diventato il nuovo nero?
Repubblica Sm