San Marino. Ammontano a 17 milioni le azioni subordinate di Asset

Ammontano a 17 milioni le azioni subordinate di Asset

Il timore è che i risparmiatori non rimborsati chiedano il fallimento di Cassa di Risparmio per non aver rimborsato i due prestiti obbligazionari già scaduti che l’istituto ha in pancia dal momento in cui ha acquistato attivi e passivi di Asset.

 In concomitanza al dibattito sul progetto di legge per il rimborso delle obbligazioni subordinate di Asset Banca che tiene dietro al decreto di oltre un anno fa che ne stabiliva il rimborso integrale, ci sembra doveroso un piccolo promemoria. Non sono pochi infatti gli ex correntisti titolari di obbligazioni subordinate interessati dal provvedimento, né stiamo parlando di una cifra irrisoria visto che in tutto le obbligazioni subordinate di Asset Banca ammontano indicativamente a 17 milioni di euro. Quanto alla loro scadenza, la gran parte delle obbligazioni risulta essere già scaduta rispettivamente il 10 dicembre 2017 e il 1 luglio 2018 mentre una parte è in scadenza il 15 giugno 2023. Vale a dire che i possessori delle obbligazioni scadute, stando anche al decreto legge n. 89, avrebbero già dovuto rientrare in possesso dei propri soldi, detto decreto prevedeva oltre al rimborso integrale anche la possibilità di ritirare no a 50mila euro.
Vero è che il decreto rimandava ad un successivo provvedimento che però a rigor di logica avrebbe dovuto essere assunto prima della scadenza dei titoli. Altrimenti il rischio è che i risparmiatori non rimborsati chiedano il fallimento di Cassa di Risparmio per non aver rimborsato i due prestiti obbligazionari che l’istituto ha in pancia dal momento in cui ha acquistato attivi e passivi di Asset (la banca al momento della liquidazione aveva un indice di solvibilità del 15, 4 punti in più rispetto al limite previsto dalla legge, avrebbe quindi tranquillamente potuto pagare il prestito alla scadenza).
Per non parlare poi del mancato pagamento degli interessi per oltre un anno. I sammarinesi che hanno investito sulle obbligazioni meritano risposte chiare e di non essere trattati da risparmiatori di serie b, stiamo in fondo parlando dei risparmi di una vita. Il pdl non solo non fa chiarezza sul rimborso integrale ma lascia chiaramente intendere che nessun prestito, nemmeno i due scaduti, verranno rimborsati perché essi saranno direttamente trasformati in obbligazioni di Cassa di Risparmio con scadenza addirittura quinquennale e con un tasso che dal 4% passerà al massimo allo 0,75%.
Un tasso inaccettabile visti anche i ‘rischi’ che i risparmiatori si assumeranno. Da qualche tempo a questa parte non si fa che dire come l’istituto pubblico non goda affatto di buona salute tanto che si sta andando verso una fusione dai contorni non del tutto chiari. “Chi è la banca che acquisisce – si è domandata in aula consiliare il consigliere di Rete Marianna Bucci – e la banca target? Cassa di Risparmio è un morto che cammina e dall’altra parte c’è una banca non proprio in salute. E la cosa strana è che la due diligence la sta facendo la stessa società per entrambi gli istituti, come se due persone fossero in causa e a difenderle avessero lo stesso avvocato”.
Anche alla luce di questi elementi dove emerge sempre con più chiarezza come nessun istituto sammarinese goda di ottima salute e come si sia fatto in modo di esclu- dare Asset dal tavolo delle fusioni, appare sempre più inquietante il fatto che i cittadini non possano esser liberi di decidere sui destini dei propri risparmi. La RepubblicaSM