San Marino. Anche il Titano blocca i soldi dell’Isis. Verranno congelati eventuali fondi o società dei leader del califfato presenti in territorio

Foley IsisMentre in rete si diffonde il presunto ennesimo video dell’orrore firmato Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (Isis), emerge la delibera con cui il Congresso di Stato ha adottato le risoluzioni delle Nazioni unite per contrastare il califfato islamico.

La scelta è stata proposta dal segretario di Stato per gli Affari Esteri e quello per le Finanze che hanno relazionato i colleghi riguardo le misure adottate con risoluzioni dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per contrastare il terrorismo, il suo finanziamento e l’attività di Paesi “che minacciano la pace e la sicurezza internazionale”.

In particolare il governo ha accolto le risoluzioni 2170 e 2178 del 2014 dell’Onu. In concreto, come riporta la delibera numero 3 del 14 ottobre, vengono stabilite le seguenti misure restrittive: “congelamento dei fondi e delle risorse economiche detenute o controllate, direttamente o indirettamente, dagli individui che compaiono all’allegato della Risoluzione n. 2170 del 2014 (vedi box, ndr) concernente ISIS e Jabhat al-Nusra, nella versione aggiornata al 15 agosto 2014, i quali dovranno altresì essere aggiunti alle Liste Al-Qaeda; divieto di trasferire fondi, prestare assistenza finanziaria o mettere, direttamente o indirettamente, a disposizione fondi o risorse economiche ai soggetti di cui all’allegato della suddetta Risoluzione”.

Quindi un freno agli eventuali canali finanziari dello Stato islamico che si stima possa contare su circa 2 miliardi di dollari di cui la metà proveniente dal business del petrolio. Ma non solo. Il governo infatti impone il “divieto di ingresso e soggiorno in territorio sammarinese” ai soggetti citati dall’Onu oltre che il “di- vieto di fornitura, vendita e mediazione di armamenti di ogni genere, comprese armi e munizioni, veicoli ed equipaggiamento militari, attrezzature paramilitari nonché dei relativi accessori e pezzi di ricambio”.

Quindi il governo incarica “le autorità e le amministrazioni pubbliche preposte di osservare e far osservare le disposizioni della presente delibera e di controllarne l’esecuzione” a partire dalle verifiche sugli eventuali interessi finanziari dei terroristi sul Titano.

L’inosservanza delle disposizioni della delibera, evidenzia il Congresso, è punita ai sensi degli articoli 57 e 60 della Legge n. 92/2008, ovvero con la prigionia e con l’interdizione di secondo grado per chi “non osserva, ritarda o ostacola l’esecuzione di un ordine, di una richiesta o di un provvedimento emanato dall’Agenzia” e con la prigionia, con la multa a giorni e con l’interdizione di terzo grado per “chiunque compie atti diretti ad eludere le misure di congelamento”.

Davide Giardi, La Tribuna