Progetto di Legge Costituzionale “Modifiche all’art. 14 della Legge Costituzionale 7 dicembre 2021 n.1 – La Magistratura. Ordinamento Giudiziario e Consiglio Giudiziario” (presentato dalla Segreteria di Stato per la Giustizia)
Segretario di Stato Stefano Canti: “Abbiamo presentato una modifica all’articolo 14 della legge costituzionale sulla durata del magistrato dirigente che viene parificata rispetto a quello che era la formulazione degli articoli precedenti fra magistrato dirigente interno e magistrato dirigente esterno. Prima si prevedeva una durata del magistrato interno di 4 anni più 4 anni rinnovabile una sola volta. Mentre per quanto riguarda la nomina esterna del dirigente veniva indicata una durata di 3 anni più 2. Con questo progetto di legge sia il magistrato interno che il magistrato esterno avranno la possibilità di essere nominati per 5 anni rinnovabili una sola volta per ulteriori 5 anni. Io credo che questo faccia fare un passo in avanti alla norma precedente e dà la possibilità di mettere nelle mani del Consiglio Giudiziario il rinnovo del dirigente attuale Canzio. Ci tengo a precisare che non è una norma ad personam, ma è una norma che dà la possibilità al Consiglio Giudiziario di poter riconfermare il dirigente Canzio alla luce di quella che è l’attività lavorativa che lui ha portato all’interno del Tribunale. Credo che vada riconosciuto il buon lavoro che il dirigente Canzio ha svolto all’interno del Tribunale, lavoro che di certo non è completato e che occorre portare avanti. Cosa resta da fare ancora? Resta dover completare l’ammodernamento del sistema giudiziario anche in allineamento a quelli che sono gli standard internazionali. Resta da completare il processo di informatizzazione dell’attività che viene svolta all’interno del tribunale. Credo che il nostro dirigente Canzio abbia tutte le carte in regole per poter completare questo percorso. Di qui è nata all’interno della maggioranza la volontà di modificare l’articolo 14 della legge costituzionale per poter garantire la continuità a questo percorso riformatore del nostro tribunale.”
Massimo Andrea Ugolini (Pdcs): “Con il dirigente Canzio sono stati fatti numerosi interventi dal punto di vista dell’ordinamento giudiziario, norme che sono state vagliate anche degli organismi internazionali nell’ambito del quarto ciclo di valutazione con riscontri molto positivi. Ci sono tantissime attività in corso come quello dell’informatizzazione dell’autorità giudiziaria. Sappiamo molto bene come dal punto di vista amministrativo è già in essere tutto il processo telematico, anche per quello che riguarda il civile siamo a buon punto. Rimane il penale ma credo che il cambio di passo fatto negli ultimi anni sia veramente evidente. C’è la grandissima sfida dell’Europa a cui anche chiaramente il nostro tribunale, la nostra struttura giudiziaria avrà necessità di dare il proprio contributo. Crediamo che l’intervento proposto dal governo e dal segretario Canti sia importante e speriamo che si possa arrivare quanto prima all’approvazione di questo progetto di legge.”
Iro Belluzzi (Libera): “Oggi andiamo a rimuovere quegli ostacoli che non permettevano al Consiglio Giudiziario di andare a nominare una figura esterna al tribunale per più anni, se non in una situazione eccezionale di particolare gravità. La figura del dirigente Canzio, persona riconosciuta a livello internazionale, quantomeno per la sua autorevolezza, per la sua capacità, per il ruolo che ha svolto al di fuori del territorio sammarinese e che sta svolgendo all’interno della Repubblica. Sarà il Consiglio Giudiziario che potrà e dovrà valutare se la figura di Canzio è ancora utile al nostro al nostro paese. Credo, come presidente della Commissione Affari di Giustizia, che ci possa essere un confronto proficuo con la Commissione speciale per le riforme istituzionali, per poter arrivare più velocemente possibile ad aggiustare quegli elementi che magari non funzionano perfettamente. Questo sarà sicuramente un passaggio che darà ulteriore forza alla democrazia della Repubblica di San Marino”.
Matteo Rossi (Psd): “Abbiamo esaminato e valutato con attenzione l’operato del dirigente Canzio alla luce dei dati oggettivi del tribunale. Le riflessioni fatte in quest’aula vanno nella direzione di dire che il lavoro è stato fatto in maniera eccellente e i risultati soddisfano la politica. Per questo, vogliamo mettere il Consiglio Giudiziario nelle condizioni di valutare il rinnovo del presidente Canzio. La modifica di cui parliamo, di portare a 4 anni più 4 più la possibilità di un dirigente esterno per il tribunale, rientra nella filosofia di “working progress” che abbiamo interpretato. Ora riteniamo che la prudenza avuta in passato riguardo ai dirigenti esterni vada parificata. Il lavoro svolto, come l’accreditamento internazionale del nostro tribunale e il calo drastico dei pregressi, è estremamente rilevante.”
Nicola Renzi (Rf): “In altri momenti si sarebbe gridato al colpo di Stato, ma oggi usiamo toni pacati pur credendo che sia un errore. Le nostre valutazioni sull’operato dell’attuale dirigente sono diverse. Cito per inciso la questione della querela nullitatis, caduta nel silenzio. Questa norma, che la maggioranza può adottare, è una legge costituzionale, necessitando dei 2/3. Noi non sosterremo questo cambiamento fatto perché c’è una persona con il mandato in scadenza. È una legge ad personam. Nonostante il rispetto per il presidente Belluzzi, demandare tutto alla Commissione per le riforme istituzionali, mentre si ha fretta per questa legge, non convince. La fretta è motivata solo dalla volontà di riconfermare una persona. Questa è una sgrammaticatura istituzionale. Si cambiano leggi costituzionali come se fossero inezie. Nella passata legislatura la si è voluta costituzionale e ora la si modifica. Il messaggio è pessimo. Abbiamo tentato un confronto in Commissione Giustizia, ma la maggioranza ha tirato dritto. Se dopo cinque anni di un dirigente esterno che ha fatto meraviglie, il tribunale non è in grado di esprimere una sua personalità interna, mi preoccupo.”
Gaetano Troina (DML): “Ribadiamo le nostre osservazioni su questo tema che ci sta particolarmente a cuore: il corretto utilizzo delle fonti, specialmente quando si tratta di una norma di rango costituzionale. Non riteniamo che questo debba essere fatto con leggerezza, ogni volta che se ne presenta una ipotetica necessità. Ricordo che la normativa costituzionale fonda l’intero ordinamento giuridico, e intervenire costantemente implica effetti a cascata. Rivolgo un appello alla commissione speciale per le riforme istituzionali affinché faccia un ragionamento sulla struttura del nostro ordinamento e detti delle proposte per evitare questi corto circuiti, senza focalizzarsi solo su singoli interventi. Non contesto il singolo intervento in sé, ma l’uso leggero dello strumento costituzionale che può creare confusione e difficoltà nel risolvere reali problemi.”
Maria Luisa Berti (Ar): “Ciò che è in discussione oggi è frutto di un confronto nella commissione Affari di Giustizia, con tutte le forze politiche. Rispondo al consigliere Renzi che ha fatto affermazioni piuttosto gravi, definendo quello che facciamo un errore e dicendo che questa è una legge ad personam. Noi diamo gli strumenti normativi al Consiglio Giudiziario per valutare e nominare un dirigente, seguendo standard internazionali come il GRECO. Oggi non nominiamo il dirigente, ma diamo la possibilità al Consiglio Giudiziario di valutare la conferma dell’attuale dirigente. Non mi stupirebbe se il Consiglio Giudiziario rinnovasse il mandato all’attuale dirigente, che ha lavorato significativamente bene per l’ammodernamento della giustizia.”
Giovanni Maria Zonzini (Rete): “Considero questo intervento e la rinomina di Canzio il male minore per il nostro tribunale. Non nascondiamoci, è evidente che questa è una legge fatta per una persona specifica. Anche se forse è Canzio che fa un favore a noi. Nel 2020-21 le riforme hanno dato l’autogoverno alla magistratura, ma la necessità di questa legge dimostra l’incapacità della magistratura di autogovernarsi compiutamente. Di fatto, c’è una richiesta di aiuto alla classe politica. Questo è il tema problematico, non la legge in sé, ma l’incapacità del tribunale di gestire serenamente una transizione. Mi appello ai giudici per un maggiore senso di responsabilità. Il fatto che discutiamo questa legge oggi rappresenta il fallimento di chi ha voluto l’autogoverno. Sono deluso, non da Canzio, ma perché alcune frizioni evidentemente non sono state superate.”
William Casali (Pdcs): “Ritengo che questo atto normativo di modifica costituzionale abbia senso e per comprenderlo è necessario considerare la storia recente. Spesso giudichiamo la magistratura, ma la politica deve fare un esame di coscienza, ricordando magistrati rimossi o nominati in modo forzato. Politica e magistratura, poteri dello Stato, devono collaborare per i cittadini. Abbiamo superato un momento difficile nella gestione del tribunale, che ha richiesto un intervento politico. La modifica del 2020-2021 portava ancora delle difficoltà, con una preferenza per il magistrato di carriera. Con questo intervento, riportiamo la situazione allo stato naturale, dando al governo della magistratura la possibilità di scegliere serenamente tra un magistrato dirigente esterno di chiara fama e uno di carriera. Non facciamo una forzatura, ma mettiamo sullo stesso piano due opzioni che storicamente avevano una differenza. Sono state fatte tutte le valutazioni, rispettando il confronto in aula e tra i poteri.”
Marco Mularoni (Pdcs): “Questa modifica arriva in un periodo in cui scade il mandato del dirigente Canzio. Ci siamo interrogati su questa modifica in Commissione Giustizia. Credo che non sia una forzatura, ma si siano seguiti i passaggi dovuti per una legge costituzionale. Concordo che non si possono modificare le leggi costituzionali ogni 3-4 anni, ma la modifica del 2021 prevedeva una disparità che oggi equipariamo. Non siamo noi l’organo competente a rinnovare il magistrato dirigente, ma è il Consiglio Giudiziario che potrà valutare un ulteriore mandato.”
Paolo Crescentini (Psd): “Questo provvedimento va a dare continuità all’ottimo lavoro iniziato nella scorsa legislatura, in totale discontinuità con quanto fatto prima. Rafforza il lavoro precedente e pone basi ancora ancor più forti, riconoscendo l’ottimo lavoro fatto dal dirigente Canzio. La relazione riporta i numeri dell’attività del tribunale con un cambio di passo notevole, accelerazione dei tempi, snellimento del pregresso e diminuzione delle prescrizioni, grazie al dirigente Canzio. Non ritengo che un voto favorevole dell’opposizione sia un soccorso alla maggioranza, ma un segno di serietà nel riconoscere l’ottimo lavoro fatto. Questo non è un provvedimento ad personam. Mentre si critica questo, si presentano provvedimenti contro le persone, come quello sulle incompatibilità che sembra avere un nome e cognome.”
Giuseppe Maria Morganti (Libera): “Libera si è sempre dichiarata disponibile affinché il nostro tribunale potesse essere gestito da un magistrato dirigente non sammarinese. Questa figura, proveniente da una realtà diversa, potrebbe dare un senso significato profondo alle manifestazioni implicite del nostro importantissimo istituto. Purtroppo, abbiamo notato come all’interno di una realtà così delicata come la giustizia, possano manifestarsi tensioni legate a parti politiche o caratteriali. Chi gestisce la giustizia dovrebbe farlo in maniera asettica, scientifica e con un occhio ai più deboli, attenendosi alle leggi. Sosteniamo che questo progetto di legge debba limitarsi ad aprire all’opportunità di avere un magistrato dirigente non interno al nostro tribunale, che abbia maturato esperienza in realtà diverse. Non siamo d’accordo che si trovino formule per avanzamenti di carriera in questo frangente.”
Emanuele Santi (Rete): “Discutiamo di una legge che permetterebbe la permanenza del dirigente Canzio per ulteriori 5 anni dopo i 5 già fatti. Non c’è nulla di male nel dirlo, così come nel dire che nel tribunale molte questioni non sono risolte. La verità è che se Canzio se ne va, c’è il rischio di ripiombare nel caos. Questo è il vero motivo di questa legge. Bisogna ringraziare il presidente Canzio per il suo lavoro e la sua disponibilità a rimanere. L’importante è essere chiari: oggi abbiamo bisogno del presidente Canzio per mantenere l’equilibrio creato. Però, non va tutto bene; permangono conflitti e bisogna migliorare, come dimostrano le recenti prescrizioni di reati, cosa inaccettabile nonostante i progressi fatti dal 2020.”
Carlotta Andruccioli (DML): “Quando si interviene su una legge, soprattutto costituzionale, bisognerebbe farlo in maniera completa e con cognizione, evitando interventi spot per la credibilità dell’aula. La celerità con cui è stata portata in discussione questa proposta e l’aver evitato una riflessione approfondita in Commissione Giustizia mi fa capire che la maggioranza non intende fare le cose in maniera completa, con l’obiettivo principale del rinnovo del dirigente Canzio. Poco importa come ci si arriva, modificando una legge costituzionale come un decreto delegato. In commissione ci siamo confrontati su altre modifiche importanti per l’ordinamento giudiziario, come evidenziato anche dal dirigente Canzio. Abbiamo discusso del ruolo della Commissione Giustizia, del Consiglio Giudiziario e degli uditori, ma non c’è stata la volontà di approfondire. Nessuno mette in discussione la figura del dirigente che si intende rinnovare, una figura autorevole che ha migliorato il tribunale. Tuttavia, nutrivamo perplessità sul rinnovo di 5+5 anni, pensando che le leggi debbano essere generali e astratte.”
Enrico Carattoni (Rf): “Ricordo la riforma dell’ordinamento giudiziario del 2003, modificata raramente fino al 2021, quando una nuova riforma viene già cambiata sul criterio di straordinarietà per i dirigenti esterni. I problemi di straordinarietà di 5 anni fa evidentemente persistono. Questa legge serve perché il dirigente del tribunale rimanga in carica per governare questa straordinarietà non terminata. Mi chiedo se non ci fossero altri elementi da valutare invece di agire in emergenza. Forse serviva un confronto più approfondito, ad esempio sul tema degli avvocati nel Consiglio Giudiziario e sul conflitto di interessi. Temo che dovremo riaffrontare questi temi in futuro, perché questa straordinarietà purtroppo non è finita.”
Gian Matteo Zeppa (Rete): “Credo che questa legge costituzionale abbia il suo perché. Non possiamo dimenticare gli anni bui della giustizia e della politica. Cerco di guardare avanti: una legge costituzionale necessita di 39 voti, altrimenti andrebbe a referendum confermativo entro 90 giorni. Temo che andare a referendum, con le attuali leggi senza quorum, potrebbe riaprire appetiti biechi legati alla legge costituzionale 1 del 2021, nonostante i meriti riconosciuti anche dal GRECO. Non voglio permettere un passo indietro con il rischio di un referendum su questa questione. Il presidente Canzio non lo meriterebbe, ha portato regolamentazione dopo un periodo difficile. Rischiare di riaprire un fronte politico sulla giustizia è inaccettabile. Il mio consiglio al governo è di coinvolgere maggiormente la politica e responsabilizzare i magistrati. Dall’alto del mio voto, dico no a questo rischio.”
Gian Nicola Berti (Ar): “Questo progetto di legge è un ulteriore passaggio in avanti verso una situazione della quale soprattutto i cittadini potranno beneficiare. Uno degli elementi che ci aveva fatto più dubitare nelle scorse legislature, due legislature fa in particolare, era su certe figure di persone molto competenti, brave e illustri esperti del diritto costituzionale di altri paesi, però che nel ruolo dei magistrati dirigenti sono venuti decisamente meno ai loro doveri, e mi riferisco chiaramente ai non magistrati che hanno ricoperto questo ruolo. Da questo punto di vista si è creata una disparità tra il magistrato dirigente eletto tra i magistrati e il dirigente del tribunale non magistrato. Credo che l’esperienza del presidente Canzio sia stata utile, che questa situazione vada consolidata e questo progetto di legge sia un ulteriore passaggio in avanti.”
Vladimiro Selva (Libera): “Il progetto di legge depositato a gennaio affronta la possibilità per un professionista di chiarissima fama ed esperienza nella direzione degli uffici giudiziari, pur non essendo magistrato, di dirigere il tribunale a San Marino. Già nel 2021 ci sembrava che questa fosse un’opzione in più per il Consiglio Giudiziario nella scelta del dirigente. Oggi verifichiamo se l’aula condivide questa opzione, legata in parte alla possibilità dell’attuale dirigente di continuare il suo lavoro. A nostro avviso, poteva essere l’occasione per altri aggiustamenti all’ordinamento giudiziario, come la rappresentatività del Consiglio Giudiziario, il ruolo dell’avvocatura e della Commissione Affari di Giustizia. Purtroppo, i tempi non hanno permesso modifiche più condivise, ma la questione è stata inserita nella Commissione per le riforme istituzionali.”
Manuel Ciavatta (Pdcs): “Non possiamo non esprimere la gratitudine e riconoscere il merito che il presidente Canzio ha avuto nel percorso del tribunale. L’auspicio è che questa presenza possa continuare ad esserci, e questa norma potrà sicuramente consentirlo. Questa è una legge costituzionale, e in Commissione Giustizia si era valutata la possibilità di aggiungere altri provvedimenti, ma la questione verrà rimandata alla Commissione speciale per le riforme istituzionali. Riteniamo importantissimo che la riflessione su questi aspetti possa continuare per migliorare ulteriormente la struttura giudiziaria. Il tribunale oggi è dotato di più risorse e la giustizia è un aspetto che qualifica fortemente l’attrattività del nostro paese.”
Segretario di Stato Stefano Canti: “Tengo a chiarire che questa legge non è una legge ad personam, come già detto, ma un provvedimento che vale per sempre. Precisiamo che modifichiamo solo un articolo di una legge costituzionale più ampia. Ricordo che il comma successivo riguarda un progetto di legge sulla ragionevole durata del processo. Credo che ci siano tutti i requisiti per approvare questo progetto di legge con ampia maggioranza, evitando così un referendum. Ringrazio nuovamente il dirigente Canzio per la sua attività e tutto il personale della giustizia.”
Votazione dell’articolato
Articolo 1 – Modifiche dei commi 1 e 4 dell’articolo 14 della Legge Costituzionale 7 dicembre 2021 n.1
Approvato con 42 voti favorevoli, 4 contrari e 5 astenuti
Articolo 2 – Norma transitoria
Approvato con 41 voti favorevoli, 4 contrari e 5 astenuti
Articolo 3 – Entrata in vigore
Approvato con 40 voti favorevoli, 4 contrari e 5 astenuti
Dichiarazioni di voto
Giovanni Maria Zonzini (Rete): “La nostra posizione, come detto, è distinta dalla maggioranza, ma voteremo a favore solo per un senso di responsabilità istituzionale che ci costa molto, anche personalmente. Spiace constatare che, senza i nostri voti, la maggioranza non avrebbe avuto i 39 voti per approvare gli ultimi due articoli. Forse la maggioranza dovrebbe essere più organizzata, altrimenti si rischia un referendum su una legge di questo tipo. In ogni caso, per senso di responsabilità e senza pretendere niente in cambio, perché noi non vendiamo i voti, voteremo questa legge pur con le riserve espresse.”
Iro Belluzzi (Libera): “A nome della maggioranza, mi esprimo a sostegno di questa modifica all’ordinamento giudiziario. Ringrazio il segretario di Stato Canti per la celerità con cui ha portato avanti questa riforma necessaria. Come presidente della Commissione, riporto la volontà di lavorare per aggiustare le norme, seguendo anche le indicazioni del dirigente Canzio. Ringrazio il partito Rete per il sostegno. Questo è un passaggio importante, condiviso da più parti. Chi si è astenuto oggi, spero possa sostenerci in futuro.”
Fabio Righi (DML): “La mia forza politica si è astenuta e si asterrà, ma non possiamo accettare che questo voto sia visto come un giudizio negativo sul lavoro svolto finora. Qualcuno sembra voler far dipendere da questo voto l’essere amici o nemici del tribunale, ma non è così. Segnalo che solo grazie al voto positivo dei colleghi di Rete il provvedimento è passato. Ribadisco che la nostra astensione non è un demerito verso il lavoro del tribunale o del dirigente Canzio.”
Il Progetto di Legge è approvato in seconda lettura con 44 voti favorevoli, 4 contrari e 5 astenuti