San Marino. Arrestato Gabriele Gatti, da 30 anni l’uomo forte del Titano. Ecco di che cosa è accusato.

IMG_5412_1024ARRESTATO Gabriele Gatti, 62 anni, uno dei leader incontestati della politica sammarinese negli ultimi trent’anni. Personaggio conosciutissimo anche fuori dai confini della piccola Repubblica per aver ricoperto l’incarico di segretario agli Esteri per 16 anni consecutivi.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita ieri mattina, alle prime luci dell’alba, mentre Gatti si preparava per uscire e andare a caccia.

Ed è stato allora che gli uomini del Nucleo antifrode della Polizia civile di San Marino hanno notificato il provvedimento emesso dai giudici inquirenti Alberto Buriani e Antonella Volpinari dopo aver perquisito anche l’abitazione.

Le ipotesi di reato a carico di Gabriele Gatti sono: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al voto di scambio. Sono stati inoltre contestati specifici episodi di riciclaggio. Un arresto che, in qualche modo era nell’aria da tempo. Da quando l’inchiesta Conto Mazzini – che ha scoperchiato una vera e propria tangentopoli in chiave sammarinese – è decollata, ormai oltre un anno fa, il nome di Gatti continuava ad aleggiare.

E non erano pochi quelli che si chiedevano quando sarebbe giunta la sua ora, visto che altri potenti del calibro di Fiorenzo Stolfi e Claudio Podeschi (anche loro ex segretari di Stato) erano già finiti ai Cappuccini. L’ultimo c’è rimasto per oltre un anno.

Il filo rosso che lega questo filone della più ampia indagine (Conto Mazzini) il cui processo prende il via domani, è l’esistenza di quella che i magistrati non esitano a definire «un’associazione criminale» che suon di tangenti poi riciclate nei modi più vari (dagli investimenti immobiliari alle operazioni finanziarie alle decine di conti aperti sia a San Marino che all’estero) controllava la vita economica, politica e finanziaria del Paese.

INGENTISSIMO il patrimonio che sarebbe transitato da conti e società, poi successivamente reinvestito, intestato a Gabriele Gatti: secondo gli inquirenti solo a San Marino ammonterebbe a 3 milioni e mezzo di euro, ma altre decine sarebbero andate fuori dai confini del Titano. Molti potrebbero essere poco lontano, a Lugano, in Svizzera.
I fatti contestati dai magistrati riguardano un periodo che va dal 1999 fino a questi giorni. Infatti sarebbe recentissimo il reinvestimento di una parte di denaro in una polizza assicurativa intestata a Gatti. Denaro che i magistrati ritengono provenire da tangenti.

Tra gli episodi contestati la speculazione da 60 miliardi di vecchie lire dei Tavolucci, la zona dove anni fa fu costruito il centro servizi in cui tra gli altri uffici ha trovato sede il Tribunale Unico di San Marino. Senza dimenticare quello che gli inquirenti definiscono un vero e proprio condizionamento del libero esercizio dei diritti elettorali, tramite il pagamento delle spese di viaggio e alloggio dei sammarinesi residenti all’estero che rientravano per votare. Non manca, nell’inchiesta, il capitolo che riguarda i tentativi di screditare i magistrati, incontri registrati proprio da qualcuno che faceva parte di quelle riunioni ‘strategiche’ organizzate per cercare di bloccare le indagini.

L’inchiesta che riguarda Gatti analizza meticolosamente tutti i pasaggi di denaro transitati attraverso i conti Carm, Giovanni, Baronio, Rolex, 7 maggio 2001, Novantuno, Santo, Euro 1, Eurolandia, alcuni intestati allo stesso ex ministro, altri a persone o società riconducibili – sempre secondo l’ipotesi accusatoria – allo stesso Gatti.

L’inchiesta attraversa un lungo periodo della storia sammarinese, ne deriva che numerosi reati societari, di appropriazione indebita, abuso di ufficio, concussione sono ormai prescritti. Ma restano in piedi quelli di riciclaggio e associazione a delinquere. I magistrati sono convinti che Gatti possa continuare a reiterare i reati da loro ipotizzati anche grazie all’appoggio di stimati e noti professionisti (l’inchiesta analizza anche questa serie di rapporti), operatori bancari, funzionari di istituzioni e associazioni.

Per questo hanno ritenuto che la misura cautelare da applicare fosse quella della custodia nel carcere dei Cappuccini, la cui soglia è stata varcata da Gabriele Gatti, ieri mattina intorno alle 8,20 (il legale di fiducia è l’avvocato Filippo Cocco del foro di Rimini).

Viso un po’ tirato ieri mattina all’arrivo in carcere, ma nessuna nota di scompostezza in quest’uomo che in fatto di eleganza ha sempre avuto pochi rivali. Dopo essersi cambiato dall’abbigliamento da caccia ha indossato il suo classico dolcevita di colore scuro, un paio di jeans, la giacca, scarpe classiche ed ha preparato una valigia. Non molto capiente.

Il Resto del Carlino