
“Opposizioni dovrebbero promuovere uno sciopero fiscale dei contribuenti ed obbligare il governo a pretendere prima il pagamento delle somme milionarie di ‘famose’ banche di cui parlavano i giornali proprio in questi giorni (13-14 milioni di euro ma secondo altre fonti 40 milioni), e gli arretrati di pagamento di utenze, contributi Iss, tasse di persone fisiche e società che ammontano a cifre stratosferiche”.
“… l’estate sta nendo…—“ cantavano anni fa i Righeira. E’ quello che ci sta succedendo. Un Paese in rapidissimo declino, guidato – si fa per dire- da un governo (con la g minuscola ) incapace di tutto ma talmente arrogante da non ammettere il suo totale fallimento e quindi la necessità di passare la mano per trovare soluzioni politiche – a partire da un Governo di Unità Nazionale -in grado di attuare politiche di emergenza ed aprire un nuovo ciclo economico. Senza un nuovo ciclo economico non c’è salvezza ed inutili ed ingiuste risultano le costosissime pezze che vengono imposte.
Solo con un nuovo ciclo economico -da identificare e concordare con i Paesi amici ed in particolare l’Italia – si possono identificare e costruire nuove opportunità economiche che consentano il rilancio della economia e sbocchi occupazionali alternativi alla P.A. che evitino macelleria sociale.
Nulla di tutto ciò all’orizzonte. Questa Maggioranza-Minoranza per immobilismo ed incompetenza non ha cavato un ragno dal buco e ci ha condotti con tasse, balzelli e tagli ad una situazione economica al collasso e senza prospettiva che –date le dimensioni di San Marino – rischia anche di compromettere la sovranità ed in- dipendenza del Paese.
Questa maggioranza-minoranza ha preferito la sua stentata sopravvivenza, tenuta in piedi dai suoi consiglieri non eletti, muti ed obbedienti, che possono vantare di essere lì a decidere la sorte di tutti “forti“ delle 20 preferenze raggranellate fra i parenti stretti si e no, mentre prosegue la deserticazione economica del Paese ed il tracollo di tutti i settori portanti del Welfare, sanità e scuola in primis.
Siamo all’autunno della Repubblica che preannuncia un inverno terribile.
Si sono incrociati tre fenomeni negativi: il famoso cigno nero o la tempesta perfetta che dir si voglia:
1) Non una crisi ciclica ma una crisi di sistema: il sistema delle fatture e del miniparadiso fiscale con tutta la corruzione, le distorsioni e i sistemi di condizionamento elettorale (il pubblico impiego per 4000 persone, il voto estero ecc.) che ha determinato nella società e nella testa di noi cittadini-sudditi a pancia piena.
2) Una finta proposta politica di rinnovamento di una coalizione improvvisata di reduci di partiti di governo nei trent’anni precedenti e, sua purezza, Alleanza Popolare che governa ininterrottamente da 15 anni e ha fatto cadere gli ultimi tre governi.
3) La mancanza di una vera classe dirigente autonoma e credibile in grado di offrire letture e proposte ad una popolazione sconcertata e spaventata che ha votato – in larga parte pentendosi – non per un vero nuovo ma per un lavato con perlina, la coalizione Adesso.sm che con il 30 % del consenso (20 consiglieri ) si ne è pappata altri 15 con il premio di maggioranza.
due proposte:
1) Bloccare la iniqua Patrimoniale -un furto con scasso di un Governo incapace che ruba ai cittadini per graziare i suoi sponsor più o meno occulti –. Le forze politiche di opposizione dovrebbero promuovere uno sciopero fiscale dei contribuenti ed obbligare il Governo a pretendere prima il pagamento delle somme milionarie di “famose“ banche di cui parlavano i giornali proprio in questi giorni (13-14 milioni di euro ma secondo altre fonti 40 milioni), e gli arretrati di pagamento di utenze, contributi Iss, tasse di persone siche e società che ammontano a cifre stratosferiche di svariati milioni di euro, ed in caso di mancato pagamento procedere alla confisca dei beni immobile e mobili delle società e dei relativi soci.
Solo dopo questa operazione di giustizia e trasparenza, se ancora necessario, si potrà procedere ad interventi fiscali straordinari finalizzandoli ad investimenti per l’inizio di un nuovo ciclo economico.
2) Una nuova legge elettorale che almeno fissi il tetto indispensabile per adire al premio di maggioranza (non meno del 42-45% dei consensi) e magari – ma mi pare che non ci siano le condizioni politiche per una riforma complessiva del sistema – l’elezione diretta della Reggenza nell’ambito di un sistema presidenziale con la ridefinizione dei poteri di controllo del Consiglio, con un Congresso più tecnico e di nomina Reggenziale, con l’ampliamento del potere delle Autorithy ecc.
Ampio programma dirà qualcuno. Può darsi ma siamo sull’orlo del burrone.
Dario Manzaroli