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  • San Marino. ARTICOLO INTEGRALE – Polemiche anche sui disservizi (da Repubblica Sm)

    Nel 2018 era stato sottoscritto un protocollo di intesa tra Aass e le varie associazioni dei consumatori per dare la possibilità agli utenti con oggettive difficoltà nel far fronte al pagamento delle bollette di poterle rateizzare. Tuttavia dal primo gennaio 2019 è tornato in vigore un decreto la cui applicazione era stata sospesa dalla passata direzione di Aass. “Tale decreto – ha spiegato il presidente di Ucs Francesca Busignani – reintroduce la mora che paradossalmente va a colpire anche coloro che sulla base di un piano di rientro già concordato stanno regolarmente pagando le proprie rate. Ho già scritto una lettera al direttore di Aass che informalmente ha risposto di essere in attesa di un confronto con il Segretario competente affinché valuti la possibilità di sospendere l’efficacia del decreto con un altro decreto. Spero una risposta possa arrivar presto perché il rischio è che ad andarci di mezzo siano le fasce più deboli della nostra popolazione. Non parliamo di furbetti ma di persone realmente bisognose”. Abbiamo già più volte ascoltato la voce di una di queste persone, la sig.ra Donna Burgagni, raccontare a questo giornale l’effettiva difficoltà di pagare regolarmente le bollette. “In passato l’azienda ci dava la possibilità di pagare un po’ alla volta, sulla base delle nostre necessità. Avevamo più respiro d’estate perché siamo senza lavoro e l’assegno di disoccupazione supera di pochissimo le cento euro. Ora invece l’azienda ci ha prospettato un piano di rientro che non può essere dilazionato oltre l’anno – ha detto la Burgagni – così facendo alcune persone disoccupate tra cui la sottoscritta non riescono a far fronte al pagamento delle rate perché troppo onerose. Da Aass ci hanno fatto sapere che così stando le cose, per coloro che risultano inadempienti, il debito residuo verrà preso in carico dall’esattoria di Bcsm. Una cosa che considero assurda perché non parliamo di grosse cifre, si tratta al massimo di 1000, 2000 euro, per le quali, se è vero che Bcsm dà la possibilità di pagare in 5 anni, viene però richiesta addirittura la garanzia della casa”. Interpellato su questo punto il direttore di Aass Raul Chiaruzzi ha spiegato a noi di Repubblica sm perché considera questa scelta l’unica possibile e la sua bontà. “La decisione di procedere in questo senso – ha detto – è stata presa soprattutto per andare incontro agli utenti. Concedere più tempo non sarebbe stato di alcuna utilità perché anche se è vero che si tratta di piccole cifre, il debito avrebbe continuato ad aumentare e le rate ad accumularsi. Se dunque l’utente non è in grado di far fronte alle rate del piano di rientro è giusto che il debito passi all’esattoria di Bcsm così come è accaduto ad esempio per l’Azzurro. L’azienda dal canto suo non ha strumenti per il recupero crediti che deve essere gestito esternamente. Essa pur avendo un ruolo decisamente importante nell’erogare servizi alla cittadinanza, non ha però quella funzione di sostegno sociale che altre realtà invece hanno e alle quali le persone con particolari difficoltà possono rivolgersi”. A proposito di servizi c’è però chi parla piuttosto di disservizi. Un problema a caso è quello che i cittadini continuano a sollevare e che riguarda la rottura dei cassonetti e del mancato rispetto del calendario di ritiro dei rifiuti. Criticità non da poco che farebbero pensare ad un’azienda molto attenta nel tentare di levare la pagliuzza nell’occhio degli utenti più in difficoltà pur non scorgendo la trave infilata nel proprio.

    Repubblica Sm