Si sta facendo di tutto, ma proprio di tutto, per distogliere l’attenzione dei cittadini dalle vicende di banca Cis. Si è tentato per esempio di mettere il bavaglio alla libera stampa invitando i giornalisti ad abbassare i toni e ad occuparsi magari di altro per non creare allarmismi. Si è parlato del suo storico Ad, pur citato nelle ordinanze del Tribunale e pur sostituito in fretta e furia dopo gli arresti domiciliari e successiva scarcerazione, alla stregua di un uomo “strainnocente”. Si è in ultimo provato – come ha ben scritto il direttore di Giornalesm Marco Severini – a gettare ombre sull’intero sistema lasciando intendere che banca Cis non è diversa dalle altre banche che operano a San Marino. Lo si è fatto prima con un decreto che di fatto estende le garanzie dello Stato a tutte le banche e poi facendo circolare notizie che non ci risultano essere vere sullo stato di salute di altri istituti sammarinesi. Segno che il progetto distruttivo continua e che non c’è nessuno disposto a fermarlo. Sembrerebbe addirittura che sia partito l’ordine di scatenare l’inferno. La maggioranza scarica Celli e va avanti, i vertici di Bcsm vengono decapitati ma poi al posto di Savorelli arriva Moretti che le carte giudiziarie descrivono come compiacente esecutore delle richieste di Banca Cis. Moretti viene cacciato via perché nel frattempo la magistratura non è stata con le mani in mano e la neo presidente Tomasetti pur al corrente delle sue malefatte compiute per coprire i guai di un istituto, commissaria banca Cis solo dopo l’intervento del Tribunale e sottolineando di essersi permessa di farlo unicamente perché la stessa banca avrebbe preteso quel provvedimento di rigore. Il rischio vero è quello di non capirci più nulla, ciò su cui forse il regista di questo film dell’horror conta davvero. Ma si può dimenticare per esempio l’operazione titoli che un recente procedimento penale ha descritto come soltanto la punta di un iceberg? Non era già sufficiente? Tanto per rinfrescare la memoria prendiamo a prestito le parole del Fatto Quotidiano che il 21 febbraio del 2018, quasi un anno fa, dava conto di come fosse avvenuta quell’operazione.
“Il pm (in sammarinese si dice Commissario della legge) Simon Luca Morsiani ha ordinato perquisizioni a carico di Savorelli e del funzionario della Bcsm Filippo Siotto, accusati di “concorso nel misfatto di amministrazione infedele”. I due, “operando al di fuori dei poteri istituzionali e del mandato ricevuto” avrebbero impiegato “non meno di 49 milioni di euro” nell’acquisto di “titoli illiquidi e privi di rating” per sostenere la Banca Cis. La quale, nota Morsiani, negli stessi giorni di luglio 2017 in cui ha venduto i titoli spazzatura alla banca centrale ha contabilizzato il ricavato “per l’azzeramento di posizioni di debito in precedenza registrate a carico di Okaue Chio”e di società “alla stessa riconducibili” per oltre 34 milioni. La signora Okaue Chio, ha accertato Morsiani, è la moglie dell’indagato Siotto ma è anche l’amministratore unico della Advantage Gfc Advisors, società lussemburghese facente capo al noto finanziere Francesco Confuorti”.
Quando la cosa venne fuori a San Marino non solo non destò imbarazzo ma nei confronti di Siotto venne espressa da parte del Ccr solidarietà. Diverso fu il trattamento riservato a chi invece aveva puntualmente denunciato i vari intrecci nella cornice del Consiglio grande e generale. Elena Tonnini, consigliere di Rete, fu citata da Confuorti e ad oggi attende ancora la tutela legale da parte di quello Stato che con i suoi interventi ha cercato di difendere. Oggi a chi va la solidarietà del governo?
Repubblica Sm