Rilevo con soddisfazione che il tema dell’Arengo sta prendendo quota e sta diventando popolare attraverso le prime assemblee nei Castelli. A questo punto va continuata e rafforzata la campagna per l’Arengo, ma nel contempo bisogna stabilire i grandi obiettivi da raggiungere.
La situazione del Paese è talmente grave che si rende indispensabile una rottura istituzionale e di sistema. Non si può correre il rischio di ottenere una “vittoria mutilata” come la definì nel 1906 Pietro Franciosi il quale voleva cambiare un governo chiuso e conservatore oltre che rendere il Consiglio eleggibile. Voleva rinnovare uomini e idee per instaurare un governo a democrazia diretta. Voleva che il potere esecutivo fosse affidato a persone di livello e di fiducia per un periodo di tempo determinato. Sosteneva che il governo doveva diventare amministratore della volontà del popolo.
Ad oltre un secolo di distanza si presenta la stessa situazione di emergenza aggravata da una crisi economica gravissima. La partitocrazia sta tirando gli ultimi respiri e dà il peggio di sé per cui è necessario un periodo di decantazione che si può ottenere con un governo della Reggenza composto da 5 cittadini al di fuori dei partiti, con l’impedimento a candidarsi in successive consultazioni elettorali, col compito di attuare provvedimenti straordinari che riportino il Paese in sicurezza e che garantiscano il passaggio alla democrazia diretta. Al termine del mandato si ritornerà alla normalità attraverso Elezioni con una legge giusta, democratica e proporzionale.
Per diventare moderni dovremo ritornare al passato senza alcun timore. Non posso neppure lontanamente pensare di lottare per convocare un Arengo che assomigli ad un referendum istituzionale, che tra l’altro il popolo non capirebbe, perché il grande obiettivo è quello di cambiare il sistema, di passare alla democrazia diretta e di favorire la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica per ridare San Marino ai sammarinesi.
Emilio Della Balda