Avv. Selva: “Noi chiediamo, ma è possibile nominare dei magistrati capaci che abbiano i requisiti previsti dalla legge? I fruitori della giustizia vogliono chiarezza. Se c’è una incompatibilità (che non è ineleggibilità) va rimossa immediatamente, in un secondo. Inutile discutere, basta una misura camerale”.
Normalizzazione è ciò che da tempo chiede il Paese. Ma sulla giustizia lo scontro in atto è determinato dalla mancanza di risposte chiare che sono a ben vedere le grandi assenti di ogni dibattito. Così martedì sera è andata in onda su Rtv una puntata di Indaco condotta dal giornalista Sergio Barducci dove tra gli altri è intervenuto il presidente dell’ordine degli avvocati Alberto Selva (foto) che rivolgendosi ai politici presenti in studio ha detto: “Io confesso di essere molto a disagio in questa situazione, certo di rappresentare anche gli altri aderenti all’ordine. Vi invito a guardare avanti, stiamo parlando del terzo potere dello Stato che ha una importanza fondamentale, occorre focalizzarsi sui diritti delle persone, sulla radice della giustizia, il termine jus vuol dire diritto, un diritto naturale. Non c’entrano niente le vostre leggi, le vostre leggi sono morte, le scrivete ma il diritto è qualcosa che vive. L’ordine degli avvocati ha scritto che non entriamo nel merito, ma solo per il momento, poi nel merito ci entreremo eccome.
Credo che una delle ragioni per cui ci si trova in questa situazione è perché avete smesso di consultarci. Noi abbiamo il dovere di partecipare. Molti prima di voi ci facevano partecipare, ci consultavano e ci chiedevano pareri, cosa che negli ultimi anni non è più accaduta. Noi chiediamo, ma è possibile nominare dei magistrati capaci che abbiano i requisiti previsti dalla legge? I fruitori della giustizia vogliono chiarezza. Se c’è una incompatibilità (che non è ineleggibilità) va rimossa immediatamente, in un secondo. Inutile discutere, basta una visura camerale. All’epoca del Collegio dei Garanti se c’erano delle incompatibilità l’incarico non doveva essere assunto”.
Portando avanti le questioni senza risolverle facendo chiarezza, è stato il senso del ragionamento svolto da Selva “la politica rinuncia a favore di altri poteri perché non si governa il primato dell’amministrazione della giustizia. La politica non deve entrare quando i magistrati fanno le sentenze. Ma insieme la politica deve amministrare la giustizia”. Parole molto dure quelle di Selva che però non hanno avu- to l’effetto di far dire al Segretario alla Giustizia presente in sala come stanno veramente le cose. Sull’in- compatibilità di Gazzetta Renzi ha lasciato intendere di essere (forse) a conoscenza di qualche elemento legato alle visure in possesso dei consiglieri di minoranza, che non sarebbero aggiornate, continuando però a sostenere di non poter rivelare nulla perché il farlo spetterebbe allo stesso dirigente del Tribunale che in una lettera ha spiegato come non ci sarebbe alcuna incompatibilità.
Ed è stato sempre Renzi a definire Guzzetta il simbolo della sindrome sammarinese, ovvero chi tocca muore. “Quando una persona – ha detto – da fuori pur con competenze arriva a San Marino viene passato ai raggi x non con il tentativo di rispettare la legalità ma per distruggerlo. Una logica che il consigliere Elena Tonnini ha respinto con entrambe le mani: “Non sono stati rispettati elementi di legalità – ha detto – e non sono stati rispettati elementi di imparzialità. Guzzetta è stato incompatibile sia da presidente del collegio garante (dove non ha comunicato l’incompatibilità) sia quando ha assunto il ruolo di dirigente. Poi si è provveduto con una norma a sanarne un’altra. Si usa il potere legislativo per sanare errori fatti. Quando si fanno le nomine si fanno anche le veri che, di recente Ssd ha dovuto ritirare una nomi- na per via di una incompatibilità. Qui c’è la piena consapevolezza dell’incompatibilità e non si fa nulla, sono due mesi che è stato nominato. La politica è stata chiamata a esprimersi su questi temi a modificare l’ordinamento giudiziario per fare in modo che si adattasse a una persona e non che fosse la persona ad adattarsi all’ordinamento giudiziario come è giusto che sia”. La Repubblicasm