• Screenshot
  • San Marino. “Bocche cucite” in un PDCS compatto sul “no” all’odg di Rete che finisce per spaccare in tre tronconi il Movimento… di Enrico Lazzari

    Bocche cucite, stamane, in “casa-DC” all’indomani della Direzione politica tenuta nel tardo pomeriggio di ieri. Bocche cucite con i media e bocche cucite pure con gli alleati di governo. Quindi, i casi sono due: o la riunione si è protratta fino a tarda notte e nessun protagonista di quella riunione si è ancora svegliato, o la decisione assunta è drastica e richiede la massima riservatezza fino alla sua ufficializzazione che verrà affidata ad un comunicato stampa in cui ogni singola parola andrà pesata e calibrata.

    Più verosimile la seconda… Anche il silenzio, la riservatezza, comunque, diviene un indizio in momenti così delicati per il futuro dell’Esecutivo e della maggioranza. E, in questo caso, lascia intendere -a rigor di logica e al di là di quella che sarà la comunicazione ufficiale- che la prossima sessione del Consiglio Grande e Generale sarà “interessante” e tumultuosa, anche se da oggi al prossimo 23 maggio (giorno di convocazione dei lavori parlamentari), le diplomazie di Dc e Rete, con il resto della maggioranza a sua volta protagonista, saranno al lavoro nel tentativo di evitare lo scontro frontale che si consumerà quando i “Sessanta” arriveranno ad affrontare l’ultimo punto dell’ordine del giorno dei lavori che prevede, appunto, la discussione e il voto dell’atto di “commissariamento” della Segreteria alle Finanze e di “bocciatura” del suo vertice, il democristiano Marco Gatti.

    In ogni caso, per quel poco e nulla che è trapelato, in casa democristiana si sarebbe trovata l’unanimità nel “condannare” l’ennesima “provocazione” di Rete, già mesi addietro protagonista di un sonoro attacco allo stesso Segretario di Stato di Via delle Scalette (leggi qui) su una “partita di giro” finanziaria trasformata come per magia, da Rete, in una spesa milionaria (vicenda art.3bis, per capire).

    Gatti, del resto, sembra essere da tempo l’obiettivo preferito di Rete che, poche settimane fa, con il suo “no”, ha costretto governo e maggioranza a ritirare il progetto di legge di istituzione del famoso e contestato DES, quando questo era già in Aula per la “prima lettura”. In quel caso -senza scendere nel merito della validità o meno del progetto di sviluppo bloccato- il braccio di ferro, lo vinse Rete… Oggi sembra tutto diverso: la pazienza di Dc e alleati sembra finita.

    La Dc la sua mossa, in ogni caso, l’ha ormai fatta. E se il silenzio inviolabile diviene un indizio importante nell’analisi di quello che potrebbe essere successo ieri sera in Via delle Scalette, lo sarà altrettanto per gli “strateghi” politici del Movimento che, sul suo “odg di guerra” ha trovato l’opposizione -dichiarata e ufficiale- anche di una sua componente interna. I giorni che ci separano dalla conclusione dei lavori consigliari della settimana prossima (23-25 maggio) saranno decisivi anche per la compattezza dei “simil-grillini” biancazzurri, che già in passato hanno perso una parte “intransigente” del loro gruppo parlamentare, confluita nel gruppo misto.

    Quindi, se gli “indizi” lasciano intendere una DC -e una maggioranza alternativa a Rete- compatta e stretta sul voto contrario all’odg della discordia, il Movimento Civico non è compatto sul voto favorevole neppure al suo interno. E la preventiva dichiarazione di contrarietà affidata in forma ufficiale al suo profilo Facebook da un consigliere retino, lascia intendere che anche all’interno di Rete la “guerra” vera e propria, la battaglia finale è ormai in corso. E questo, sulla base di quanto sopra esposto, appare un fatto e non una indiscrezione.

    Cosa succederà in Rete, comunque, sarà conseguenza della posizione democristiana che vedrebbe un unitario voto contrario all’odg, ma con sfumature diverse fra le posizioni di Gatti e quelle di Giancarlo Venturini e Marco Beccari, mentre la componente Cielle -pur allineata con il partito sul voto contrario, al pari di Teodoro Lonfernini– sembra essersi posta ai margini in questa vicenda.

    Mentre il primo sarebbe determinato a chiudere fin da subito ogni possibilità di ricomposizione della frattura in maggioranza, i secondi sarebbero disponibili a lasciare uno spiraglio di confronto che permetterebbe, magari attraverso il ritiro da parte di Rete dell’odg e la presentazione di un documento comune, di rattoppare la crisi. In ognuno dei due casi, però, la tensione interna al Movimento si andrà ad inasprire sensibilmente e il “muro contro muro” fra le diverse componenti potrebbe addirittura spaccare in due o più tronconi la forza politica.

    In questo scenario, i “transfughi” potrebbero riunirsi ai “nudi e puri” della prima ora che, a loro volta, non avrebbero più ostacoli nel riportare il movimento alle sue origini “urlanti” e sterili, magari -si dice nei corridoi del Palazzo- trovando poi una alleanza elettorale con Demos e, forse, Libera, a sua volta “vittima” di un possibile “alleggerimento”, emorragia di attivisti e consiglieri, a vantaggio della nuova Aggregazione Socialista, che sposterebbe l’asse del partito ancora più a sinistra.

    Analisi che, ovviamente, trovano la ferma smentita in ogni componente di Rete: “In Rete non sta succedendo nulla di che…”; “In Rete non succede nulla”…

    Difficile creder loro. Se l’esperienza di governo di Rete dovesse chiudersi, la resa dei conti interna subirà quasi certamente una repentina accelerazione. Ma anche in caso contrario, ovvero con il ritiro dell’odg ormai famoso, lo scontro interno sarebbe pesante e, se non nell’immediato, porterebbe ad un innalzamento dello scontro interno fra le diverse componenti e la formalizzazione di quella spaccatura che è nell’aria ormai da mesi.

    Non ci resta che attendere la conclusione dei lavori consigliari della settimana prossima per trasformare ogni ipotesi in fatto compiuto…

    Enrico Lazzari

    Enrico Lazzari