Gentile Direttore,
Sono mio malgrado diventato un NPL, cassa di risparmio in barba a leggi, denunce, giudici e tribunali ha ceduto il credito che loro sostengono di vantare a un fondo che provvederà a recuperare quanto, sempre secondo loro, dovuto.
E’ oramai passato un anno da quando feci la prima denuncia per appropriazione indebita nei confronti di cassa di risparmio, e mesi da quando ho fatto la seconda per truffa, al momento non sono mai stato chiamato né sentito dal tribunale, banca centrale ha silenziosamente avallato la posizione di cassa di risparmio nonostante sia chiaramente una posizione contraria al regolamento che prevede la messa in sofferenza, e io ho pagato fior di soldi per fare valere i miei diritti calpestati e violati dalla banca di stato e da tutte le istituzioni che dovrebbero tutelare i correntisti. Depositerò una denuncia nei confronti di banca centrale per omissione di atti di ufficio, in quanto la stessa informata della situazione ha mantenuto la posizione senza intervenire nonostante nella mission si legga “La Banca Centrale della Repubblica di San Marino è l’Autorità di Vigilanza del settore bancario, finanziario e assicurativo sammarinese. In tale veste, la sua azione è, tra l’altro, finalizzata a promuovere la stabilità del sistema finanziario, tutelare il risparmio, la trasparenza e la correttezza dei comportamenti dei soggetti vigilati, la tutela dell’immagine, della reputazione e della fiducia nel sistema finanziario della Repubblica. Sono sottoposti alla vigilanza della Banca Centrale i soggetti autorizzati all’esercizio delle attività riservate elencate nella LISF nonché i promotori finanziari e gli intermediari assicurativi.”
Questo l’articolo della circolare di banca centrale n. 2015-02 che regolamenta i crediti in sofferenza che recita:
4.1.5. Sofferenze
L’appostazione a sofferenza (cfr. definizione) implica una valutazione da parte dell’intermediario della complessiva situazione finanziaria del cliente e non può scaturire automaticamente da un mero ritardo di quest’ultimo nel pagamento del debito. La contestazione del credito non è di per sé condizione sufficiente per l’appostazione a sofferenza. Ricordo che l’importo messo nel mio caso a sofferenza adesso divenuti 818,63, praticamente il 30% in più del credito secondo loro vantato, è oggetto di causa penale per appropriazione indebita e truffa e il fatto che il regolamento reciti “ la contestazione del credito non è di per sé condizione sufficiente per l’appostazione a sofferenza” dovrebbe far riflettere molto sulla modalità della banca di stato di trattare i cittadini Sammarinesi. La mia posizione di risparmiatore e correntista non è assolutamente stata tutelata da banca centrale, né tantomeno è stato proposto alcun tipo di contraddittorio per stabilire la correttezza del comportamento dell’istituto bancario dello stato. La domanda che faccio a tutti è quando una persona vede violati i suoi diritti e perde fiducia nelle istituzioni e in chi dovrebbe garantire il rispetto delle regole, nel tribunale, così impegnato che non ha potuto approfondire in un anno nulla di una vicenda di una semplicità sconvolgente, che cosa deve fare?
Io non chiedo di aver ragione, chiedo solo di vedere tutelati i miei dei diritti ad addivenire ad un giudizio in tempi ragionevoli e di non vedere archiviati i procedimenti. Mi permetto di approfittare del suo giornale per far sapere che su questo fronte darò aspra battaglia in tutte le sedi istituzionali sammarinesi ed estere noi confronti di banche e persone responsabili degli abusi a me perpetrati.
Boris Pelliccioni