San Marino, buoni risultati da un farmaco innovativo per la cardiomiopatia: nuova speranza per i pazienti alimentata dall’ISS

L’Istituto per la Sicurezza Sociale ha reso noti oggi, venerdì 4 luglio, i primi risultati incoraggianti ottenuti dall’impiego di un nuovo farmaco per il trattamento della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva sintomatica. A tre mesi dall’inizio della somministrazione, due pazienti sammarinesi hanno mostrato significativi miglioramenti clinici, aprendo nuove prospettive terapeutiche per una patologia complessa e invalidante.

La cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva è una malattia rara, di origine genetica, che colpisce il muscolo cardiaco causando un ispessimento tale da ostacolare il corretto flusso del sangue dal ventricolo. I sintomi più frequenti includono affanno, dolore toracico, palpitazioni e, nei casi più gravi, perdita di coscienza. Le terapie tradizionali, fino ad oggi, non sempre risultano efficaci e possono presentare problemi di tollerabilità. Nei casi più severi, l’unica alternativa era rappresentata da interventi chirurgici o procedure percutanee di tipo invasivo.

Il nuovo farmaco, Mavacamten, agisce in modo innovativo: interviene direttamente sulle proteine responsabili della contrazione cardiaca, riducendo l’ostruzione all’efflusso di sangue e migliorando sensibilmente la qualità di vita dei pazienti. Nonostante in Italia non sia ancora stato autorizzato dall’AIFA per un uso esteso, viene già utilizzato in casi selezionati attraverso il cosiddetto “uso compassionevole”, previa autorizzazione dei medici specialisti.

A San Marino, il trattamento è stato introdotto all’interno del reparto di Cardiologia dell’ISS grazie all’iniziativa del dottor Roberto Bini, Direttore della UOC di Cardiologia, che spiega: “Abbiamo iniziato la somministrazione da tre mesi, con risultati strumentali molto buoni. Questo farmaco, profondamente innovativo, si pone come complemento o alternativa alle terapie tradizionali, con la possibilità di migliorare la qualità di vita dei pazienti e di evitare interventi invasivi”. Il dottor Bini sottolinea inoltre che, per l’impiego del Mavacamten, è necessaria una struttura organizzativa avanzata: “Serve una tipizzazione genetica prima dell’inizio della terapia e un attento follow-up clinico e strumentale”.

Fondamentale, per la realizzazione del progetto, è stato il contributo del servizio della Farmacia Internazionale ISS, che si è occupato del reperimento e dell’acquisto del farmaco.

Anche il Direttore del Dipartimento Ospedaliero, Gabriele Donati, ha evidenziato l’importanza del risultato ottenuto: “Questo progresso rappresenta un importante passo avanti nella gestione di una patologia che colpisce anche la nostra comunità. Offrire un’opzione terapeutica meno invasiva rispetto alla chirurgia non solo migliora il controllo dei sintomi, ma potrebbe anche contribuire ad aumentare l’aspettativa di vita dei pazienti affetti da questa condizione rara”.

Con questi primi dati positivi, San Marino si conferma all’avanguardia nell’adozione di terapie innovative, offrendo nuove possibilità a pazienti affetti da malattie complesse e difficilmente trattabili.