San Marino. “Buriani-Boys”, un mistero che Rete ha il dovere di svelare! …E spunta una “ben informata” mail anonima inviata ad Andreoli nel 2015 che alimenta un nuovo dubbio: Simone Celli governò sotto ricatto?…di Enrico Lazzari

Chi erano, uno per uno, i cosiddetti “Buriani-Boys”? Da chi era composto quel gruppo di -si presume giovani all’epoca- politici che durante le indagini che hanno spazzato via una intera classe dirigente, limitandosi a perseguire i leader del Pdcs e dei loro più solidi alleati di una ampia parte della sinistra? Resta un mistero… Un inviolabile mistero… Al pari dell’eventuale presenza, in quei summit “carbonari”, di giornalisti o operatori degli organi di informazione sammarinesi.

A dire il vero uno di questi “Buriani-Boys”, per sua stessa ammissione pubblica -ricordata da Giovanni Lonfernini (Pdcs) nel corso della conferenza stampa successiva alla sua assoluzione dalle accuse che lo avevano portato alla “sbarra” nel Processo-Mazzini”, troncando il suo futuro nella politica attiva-, è noto in Roberto Ciavatta, tra i fondatori del Movimento Rete, già Segretario di Stato alla Sanità del precedente governo (leggi qui o ascolta qui).

Se la presenza di Ciavatta in quel gruppo di “-diciamo- “Burianisti anonimi”si può sostenere con relativa certezza, al suo fianco ci sarebbero stati altri suoi compagni di partito, indicati in una “lettera” pubblicata su queste stesse pagine elettroniche (leggi qui) in Matteo Zeppa ed Elena Tonnini. Nomi, quest’ultimi, comunque, da -come dire- “prendere con le pinze” vista l’assenza di riscontri diversi dalla “testimonianza di un “Buriani Boys pentito”.

Ma perchè è importante per il Paese conoscere i nomi dei “Buriani-Boys”, ovvero di quella probabilmente ingenua e assetata di “scandali” da cavalcare componente politica protagonista dei pellegrinaggi ai Tavolucci e delle “funzioni” celebrate dal un Commissario della Legge che stava “assassinando”, politicamente s’intende- il massimo ostacolo nel cammino di un cambio generazionale profondo e reale alla guida del Paese? Per più di un motivo…

Il primo è la ricostruzione e l’individuazione delle responsabilità politiche che hanno portato alla drammatica deriva economica e del Diritto nel decennio scorso (che oggi non sembra fregare a nessuno, o quasi, nei Palazzi che contano); la seconda e la totale individuazione dell’ambito “criminoso” in cui si sarebbe consumata la “scalata” al potere di quello che, già nell’aprile del 2017 -restando inascoltata dalla maggioranza consigliare composta da Repubblica Futura, Civico 10 e SSD (quest’ultimi due oggi riuniti in Libera)- il Pdcs definì “gruppo sovversivo” in un esposto inoltrato nientemeno che all’Ecc.ma Reggenza.

Tralasciamo, ora, il primo aspetto, ovvero le responsabilità -sempre che un giorno non vada a trasformarsi in complicità- partitiche e individuali conseguenti al non aver osteggiato efficacemente, se non addirittura favorito (ad esempio i cosiddetti “decreti-Confuorti” scritti a “quattro mani” dalla Segreteria di Stato alle Finanze del governo AdessoSm con il finanziere lucano Francesco Confuorti o i suoi tecnici) i piani del gruppo che è definito “criminoso” in una ordinanza di rinvio a giudizio per addirittura associazione a delinquere… Dove, del resto, è inverosimile individuarle nei nomi e nel movimento dei personaggi fino ad ora noti come possibili membri dei “Buriani Boys”.

Concentriamoci sul secondo punto, ovvero gli ambiti in cui ha operato il “gruppo criminoso”, che vedrebbe fra i suoi sodali -sempre secondo il rinvio a giudizio disposto dal Commissario della Legge Elisa Beccari- anche il Commissario Buriani. E svelare appieno ciò dovrebbe interessare anche la Magistratura sammarinese, oltre che il Paese intero.

Sì, perchè ogni da elemento, fatto o situazione che si va ad approfondire emerge un nuovo tassello di un puzzle che, una volta terminato, una volta ricomposto nella sua totalità sembra svelare una indicibile verità sulla storia recente della Repubblica di San Marino: la cosiddetta “Cricca”, per centrare i suoi obiettivi illeciti, avrebbe utilizzato ogni mezzo, compresa una parte della Magistratura, una parte dell’informazione e una non irrilevante “manovalanza” politica, per concretizzare addirittura un colpo di Stato.

Certo, questo è lo scenario più inquietante del ventaglio di possibilità… Ma vi sembra così impossibile alla luce di quanto è emerso e potrebbe emergere in un futuro prossimo? In tanti sostengono -e probabilmente a ragione, vista la vicenda dei Segretari di Stato Alfa e Beta (leggi qui)- che la “Cricca” abbia da sempre influenzato la politica. Ma mai si era arrivati, come accaduto nel decennio scorso- che abbia potuto contare sula scellerata azione interna al Tribunale e finalizzata a determinare un radicale cambio degli assetti politici e di potere nella guida diretta del Paese.

Diamo per “buono” ciò che -in realtà- accertato e certificato come verità ancora non lo è… Diamo per buono lo scenario più inquietante, ovvero i contenuti degli atti di accusa del decreto di rinvio a giudizio della presunta associazione a delinquere, indicata come fondata da Marino Grandoni,  coordinata nella sua operatività da Daniele Guidi e da Francesco Confuorti, capace di “piegare” ai propri bisogni e grazie al presunto sodale Buriani ogni azione giudiziaria… E, al tempo stesso, seppure questo non sia negli atti della Beccari, alimentata -al momento dobbiamo credere inconsapevolmente- dalle superficiali ed eclatanti cronache giornalistiche di qualche testata sammarinese e dalla “manovalanza” di parte della classe dirigente finita al potere grazie alle indagini dello stesso Buriani, anche questo aspetto non presente negli atti della Beccari. Stranamente non presente, a mio parere, visti ad esempio i “decreti-Confuorti”, scritti a quattro mani da un Segretario di Stato del governo AdessoSm e, direttamente o indirettamente, da quel Confuorti a sua volta indicato dall’accusa quale parte verticistico-operativa del “gruppo criminoso”.

Cosa manca, in uno scenario simile, per parlare di un colpo di Stato iniziato con le indagini che portarono, il 23 giugno del 2014, all’arresto di Claudio Podeschi e concretizzato con l’insediamento del governo AdessoSm? …iniziato, cioè, con l’“assassinio” (politico) di una “vecchia” classe dirigente e l’indiretta “posa” al potere di una nuova generazione di potenti, magari, più distratta o più “malleabile” o, peggio, più “amica” o “arruolabile” tramite ricatto, magari su basi giudiziarie?

Del resto, e torniamo all’importanza di rivelare tutti i nomi dei “Buriani-Boys”, appare accertato che il Commissario Buriani si preoccupava anche di definire o rafforzare maggioranze di governo… “…Il giudice Buriani -ricordava Lonfernini citando parole rilasciate in Consiglio Grande e Generale da Roberto Ciavatta- “mi consigliò esplicitamente che avremmo dovuto entrare, come Rete, nella compagine di governo di AdessoSm”. Perchè ad un -per ora presunto- sodale del -altrettanto presunto- “gruppo criminoso” interessava così tanto rafforzare il governo AdessoSm, dopo che le sue inchieste -nessuna, fino ad ora, chiusa con almeno una condanna definitiva dei politici eccellenti a cui le stesse indagini hanno troncato la carriera politica- sono verosimilmente state decisive per la salita al governo della stessa coalizione AdessoSm?

Cos’altro è successo in quelle riunioni “carbonare”? Sfogliando gli atti del processo chiuso con l’ennesima non condanna definitiva del potente di turno spazzato via dalle indagini del Commissario Buriani (Paride Andreoli – leggi qui) mi ha colpito una “lettera” anonima che lo stesso apparentemente ricevette alle ore 9:02 del 14 settembre 2015 dalla casella email “123stella@sigaint.org”, con oggetto “Preparati” e sottoscritta semplicemente con “un tuo estimatore d’un tempo”. Sei mesi dopo quella mail Andreoli fu costretto” a dimettersi dal Consiglio Grande e generale perchè travolto dall’indagine di Buriani e dalle indiscrezioni stampa sulla stessa.

Simone Celli -è il testo di quella mail- ti ha venduto. Cerca di capirlo: affossare una parte del partito era l’unico modo che aveva per diventarne l’effettivo segretario e garantirsi un futuro. Cos’altro avrebbe potuto fare del resto? Il suo tutore è caduto in disgrazia e la spada Carrirolo pende su di lui. In autunno Paride Andreoli sarà sacrificato sull’altare della giustizia”.

Non fu in autunno, ma qualche mese dopo la fine dell’autunno… Ma, alla fine, è innegabile che  Paride Andreoli sia stato “sacrificato sull’altare della giustizia”… La giustizia amministrata dal Commissario Alberto Buriani, nello scenario ipotetico e più inquietante, da un sodale del “gruppo criminoso”. Come è possibile che i dettagli di una così delicata inchiesta giudiziaria aperta o futura possano varcare le pesanti mura di un ufficio dei Tavolucci se non per mano di forze interne allo stesso Tribunale? Dei futuri sviluppi di quella indagine ne ha forse parlato il Commissario Buriani ai cosiddetti “Buriani-Boys”?

Diventa determinante saperlo. Perchè se le cose fossero andate così, appare evidente -almeno a mio parere- il fine reale di quell’azione giudiziaria culminata senza condanne ma capace in quattro e quattr’otto di portare il leader di allora del Partito Socialista Sammarinese alle dimissioni, a loro volta, sembra, comunicate in “real time” -lo si deduce da una istanza di ricusazione presente agli atti del medesimo procedimento- dal consigliere Valeria Ciavatta (Alleanza Popolare) al Commissario Buriani.

Ma c’è un altro aspetto inquietante in quella “ben informata” email anonima: “…La spada Carrirolo pende su” Simone Celli. La stessa spada, vien da chiedersi, pendeva ancora sullo stesso Celli quando rivestiva la carica di Segretario di Stato alle Finanze del governo AdessoSm e scriveva, a quattro mani” con Confuorti, i famosi decreti in ambito bancario? Quella “affilata” spada pendeva ancora su Celli quando, in Roma, nell’ufficio della presidente di Banca Centrale Catia Tomasetti, portava a termine la “tentata concussione” che gli è valsa, unitamente al Commissario Buriani, la condanna in primo grado? Simone Celli, anche nel suo ruolo di Segretario di Stato, era forse sotto ricatto da chi quella “spada” la impugnava?

Risposte a dubbi inquietanti che, da sole, potrebbero riscrivere in toto la storia dello scorso decennio sammarinese e rendere palese lo scenario di un vero e proprio colpo di Stato portato avanti in ambito giudiziario dalla governance di una banca morente e dall’avidità di un gruppo di “mercenari”… Non vi interessa, cari Consiglieri, sapere se ciò possa essere successo?

Ma, soprattutto, ad un partito che fa della trasparenza e dell’onestà il suo cavallo di battaglia, non sembra doveroso contribuire affinchè si possa finalmente svelare -ed eventualmente poi perseguire da chi di dovere- un capitolo importante della storia recente della Repubblica di San Marino?

Mi rivolgo a Rete, in particolare a Roberto Ciavatta: non credete sia ora di svelare i nomi di tutti, dal primo all’ultimo, i “Buriani-Boys”, politici o, eventualmente, giornalisti o cos’altro che siano stati? Non credete che sia ora di rivelare ogni dettaglio di quelle riunioni “carbonare” con il Commissario Alberto Buriani, dalle quali potrebbero verosimilmente emergere elementi degni di nuovi approfondimenti giudiziari e prendere corpo nuovi, pur inquietanti, scenari?

Enrico Lazzari