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  • San Marino. Capitolo 13: RF, C10 e SSD fanno “orecchie da mercante” alle denunce del Pdcs spianando la strada al “gruppo criminoso”. Repubblica Futura “contro” GiornaleSM per nascondere sotto il tappeto un passato politicamente scomodo? … di Enrico Lazzari

    Le “puntate” precedenti della “serie” Repubblica Futura “contro” GiornaleSM per nascondere sotto il tappeto un passato politicamente scomodo?:

    Capitolo 1: Antonella Mularoni e la “cacciata” di Caringi durante l’ispezione a Banca Partner

    Capitolo 2: Antonella Mularoni al fianco di Gatti (che oggi si vergogna di quelle azioni) nell’esercitare “ingerenze e pressioni” su Bcsm 

    Capitolo 3: le azioni del governo a guida Alleanza Popolare (2008-2012) apparentemente decisive per la nascita di Banca CIS e per aver avviato la devastazione del sistema bancario sammarinese.

    Capitolo 4: le misteriose dimissioni del Commissario Rita Vannucci che permisero al Giudice Alberto Buriani di diventare il magistrato più potente del Titano.

    Capitolo 5: col “Mazzini” il Tribunale “spazza via” una generazione politica aprendo la strada a nuovi “potenti” che nominano Grais alla Presidenza Bcsm

    Capitolo 6: San Marino. Capitolo 6: primavera 2015, una registrazione “nascosta” costringe il Generale Gentili a lasciare il comando della Gendarmeria.

    Capitolo 7: Un’indagine del Commissario Buriani su Dg e Responabile Vigilanza “decapita” Bcsm durante un’ispezione in Banca CIS.

    Capitolo 8: Primo atto della scalata nelle Istituzioni, la politica nomina Wafik Grais Presidente e spinge il “gruppo criminoso” alla guida di Bcsm.

    Capitolo 9: Con la nomina di Savorelli alla Direzione generale, Bcsm finisce sotto il pieno e diretto controllo del “gruppo criminoso”.

    Capitolo 10: Il primo atto del duo Grais-Savorelli fu la sospensione del progetto di istituzione della Centrale Rischi connessa a Banca d’Italia. 

    Capitolo 11: Capitolo 11: politica “cieca” mentre Grais, Savorelli e parte del Tribunale epurano la Vigilanza di Bcsm da ispettori “troppo” integerrimi.

    Capitolo 12: già nel 2017 Pdcs e Rete fornirono alla maggioranza di RF, SSD e C10 tutto il necessario per fermare la “Cricca”.

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    Eccellentissimi Capitani Reggenti, (…) il presente scritto non deve essere considerato come la solita espressione ostile delle forze di opposizione verso lo status quo”, ma “un fattivo contributo allo svolgimento di un corretto rapporto tra i poteri dello Stato”. Esordisce così l’esposto che, il 19 aprile del 2017, 10 consiglieri della Democrazia Cristiana presentarono alla Suprema Magistratura del Titano per condividere gli esiti -inquietanti- di una approfondita indagine fatta in Via delle Scalette. Un’indagine che denunciava già all’epoca “l’esistenza di un disegno opaco, silente ed inarrestabile” finalizzato “ad un controllo eversivo di alcune funzioni dello Stato”.

    In pratica, argomentando approfonditamente e producendo una quanto mai eloquente documentazione a supporto, il gruppo consigliare del Pdcs, all’indomani della nomina di Wafik Grais e Lorenzo Savorelli alla Presidenza e alla direzione generale di Bcsm, denunciava l’esistenza di un piano sovversivo di occupazione di delicati poteri dello Stato. In pratica una sorta di colpo di stato.

    E ciò, mentre la più importante banca del Titano, Cassa di Risparmio, era al centro dell’attenzione, visto che prendeva corpo proprio in quei giorni l’AQR (Asset Quality Review, ovvero la revisione degli attivi di bilancio) che culminò con una svalutazione degli asset attivi di Carisp di ben 537 milioni di euro, gettando lo stesso istituto bancario biancazzurro in una crisi profonda e costringendo, poi, il governo del Titano a coprire il “buco” con l’emissione del famoso titolo irrimedibile da mezzo miliardo di euro.

    Anche in quel caso, come in altri, la devastazione del sistema bancario del Titano effettuata da un “gruppo criminoso”, oggi rinviato a giudizio con l’accusa di associazione a delinquere, impose l’intervento dello Stato e alimentò il debito pubblico importante dei nostri giorni. Ma non facciamo balzi in avanti, procediamo sempre per gradi, vicenda dopo vicenda, in questa ricostruzione dei fatti salienti del decennio scorso… Di Carisp, del tentativo di portare la più importante banca sammarinese ad una fusione con Banca CIS, parleremo prossimamente, in un successivo capitolo.

    E’ il 19 aprile del 2017 e il grande lavoro di inchiesta fatto in Via delle Scalette, rigettato in forma di esposto dai Capitani Reggenti Mimma Zavoli (C10) e Vanessa D’Ambrosio (SSD), rientra dalla “finestra” in Consiglio Grande e Generale come allegato n.1 all’ordine del giorno democristiano presentato alla conclusione del dibattito su Cassa di Risparmio. In quel momento Grais e Savorelli guidano Bcsm, mentre Repubblica Futura, Civico 10 e SSD (quest’ultimi poi confluiti in Libera) guidano il Paese sia dal ruolo di governo che da quello di maggioranza consigliare.

    Mai, come in questi ultimi mesi -denunciava il Pdcs- la stampa nazionale italiana si è occupata, con assordante interesse, delle nostre vicende bancarie, riferendo fatti e circostanze coperte da segreto ed ancor prima che questi fossero conosciuti dagli organismi competenti, a dimostrazione che il tradimento viene dall’interno del nostro ordinamento e da persone che ricoprono ruoli di interesse strategico per lo Stato. La fuga sistematica di notizie fa il paio con preoccupanti anomalie che rivelano una progressiva deriva da parte di alcuni Organi della Repubblica, che si pongono al di fuori delle regole dello Stato”. 

    Tali accadimenti -continuava la ‘denuncia’ inascoltata sia dai Reggenti dell’epoca che dal governo AdessoSm e dalla sua maggioranza-, se osservati con occhi scevri da condizionamenti politici o liberi da difese partigiane di posizioni precostituite, risultano legati da un unico fine, ben lontano dagli interessi comuni dei cittadini sammarinesi: l’oscura difesa di posizioni individuali forti di pericolose aderenze istituzionali, cui non può più prestarsi omertosa e corriva complicità.”

    L’AQR di Carisp è, in quei giorni, il fulcro dell’attenzione, sia in Repubblica che al suo esterno. Grandi media italiani si occupano, in alcuni casi stranamente, della vicenda. Gli “elementi opachi” -come denunciato dall’esposto colpevolmente ignorato, non mancano:
    – Influenza del FMI e anomalie interne: la presenza di consulenti con conflitti di interesse e comunicazioni dirette della Banca Centrale al FMI, bypassando le istituzioni sammarinesi, solleva dubbi sull’autonomia e trasparenza della governance bancaria.
    Legami con i Confuorti: grandi debitori come i fratelli Confuorti influenzano le banche locali e vantano connessioni con la Banca Centrale e il FMI, creando un intreccio di interessi che mette a rischio la sovranità finanziaria del Paese.
    Debiti incrociati tra banche: Banca CIS e Cassa di Risparmio sono coinvolte in un circuito di crediti e debiti non ripagati, finanziati indirettamente dai cittadini sammarinesi, con evidenti conflitti di interesse.
    Nomine nelle banche pubbliche: le nomine nella Cassa di Risparmio sembrano riflettere l’influenza di gruppi di interesse, consolidando il controllo dei Confuorti sul sistema bancario.

    In pratica, l’esposto denuncia un sistema bancario e finanziario “inquinato” da relazioni oscure che minano la trasparenza e la sovranità di San Marino. E, soprattutto, per la prima volta individua una chiara “centralità di Francesco Confuorti nella geografia bancaria sammarinese”. “Si pensi -si legge nell’esposto- che con le società dei Confuorti hanno da tempo avuto occasione di collaborare gli uomini che oggi (all’epoca; ndr) rappresentano il FMI a San Marino e che, con i loro report, decidono delle sorti della nostra banca di Stato (Carisp; ndr). Difatti, senza voler approfondire altrove, alle prime risultanze offerte del web risulta un intervento del Dott. Cottarelli 5° Advange Forum, organizzato in data 13 maggio 2013 dalla Advantage Financial, di cui i Fratelli Confuorti sono Presidente e CEO (Francesco) e membro del Consiglio di Amministrazione (Giuseppe)”.

    Si vedrà -rimarcavano da Via delle Scalette- le iniziative della società dei Confuorti rappresentano piuttosto un club, a cui hanno partecipato tutti i più alti incaricati della storia dell’ultimo anno del sistema bancario sammarinese. E tra i partecipanti, come non ricordare anche il citato giornalista Federico Fubini, che il 27 marzo 2017 ha (si è detto) ammonito San Marino sulla attività del FMI, e non perso l’occasione per gettare fango sospetto sul Prof. Bossone, così rendendo ossequioso omaggio agli interessi economici dei circoli che (anche) recentemente frequenta”. Inoltre, “l’elemento di opacità assume corpo se si tiene a mente che i Confuorti sono grandi debitori verso il sistema bancario sammarinese per oltre 30 milioni di Euro. Tale opacità diviene ancor più oscura, se si considera che il “grande creditore” dei Fratelli Confuorti è Banca CIS: Banca di cui, come già detto, il menzionato Prof. Stanghellini è stato Presidente”.

    Ma “non basta”: “I Confuorti, grandi debitori (protetti in ciò dall’assenza di una Centrale Rischi, il cui affossamento è uno degli atti del duo Savorelli-Grais; ndr), godono di una palmare considerazione nella nostra Autorità di Vigilanza” tanto da arrivare ad indicare l’Avv.Giuseppe Pedrizzi, figlio di Riccardo Pedrizzi, ex senatore italiano, unitamente ad altri tre soci (fra cui i fratelli Confuorti; ndr) è a capo di Advantage Financial.”

    Le aderenze di Confuorti in Banca Centrale -rincarava il Pdcs- non finiscono qui: il Direttore della Banca Centrale di San Marino, nel proprio ruolo di capo della Vigilanza, ha contribuito a nominare in posti chiave della Banca Centrale persone selezionate dalle società di Confuorti. Anche qui, non si tratta di una illazione, ma di una dichiarazione resa da un consigliere della Repubblica di San Marino, Marco Gatti, sempre nella seduta del 17 marzo 2017. 

    Ma a cosa sarebbe finalizzata questa “ragnatela” che già nella primavera del 2017 inquietava il Pdcs e non Repubblica Futura, C10 o SSD? All’operazione di fusione fra Carisp e Banca Cis. Il motivo? I debiti. “I grandi debitori condizionano le scelte delle Banche: ma se, da un lato, Confuorti è debitore di Banca CIS, non può dimenticarsi che, dall’altro lato, gli azionisti di Banca CIS sono grandi debitori della Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino”. 

    L’Ing.Marino Grandoni -precisa l’esposto-, per il Tramite di Banca Partner, è divenuto proprietario di una partecipazione pari al 85,2558% del capitale sociale di Banca CIS grazie al finanziamento di quasi 13,5 milioni di Euro erogatogli dalla Banca dello Stato (ossia dalla Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino) nel 2008 e di cui ancora pare non essere scaduta neppure la prima rata del piano di rientro. ” finanziamento è garantito da un pegno su Banca CIS, che quindi ricade nell’orbita del controllo delle banche pubbliche. Per la proprietà transitiva, se Confuorti condiziona da grande debitore le scelte di Banca CIS, quest’ultima condiziona da grande debitore le scelte di Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino”. 

    Alla luce delle nomine dei nuovi componenti del Consiglio di Amministrazione di Cassa di Risparmio -è la conclusione inascoltata del Pdcs-, abbiamo la oggettiva certezza che il pericolo da evitare non è stato scongiurato, anzi . È sempre più forte la convinzione che vi sia un legame tra gli Organi dello Stato e i Confuorti, o meglio che i Confuorti incidano pesantemente sulle scelte dello Stato”.

    Questi fatti -è la conclusione dell’esposto- non sono di interesse solo per il nostro Paese, ma anche per le Istituzioni internazionali, ed in primo luogo per il Fondo Monetario che deve evitare di essere inconsapevolmente reso complice di un progetto opaco, che in quanto tale non può ne avrebbe potuto conoscere”.

    Bastavano queste rivelazioni, argomentate e supportate da ampio materiale a supporto, per -come richiesto lo stesso 19 aprile 2017 in un apposito odg dal Pdcs- avviare una Commissione parlamentare di inchiesta o, almeno, indurre il Governo AdessoSm e la sua Maggioranza (Repubblica Futura, Civico 10 e SSD) a procedere con i “piedi di piombo” e grande attenzione in materia di banche e finanziarie? Senza dubbio sì…

    Ma non accadde. Ogni proposta del PDCS venne bocciata dalla Maggioranza. Una bocciatura che rimosse ogni ultimo ostacolo all’affermazione, alla “scalata” ai posti di potere dello Stato della “Cricca”.

    Quanto approfondito oggi dimostra in maniera inappellabile che le responsabilità politiche non sono generalizzate, ma individuali. E che nel mondo politico sammarinese non mancavano rappresentanti che hanno concretamente cercato di fermare il “gruppo criminoso” che avrebbe assoggettato agli interessi di Banca CIS e dei suoi azionisti e “amici” l’interesse pubblico, determinando poi la devastazione delle casse pubbliche e del sistema bancario nel suo complesso nel decennio scorso, con massimo apice durante il governo AdessoSm.

    Generalizzare, non ricercare responsabilità individuali significa giungere alla conclusione che è colpa di tutti e quindi di nessuno. Cosa assolutamente non vera. Ciò non significa, ovviamente che anche il Pdcs -che ad esempio contribuì alla nomina di Wafik Grais- non abbia precise responsabilità. Ma è innegabile che ha saputo prendere atto dei suoi errori e cercare di provi rimedio… Altri, invece? E torniamo al filo conduttore di questa serie di ampi approfondimenti: Repubblica Futura “contro” GiornaleSM per nascondere sotto il tappeto un passato politicamente scomodo?

    Enrico Lazzari