Capitolo 30 (parte 1): 15 aprile 2019, chiusa da pochi giorni l’ispezione in Banca CIS una tempesta si abbatte sui vertici di Bcsm e RF “spinge” per le dimissioni del Presidente. Repubblica Futura “contro” GiornaleSM per nascondere sotto il tappeto un passato politicamente scomodo?
Le “puntate” precedenti della “serie” Repubblica Futura “contro” GiornaleSM per nascondere sotto il tappeto un passato politicamente scomodo?:
– Capitolo 1: Antonella Mularoni e la “cacciata” di Caringi durante l’ispezione a Banca Partner
– Capitolo 26: Ottobre 2018, il “gruppo criminoso” perde il “controllo” di Bcsm: “cacciato” il direttore Moretti e dimessi Mazzeo, Siotto e Granata.
– Capitolo 29: Estate 2019, sparisce Banca CIS e trascina con sé il governo AdessoSm… Ma non spariscono gli enormi danni economici fatti al Paese
————————————————
Parallelamente alle vicende che hanno portato alla “risoluzione” di Banca CIS (Capitoli 27, 38 e 29), su Banca Centrale e, segnatamente, sul suo Presidente Catia Tomasetti,si abbatte una eclatante inchiesta giudiziaria avviata dal Commissario della Legge Alberto Buriani, per quei fatti, in seguito, condannato in primo grado a quattro anni di prigionia e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici per i reati di “abuso di autorità” e “tentata concussione” ai danni della stessa Tomasetti. Reato, il secondo, che avrebbe condotto -come appurato nella stessa sentenza- in “combutta” con l’ex Segretario di Stato alle Finanze del governo AdessoSm Simone Celli (SSD), a sua volta condannato ad un anno di prigionia (pena sospesa) in primo grado per “tentata concussione”.
Dirompenti le motivazioni della doppia condanna, come “scolpito” nelle motivazioni della sentenza emanate nel giugno 2024 dal Giudice Adriano Saldarelli (leggi qui), che si abbattono, di riflesso, su tutte le indagini condotte nel decennio scorso dal medesimo giudice titolare, si ricordi, dell’istruttoria che ha spazzato via una intera generazione politica sammarinese “spianando”, nei fatti, la strada verso il potere ai nuovi “potenti” attorno ai quali si è costruito, poi, il governo AdessoSm.
In pratica, quella sentenza, va a confermare almeno in parte quanto ricostruito nel rinvio a giudizio per associazione a delinquere che il Commissario della Legge Elisa Beccari ha, in seguito, disposto nei confronti dello stesso Commissario Buriani, indicato come sodale di un ampio “gruppo criminoso” facente capo all’imprenditore sammarinese Marino Grandoni e coordinato, nella sua operatività, dall’ex Dg di Banca CIS Daniele Guidi e dal finanziere lucano Francesco Confuorti.
Il passaggio chiave, in tal senso, delle oltre 90 pagine di motivazioni scritte dal Giudice Saldarelli, è che il procedimento aperto nei confronti della Presidente di Bcsm è indicato come atto illegittimo finalizzato a “favorire il gruppo Grandoni”: “L’istruttoria dibattimentale -recitano le motivazioni- ha consentito di raggiungere la piena prova della responsabilità degli imputati Buriani e Celli, sia sotto il profilo dell’elemento oggettivo del reato, all’esito delle testimonianze raccolte e risultando in parte per tabulas la prova dei diversi abusi d’autorità, tra cui la illegittima apertura del proc. pen. n.735/2018 a carico di Catia Tomasetti e Sandro Gozi, rivelatasi poi funzionale anche alla commissione del misfatto di tentata concussione; sia sotto il profilo dell’elemento soggettivo, rappresentato dalla finalità di favorire il ‘gruppo Grandoni’…”.
Premesso ciò (importante per avere una chiave di lettura dei fatti), torniamo alla seconda metà del 2018, quando -fra gli altri- il Direttore Generale Roberto Moretti venne “cacciato” da Banca Centrale. Rimosso “l’ostacolo Moretti”, il Condir di Bcsm (Consiglio di Amministrazione) e tutti i Sindaci revisori dello stesso ente approvano all’unanimità e sottoscrivono ben quattro esposti e li affidano alla Magistratura. Liberata Bcsm dai dirigenti e membri della vigilanza oggi rinviati a giudizio quali presunti sodali del “gruppo criminoso”, emergono situazioni e azioni che, secondo il nuovo gruppo dirigente, sono meritevoli di approfondimenti giudiziari. E proprio uno di questi esposti porterà, nel gennaio 2019, all’arresto del Dg di Banca CIS, Daniele Guidi, poi revocato su disposizione del Giudice delle Appellazioni David Brunelli.
E’ il 16 gennaio quando la Polizia Giudiziaria esegue l’ordine di arresto di Guidi… Ed è il 17 gennaio quando il Presidente di Bcsm si vede notificare una notizia di apertura indagini, da parte del Commissario della Legge Alberto Buriani (poi, come visto, condannato per quella indagine definita “illegittima” in primo grado) che potrebbero coinvolgere lo stesso vertice di Banca Centrale.
Il successivo 21 gennaio, poi, Banca Centrale dispone il regime di “amministrazione straordinaria” per Banca CIS.
Riassumiamo, alla luce di quanto emerso successivamente, quei fatti; in maniera schematica:
– Il “gruppo criminoso”, o che dir si voglia “Cricca”, ha perso da qualche mese i “suoi” presunti sodali ai vertici di Banca Centrale;
– Il 18 ottobre 2018 Simone Celli si è dimesso dal vertice della Segreteria di Stato alle Finanze;
– Il Commissario della Legge Simon Luca Morsiani, a suon di “ordinanze”, sta indagando e individuando aspetti penalmente rilevanti nel rapporto fra Banca Centrale e Banca CIS;
– Banca CIS è in gravi difficoltà economiche;
– La nuova Governance di Bcsm -si confermerà poi- si sta rivelando integerrima e il 7 dicembre 2018 avvia una ispezione della Vigilanza in Banca CIS (in precedenza ad ogni ispezione presso quell’istituto è corrisposto un “terremoto” che si è abbattuto sui responsabili di Bcsm, vanificando gli effetti delle stesse ispezioni).
– Il 16 gennaio 2019, su disposizione del Commissario Morsiani e sulla base di un esposto di Bcsm, viene arrestato Daniele Guidi, Dg di Banca CIS;
– Il 17 gennaio 2019, la Presidente di Bcsm riceve una notizia di indagine del Commissario Buriani che potrebbe coinvolgerla;
– Il 21 gennaio 2019 Banca Cis viene posta in amministrazione straordinaria e la sua gestione viene affidata al Commissario Sido Bonfatti;
– Il 27 gennaio 2019 il Giudice delle Appellazioni revoca gli arresti domiciliari a Daniele Guidi.
La “Cricca” costruita attorno a Banca CIS è in forte difficoltà, anche in seguito al “cambio di passo” che alcune componenti (Civico 10 in testa) hanno imposto alla maggioranza relativamente alle questioni bancarie e finanziarie: sembrano passati secoli da quando l’allora Segretario di Stato alle Finanze, Simone Celli, recepiva i “suggerimenti” e le “correzioni” di Confuorti o di chi per lui, nella definizione dei decreti legge in materia…
Il destino di Banca CIS sembra segnato! L’invio -intimidazione? Forma di pressione?- della notizia di indagini alla Presidente Tomasetti del 17 gennaio non ha alcun effetto sulle decisioni che lo stesso Ente di governance e vigilanza sta per assumere, tanto che quattro giorni dopo Banca Cis viene posta in amministrazione straordinaria. La situazione, per la banca privata riconducibile all’imprenditore sammarinese Grandoni, è disperata, tanto che il “gruppo criminoso” mette in campo un ultimo, azzardato tentativo: cedere Banca CIS, con tutti i suoi “guai”, al gruppo lussemburghese Stratos, che però -come emerge fin dai primi approfondimenti condotti dagli organismi preposti di Banca Centrale- non sembra avere i requisiti minimi richiesti per guidare una banca a San Marino.
Senza eccessivi clamori l’istruttoria di verifica dei requisiti del gruppo Stratos va avanti, pur tra mille intoppi e richieste di ulteriore documentazione al “compratore” comprovante la necessaria solidità economica. Per Banca CIS, con pesanti incertezze sul buon fine del piano di cessione del 100% delle quote a Stratos, la situazione si complica ancora il 9 aprile 2019, quando gli ispettori della vigilanza concludono l’ispezione iniziata il 7 dicembre 2018.
Appena sei giorni dopo la chiusura di quell’ispezione a Banca CIS -come pur in diversi termini accaduto nelle ispezioni precedenti- una tempesta violentissima si abbatte sulla massima carica di Banca Centrale: l’Agenzia ANSA diffonde la notizia che Catia Tomasetti, unitamente all’On. italiano Sandro Gozi, è indagata nell’ambito di una indagine -aperta dal Commissario Buriani (“illegittimamente” sancirà la sentenza-Saldarelli di primo grado)- per “amministrazione infedele”. “L’indagine del commissario della legge Alberto Buriani -comunicava al Paese lo stesso giorno la Tv di Stato del Titano, San Marino RTV- li vedrebbe, in concorso tra loro ‘con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso’, per indurre ‘il consiglio direttivo di Banca centrale a stipulare un contratto con Gozi per una consulenza rivelatasi poi fittizia’”.
La “solita” tempesta su Banca Centrale, come in occasione delle precedenti ispezioni disposte presso Banca CIS, è dunque arrivata. Dirompente al punto da far vacillare pesantemente la permanenza della Presidente Tomasetti ai vertici di Banca Centrale. E, con lei, vacilla anche il Direttore della Vigilanza, Giuseppe Ucci…
Del resto, se guardiamo al passato, vuoi per un motivo, vuoi per un altro, vuoi per l’apertura di una indagine giudiziaria, ogni volta che gli ispettori si concentrano su quella banca, saltav qualche testa in Banca Centrale o nella sua vigilanza.
Accadde nel 2010 con Caringi, Papi e Bossone (all’epoca l’ispezione sarebbe stata in Banca Partner, poi fusa nel 2012 con il Credito Industriale Sammarinese per dar vita a Banca Cis) e accadde anche dopo, con Battistini e Vivoli… Come ha ricordato anni dopo, dal banco dei testimoni del Processo Buriani Celli, anche la Presidente Catia Tomasetti: “Ad ogni ispezione in Banca Cis cacciavano sempre la vigilanza Bcsm…”
Torniamo all’aprile 2019, con Banca Cis “commissariata”, l’ispezione della vigilanza di Bcsm presso la stessa banca privata appena conclusa e la Presidente Tomasetti travolta dalla pubblicazione sui media sammarinesi ed italiani dei dettagli dell’indagine aperta nei suoi confronti dal Commissario Buriani.
In Via del Voltone riecheggia sempre più pressante la voce di imminenti dimissioni sia della Presidente che del vertice della Vigilanza… Quell’inchiesta “illegittima”, quindi, sembra poter sortire effetti radicali sulla “sopravvivenza” della governance di Banca Centrale che, con quattro esposti, con l’ispezione della vigilanza e con il commissariamento si è rivelata non funzionale agli interessi di Banca Cis e del “gruppo criminoso” attorno ad essa costituito.
I vertici di Bcsm vacillano… Ma per “abbatterli” serve ancora una spallata decisa. L’occasione si presenta quando la Tomasetti si rivolge alla “politica”, affidando a maggioranza e opposizione consigliare il suo futuro e, indirettamente, quello di Ucci.
Fin da subito -lo confermano oggi, nero sui bianco, le motivazioni della sentenza Saldarelli di primo grado- la quasi totalità delle forze politiche sammarinesi si schiera per la permanenza della Tomasetti alla guida di Bcsm. Tutte ad eccezione di una: Repubblica Futura, la quale nelle sedi istituzionali competenti “spinge” chiaramente per le dimissioni della Presidente di Bcsm. Si evidenzia, in quel momento -si legge nella citata sentenza giudiziaria- un “clima di forte ostilità manifestato nei confronti della Presidente dalla componente governativa di Repubblica Futura”… “Forte ostilità -è sempre la medesima sentenza a confermarlo- da parte di alcuni esponenti dell’allora maggioranza di governo, in particolare di Repubblica Futura”.
Dunque, Repubblica Futura, nelle sedi istituzionali, avrebbe operato per le dimissioni della Tomasetti, quando la stessa Presidente informò la Reggenza dell’indagine in cui era stata coinvolta e nel momento in cui la “patata bollente” venne affidata al Consiglio Grande e Generale. In quella sede -spiega la sentenza- “la Presidente ottenne manifestazioni di rinnovata fiducia da parte di tutte le forze politiche ad eccezione di Repubblica Futura”. E la non “rinnovata fiducia” significava sfiducia, ovvero revoca dell’incarico.
(continua….)
Enrico Lazzari