Mi ha colpito, ieri, “annoiandomi” su Facebook, un intervento, quasi un appello, che Mauro Busignani da Borgo Maggiore, ha affidato alla sua bacheca social:“Abbiamo un governicchio probabilmente illegittimo che prossimamente dovrebbe prendere decisioni sulle più importanti sfide per il futuro di San Marino. Al Cittadino non è dato sapere. Io sono molto preoccupato! Buttateci anche voi un occhio…”
Mi ha colpito soprattutto una frase, ovvero quel “sono molto preoccupato!” La preoccupazione sulle importanti azioni che dovranno essere intraprese e che avranno un impatto importante sul futuro del Paese e, quindi, sul benessere dei cittadini, sono un sentimento quanto mai diffuso, oggi, all’indomani dell’incompresa scelta di Rete, nell’intera comunità sammarinese. Una preoccupazione che, per certi versi, è comune anche al sottoscritto, seppure, rispetto a quella attuale, fosse per me più forte prima della recente crisi di governo, alimentata dall’immobilismo estremo, dall’impossibilità per il Consiglio di varare anche progetti che avevano già passato l’esame del governo. Fuoriuscita Rete dalla maggioranza, conclamata una crisi che era tale -in realtà- dall’autunno scorso, sembra tornato il sereno, come confermato dalla forte accelerazione data a progetti che risultavano arenati da mesi e mesi.
La preoccupazione diffusa nei sammarinesi, comunque, è palpabile. E comprensibile. Ma è anche fondata? Sì, almeno per la delicatezza del momento e l’impatto che le scelte che si dovranno fare avranno sull’economia e sulla stessa autonomia della Repubblica; molto meno lo è, invece, sui fatti cobncreti, almeno per come sono e non per come sono stati raccontati -o non raccontati- e percepiti dalla cittadinanza.
Certo, dopo la “supercazzola” governativa fatta in Consiglio Grande e Generale sull’autonomia energetica (leggi qui), nonché, più genericamente, alla luce di una certa inesperienza della nuova classe dirigente e politica, nessuno può essere sereno fino in fondo.
Ha un enorme problema la democrazia sammarinese: l’informazione. La “verità” che i media tradizionali -per intenderci tv e giornali- trasmessa ai cittadini, infatti, è talvolta -troppo spesso- “faziosa”, più interessata a tirare la volata ad una parte politica o a una “lobby” che non a descrivere la realtà dei fatti e delle situazioni, e quasi sempre superficiale, priva degli indispensabili approfondimenti e delle necessarie verifiche. Ampia responsabilità, poi, ce l’ha anche il governo, con i suoi inspiegabili silenzi su questioni attinenti suoi provvedimenti, al pari dei partiti di opposizione, prontissimi a distorcere i fatti pur di generare sdegno nel Paese, nella speranza di conquistare qualche voto in più in vista delle non troppo lontane elezioni.
I media tradizionali, così, nel migliore dei casi, si limitano a pubblicare le posizioni di altri, senza preoccuparsi della loro fondatezza, specie quando la fonte è ufficiale e politica. La politica, dal canto suo, approfittando di questa superficialità degli organi di informazione, spesso rende pubbliche realtà totalmente distorte e non conformi ai fatti reali, dimostrando una scarsissima considerazione della cittadinanza -che di fatto viene “presa in giro”, presentandogli fischi per fiaschi- e una profonda carenza di rispetto della medesima.
Premesso ciò, torniamo al Dott. Busignani e al suo pensiero. Alla sua forte preoccupazione. Caro Mauro -mi permetto la confidenza, quale tuo “amico” social-, intravedo nel tuo “post” una preoccupazione specifica –l’accordo di Associazione con l’Unione Europea (è una mia deduzione, spero di non sbagliarmi)- e una più generale. Posso risponderti già subito, però, per farti rientrare la preoccupazione sulla legittimità di questo governo, nonostante la confusione che qualcuno continua ad alimentare per -presumo- interesse di bottega. La legge elettorale definisce le modalità di voto, di elezione e di insediamento di una maggioranza consigliare; mentre a definire i canoni di avvicendamenti nel Congresso di Stato c’è il regolamento del medesimo, le cui disposizioni -peraltro- in caso di conflitti normativi hanno la priorità su una Legge come quella elettorale. La conferma di legittimità o meno di questo esecutivo non compete a me darla, come non compete al governo, alla maggioranza o alle opposizioni, ma all’organismo giuridico competente.
Sull’accordo di Aggregazione con l’Unione Europea, invece, ho letto e ascoltato centinaia di stupidaggini. E non solo sui media, bensì anche su bacheche Facebook solitamente autorevoli. Nessuno, neppure il governo, ha mai spiegato le cose per come stanno, ovvero nessuno ha mai chiaramente comunicato alla cittadinanza che il tavolo di confronto tale non è. Il confronto, infatti, è limitato a pochissimi punti (libera circolazione delle persone, accesso ai contributi Ue e moderato protezionismo economico), mentre sul resto delle disposizioni il colosso Europeo -come fatto anche con tutti gli altri stati terzi, piccoli e grandi- si siede al tavolo con un “prendere tutto o lasciare”, visto che il fine del promotore (l’Ue) è quello di una armonizzazione dei sistemi fiscali degli stati terzi a quelli vigenti negli stati dell’Unione Europea. San Marino, come gli altri stati, può firmare l’intesa (che nulla ha a che vedere con il processo di adesione, di ingresso nell’Ue) o non firmarla. Firmarla porterà dei benefici e degli svantaggi rispetto il sistema attuale; non firmarla rischierà di “escludere” San Marino, la sua economia e la sua finanza -attraverso appesantimenti burocratici e verifiche fiscali sui soggetti economici comunitari che hanno rapporti economici o finanziari con realtà sammarinesi- dall’intero mercato europeo, riproponendo una sorta di vecchia e ormai superata “black-list” mascherata.
L’accordo, comunque, nonostante le “prepotenti” imposizioni della controparte, permetterà di superare la pressante burocrazia attuale negli interscambi internazionali e ciò, da solo, potrebbe rivelarsi un beneficio decisivo per l’arrivo di nuove realtà economiche in territorio e, quindi, per rendere efficace un anche ambizioso piano di sviluppo a lungo termine.
Veniamo alle questioni più “spicciole” percepite in maniera distorta dalla cittadinanza grazie alla superficialità dell’informazione dei media e alla faziosità di qualche media e della politica. Mi sono dilungato tanto, quindi cercherò di essere estremamente sintetico.
FINE PRIMA PARTE