Negli ultimi due anni sono peggiorati tutti i fondamentali dell’economia, è stata portata avanti una politica anacronistica che non ha pari in tutta Europa. Quell’Europa in cui paradossalmente ci ostiniamo a dichiarare di voler entrare nonostante San Marino sia rimasto fermo all’età della pietra. E’ evidente che chi ha agito sul sistema bancario, lo ha fatto usando la clava. A dimostrarlo a chi parla continuamente di Europa c’è l’esempio dell’italiana Banca Carige ‘commissariata dalla Bce’ con motivazioni ben circostanziate: “Siamo intervenuti con urgenza per stabilizzare la governance della banca – ha dichiarato rilasciando un’intervista al Sole 24 Ore Ignazio Angeloni, membro del Consiglio di vigilanza del Meccanismo di Vigilanza Unica e rappresentante della Bce nel Meccanismo di risoluzione – che era stata compromessa dalle dimissioni della maggioranza degli amministratori fra cui il presidente e l’amministratore delegato. Gli amministratori straordinari hanno tutti gli strumenti necessari per affrontare il momento delicato che la banca sta attraversando dopo la mancata adozione dell’aumento di capitale all’ultima assemblea. La presenza di Pietro Modiano e Fabio Innocenzi, in particolare, garantisce la necessaria conoscenza della banca e continuità nell’intento di procedere verso il risanamento in modo rapido ed efficace”. Poi un passaggio particolarmente illuminante. La Bce, ha proseguito Angeloni, “ha nominato gli amministratori straordinari, ma non si sostituisce né a loro né agli azionisti. Spetta agli organi decisionali della banca trovare le soluzioni migliori per la banca stessa. Carige è di importanza fondamentale per il tessuto economico regionale. La Bce ha suggerito in passato di considerare la possibilità di aggregazione con un altro istituto, per sfruttare sinergie e diversificare meglio i rischi. Spetta agli amministratori e agli azionisti scegliere la via più opportuna nell’ambito del percorso di risanamento”. “Per quanto ci riguarda – ha concluso Angeloni – il prossimo passo sarà stabilire per Carige, come per tutte le altre banche che vigiliamo direttamente, i requisiti patrimoniali da soddisfare nel 2019”. Un passaggio fondamentale quello che ad assumere le scelte per la banca siano gli organi decisionali della stessa. Proprio ciò che è mancato nella gestione dell’affaire Asset Banca dove il giudice Pasini ha censurato l’azione di Bcsm perché a sostegno di quei provvedimenti non ci furono né motivazioni circostanziate, né venne data all’istituto la possibilità del contraddittorio escludendo a priori l’organo decisionale, l’assemblea dei soci, dalle scelte sul destino della banca. “è evidente infatti – scrive il giudice – l’esigenza che a fronte di un ampio catalogo di strumenti attivabili, l’adozione dei diversi rimedi e soprattutto l’applicazione del più rigoroso provvedimento di amministrazione straordinaria sia sorretta da una motivazione che ne illustri adeguatamente la necessità al fine della miglior tutela degli interessi coinvolti”. “Egualmente, non si rinvengono né sono state diversamente rese note le ragioni della mancata convocazione dell’assemblea più volte richiesta dagli azionisti, pur contestandosi ad Asset l’obbligo di ricostruzione del capitale, senza però consentirlo mediante convocazione dell’assemblea, in ciò ravvisandosi oltre che un difetto di motivazione, un vizio di evidente contraddittorietà”.
“Si deve osservare che con la sottoposizione ad amministrazione straordinaria “l’assemblea conserva il suo ruolo di organo deliberante della società poiché “l’amministrazione straordinaria non ha finalità espropriative dell’impresa non sarebbe pensabile che essa possa determinare la soppressione dell’organo assembleare”.
Incredibile la concezione delle norme dalle parti degli allora vertici di Bcsm che le hanno usate non come regole da rispettare per far funzionare il sistema ma come arma da scagliare contro un nemico.
Repubblica Sm