San Marino. Caso Calypso. Assolto l’amministratore già condannato in primo grado perché per il giudice Brunelli non è provata concretamente la frode fiscale ed il danno all’amministrazione fiscale

giudice di appello, prof. David Brunelli

Nel caso Calypso il giudice di appello David Brunelli in data 18 gennaio 2021, sentenza sconosciuta a noi come pare a tutti i media sammarinesi dato che nessuno ne ha dato la notizia,  ha pronunciato un verdetto di assoluzione per S.G., già condannato nel 2019 in primo grado a due anni e sei mesi per emissione di fatture per operazioni inesistenti e truffa ai danni dello Stato.

S.G. era stato accusato di orchestrare un’elaborata rete di transazioni commerciali fraudolente, che includevano la vendita e l’acquisto di merci, soprattuto liquori, con la società BIESSE s.r.l. e altre manovre contabili sospette con intenti di evasione fiscale. In primo grado, S.G. fu riconosciuto colpevole e condannato a una pena detentiva di due anni e sei mesi, oltre al pagamento di una multa significativa.

Nel corso dell’appello, si è presa in esame l’attività della Calypso nel periodo tra giugno e settembre 2014. La società risultava aver acquistato e ricevuto merci consistenti in bibite e liquori per un importo di circa 780 mila euro da due principali fornitori italiani e le aveva rivendute alla BIESSE per quasi lo stesso importo.

Il giudice Brunelli ha messo in luce numerose anomalie e insufficienze nel quadro accusatorio presentato in primo grado. Tra le questioni sollevate, vi era la mancata dimostrazione della fraudolenza delle operazioni di vendita e la legittimità delle cessioni di merce contestate. Ha inoltre evidenziato come le vendite sotto costo da Calypso a BIESSE fossero limitate nel numero e non adeguatamente provate come fraudolente.

La sentenza di appello ha ribadito la necessità di una prova incontrovertibile per sostenere accuse così gravi. Il giudice ha sottolineato l’importanza di distinguere tra la gestione commerciale potenzialmente inefficace e la frode fiscale effettiva. In assenza di prove concrete di frode e di danno all’amministrazione fiscale, la sentenza di primo grado è stata riformata, portando all’assoluzione di S.G.

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