All’indomani del diniego dell’assemblea dell’Ente Cassa Faetano alla fusione di Bsm con Carisp tutti si chiedono come andrà a finire. C’è da un lato un risultato schiacciante, 158 votanti su 202 si sono espressi per il diniego preventivo alla fusione e dall’altro c’è la domanda aperta se la ‘partita’ si chiuderà qui. A giudicare infatti dalla risposta a tutto petto giunta ieri dal cda dell’ente cassa faetano che ha parlato anche di disinformazione, sembrerebbe presto per parlare di ‘rassegnazione’. E tuttavia i ben informati parlano di un comitato per il no alla fusione che da domenica alle 14 considera chiuso il rapporto con Kpmg. “Le decisioni di eventuali integrazioni con Carisp – spiegano – non hanno futuro. Il gruppo no fusione a nome della maggioranza ha comunicato che eventuali operazioni di sistema si faranno solo ed esclusivamente con le banche sane del territorio. Nel frattempo si sta lavorando perché a Bsm giunga il messaggio tramite l’Ente che andrà rivisto il piano industriale dell’azienda in modo da renderlo più attinente all’attività del Paese e che dovrà spingere per il memorandum con le autorità italiane”. Per quanto riguarda la governance dell’ente il comitato è stato categorico nel dire che il cda non è più rappresentativo della maggioranza dei soci dell’ente. Su tutta l’operazione pesa il fatto che il comitato sia giunto alla conclusione che l’ente non era in grado di fare il controllo sulla banca e che di conseguenza non avrebbe esercitato il diritto di proprietà. Dura anche la risposta del comitato alle presunte pressioni che sarebbero state fatte circolare in questi giorni. “Non accettabili le pressioni di qualche potente per ricapitalizzare le banche sane”.
Dal canto suo il segretario alle finanze Eva Guidi non nasconde il proprio dispiacere perché in quel percorso il governo aveva creduto. Poi parlando ai microfoni di Rtv “Nell’ipotesi di fusione pensavamo ad una Cassa di Risparmio ricapitalizzata. L’operazione sarebbe stata quindi fatta con una banca dello Stato risanata, con l’obiettivo di creare un’impresa bancaria con maggiore peso e dimensioni, e quindi più forza per fare fronte alle sfide future una volta firmato il memorandum con Bankitalia”. L’augurio del governo è quello che se ne possa riparlare. Restano infine sul tavolo i problemi di Cassa di Risparmio e per il governo la certezza è che la banca dello Stato ha bisogno di risorse e va finanziata subito. In mancanza di riserve liquide, emettendo Bond. Sul lato dei costi si sta ragionando su come ridurre spese e filiali.
Repubblica Sm