Rinviate a giudizio per i reati di estorsione continuata in concorso, ovvero in subordine violenza privata continuata in concorso ed atti persecutori continuati in concorso sia la ”caporale” che la sua ”aiutante”
Si legge, dal dispositivo di rinvio giudizio firmato dal Commissario della Legge Roberto Battaglino, che le due sono state rinviate a giudizio perchè la ”Caporale” con la collaborazione della ”Aiutante” (che, quale braccio destro della ”Caporale”, si avvantaggiava del sistema posto in essere da essa quantomeno in termini di maggiori ore lavorate rispetto alle altre badanti, partecipava alla gestione clandestina del lavoro delle badanti, partecipava alla gestione clandestina del lavoro delle badanti all’interno dell’Ospedale, minacciava le assistenti non allineate, soprattutto tenendo le condotte di cui alle successive lettere ”b” e ”c”), con piu’ azioni collegate tra loro da un unitario disegno criminoso, usavano ripetute minacce e intimidazioni nei confronti di un gran numero di operatrici non sanitarie presso l’Ospedale di Stato (…) relativamente all’assunzione di incarichi di assistenza, specialmente nei reparti di geriatria, medicina e ortopedia.
Tali minacce – scrive ancora Battaglino – e intimidazioni, poste in essere allo scopo di costringere le badanti al sistema imposto dalla ”Caporale”, con il concorso della ”Aiutante”, e di impedire a quelle reticenti di ottenere incarichi e se ne avevano ottenuto uno, a dimettersi (per paura che potesse succedere qualcosa ai loro pazienti e le stesse venissero per questo ingiustamente incolpate), consistevano:
a) nel paventare alle assistenti sanitarie che prestavano servizio in Ospedale, la perdita e/o l’inaccessibilità del lavoro tramite la sottrazione dei contatti con i familiari dei degenti e l’utenza, costituenti la fonte dei suddetti incarichi (es. ad esempio nel caso di xxxxx). La domanda di lavoro, effettuata dai familiari dei degenti e dai degenti stessi, era di fatto monopolizzata dalla ”Caporale” che si avvaleva di un sistema ben oliato di connivenze con:
(1) la ”dipendente dell’ISS” in taluni casi indirizzava i richiedenti dalla ”Caporale” esprimendo parere negativo circa le operatrici reperite in proprio dagli stessi e, in altri casi, nel 2017, si intrometteva per far cessare il rapporto di xxxx – una operatrice non gradita alla ”Caporale” – con il suo assistito xxxxx invocando strumentalmente ed indebitamente (appartenendo tale compito all’Ufficio del Lavoro) il limite delle giornate lavorative annuali, quando, in altri casi, e proprio alla ”Caporale” nulla eccepiva;
(2) operatori sanitari non identificati, anche al Pronto Soccorso, i quali a fronte di regalie ricevute da D. (paste, pizzette e panettoni), la avvisavano dell’arrivo di soggetti che necessitavano assistenza;
b) nel minacciare le badanti di rivolgersi ai familiari dei degenti che si avvalevano o che si sarebbero potuti avvalere dei loro servizi, accusandole falsamente di inettitudine e/o di essere dedite a condotte illecite, al fine di costringerle a piegarsi al sistema imposto dalla ”Caporale” e dalla ”Aiutante”. In particolare le prevenute minacciavano di riferire ai congiunti dei pazienti ricoverati in Ospedale che l’assistente presa di mira era una “delinquente”; “ruba i vestiti”; “si comporta male durante il servizio”; “non è capace di lavorare”; “somministra delle medicine ai pazienti per farli dormire” (è il caso, tra le altre, di xxxxxxx); (….)
… continua
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