San Marino. Caso Titoli”. Dai fascicoli giudiziari spunta la prova che Confuorti aveva rapporti con Savorelli già anni prima della nomina di quest’ultimo alla direzione di Bcsm… Altra tegola sul governo AdessoSm di RF, SSD e Civico10 … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Il finanziere lucano Francesco Confuorti e l’ex direttore generale di Banca Centrale della Repubblica di San Marino Lorenzo Savorelli si conoscevano “almeno dall’anno 2007. La prova di ciò è stata prodotta dalla stessa Bcsm ed è agli atti del procedimento giudiziario 500/2017, il famoso “Caso Titoli”. Si tratta di un “Appunto per il Presidente del Coordinamento della Vigilanza” sottoscritto il 30 giugno 2020 da Milena Guidi e Maurizio Pappalardo, a quella data, rispettivamente, Responsabile e Vice Responsabile del Servizio Vigilanza Ispettiva.

Ma perchè, secondo l’accusa, questo documento rappresenta una sorta di “pistola fumante” sulla presenza di rapporti e di conoscenza fra il finanziere lucano e colui che, successivamente, divenne direttore di Banca Centrale, viene naturale, ora, chiedersi? La risposta, ovviamente, è nel documento…

Gli approfondimenti eseguiti sulla documentazione e sulle registrazioni conservate”, vi si legge, “hanno confermato l’esecuzione dell’ordine di pagamento, tramite Deutsche Bank AG, di euro 15.757,50 (comprensivi di euro 7,50 per le spese) in data 25 maggio 2007, con valuta 28 maggio 2007, ordinato da Francesco Confuorti con beneficiario Lorenzo Savorelli” sul conto “aperto “presso Credit Suisse”.

Seppure dai documenti disponibili “non sia possibile identificare la natura e la causa del pagamento”, “la citata operatività -concludono gli estensori del documento- dimostra, tra l’altro, che la conoscenza tra Francesco Confuorti e Lorenzo Savorelli risale almeno all’anno 2007”. E ciò, ovvero il fatto che i due si conoscessero da almeno una decina d’anni prima della nomina del secondo alla direzione di Bcsm, avvenuta il 16 marzo 2016 con la maggioranza che sosteneva il Governo AdessoSm (composto da Repubblica Futura, da Civico10 e dall’allora SSD), fa sospettare che Confuorti possa aver influenzato pesantemente anche quella scelta nel delicatissimo ruolo di governance del sistema finanziario e bancario sammarinese.

Del resto, precise ed eloquenti email intercorse fra l’allora Segretario di Stato alle Finanze del governo AdessoSm, Simone Celli, alimentano internamente alla maggioranza attuale il sospetto che Confuorti potesse essere una sorta di capo di quel governo. Un sospetto che, secondo l’attuale Segretario di Stato agli Affari Interni, Gian Nicola Berti, può essere quasi una certezza (leggi qui): “Confuorti era il capo del governo AdessoSm”. Nulla di logicamente insensato, quindi -ma non sta a me sentenziarlo (starebbe ad una Commissione consigliare di Inchiesta che però nessuno sembra davvero volere in Consiglio Grande e Generale)-, nel sospettare che il finanziere lucano possa aver -per usare un termine a cui è ricorso lo stesso Berti- “eterodiretto” anche la nomina dei vertici della massima governance istituzionale in materia bancaria e finanziaria. Quella stessa governance Grais-Savorelli che sembra aver letteralmente devastato il sistema bancario sammarinese, arrivando -e qui mi riferisco a precise accuse rilascaite dal banco dei testimoni sia da Giuseppe Morganti (Libera) che dal Segretario di Stato alle Finanze, Marco Gatti (Pdcs)- addirittura, dopo aver liquidato Asset Bank, a minacciare la sopravvivenza di Cassa di Risparmio.

Ma torniamo al documento in questione. A destare perplessità sono anche le modalità con cui questo bonifico è stato effettuato. Una modalità che lascia presupporre la possibilità di un intento di occultamento dei dettagli dell’operazione, del trasferimento finanziario da 15mila euro e passa fra i due personaggio oggi, insieme, imputati nel processo denominato “Caso Titoli”.

Risulta evidente -rilevano Pappalardo e la Guidi- l’anomalia relativa al pagamento, che avrebbe potuto essere direttamente effettuato con addebito sul conto estero intestato a Francesco Confuorti presso la Banca Partner, sul quale risulta invece registrata un’operazione di prelevamento contante”.  Un’operazione, il prelevamento del contante e il non diretto addebito sul conto dell’importo del bonifico, letto come un tentativo di rendere difficoltosa la tracciabilità dell’operazione. Ma questo aspetto ha ben poca rilevanza in questo procedimento dove, invece, il poter dimostrare una conoscenza fra i due risalente ad un decennio prima della nomina di Savorelli, potrebbe rappresentare un indizio determinante nel processo, nonché nel ruolo “politico occulto” di “eterodirezione” del governo AdessoSm e della maggioranza RF-C10-SSD che il finanziere lucano avrebbe avuto secondo le conclusioni di Berti.

Con il passare delle udienze e l’emergere di autorevoli deposizioni nonché di eloquenti atti che compongono i diversi fascicoli giudiziari, aumentano sempre più -al di là di aspetti prettamente penali riconducibili agli imputati- le ombre che offuscano l’azione e la competenza del governo in carica dal 2016 al 2019, composto e retto da una maggioranza a guida Repubblica Futura e Sinistra Socialista Democratica, oggi in larga misura confluita in Libera. Una, a mio parere nella migliore delle ipotesi, colpevole distrazione di chi “smanettava” all’epoca nella “stanza dei bottoni”, che ha determinato -attraverso l’occupazione di posti chiave da parte della ormai famosa “Cricca”- un danno enorme sia in termini economici che di diritto (non dimentichiamo gli indizi che collegano il “padre” di quei processi che hanno spazzato via una intera generazione politica, il Commissario Alberto Buriani) che in termini economici e di solidità del sistema bancario. Danni, forse, nel loro complesso, non quantificabili ma che tutti i sammarinesi stano tutt’ora pagando sulla propria “pelle”.

Un danno -dicevo- forse non quantificabile nel suo complesso, ma che di certo San Marino non potrebbe sopportare se si verificasse una seconda volta dopo il voto del prossimo 9 giugno.

Enrico Lazzari