
E’ nel suo momento clou, sul Titano, il processo denominato “Caso Titoli”, che vede alla sbarra i vertici di Banca Cis, unitamente ai vertici dell’epoca di Banca Centrale della Repubblica di San Marino e della relativa Vigilanza, nonché al finanziere italiano Francesco Confuorti.
Ma quanti sammarinesi conoscono nel dettaglio questo procedimento che, comunque, seguono con grande attenzione? Pochi… Del resto, la vicenda è -al momento-, come dire, “work in progress” e la non immediatezza del susseguirsi delle notizie diffuse nella fase istruttoria con quelle delle attuali udienze dibattimentali rende il “caso” fumoso e talvolta incomprensibile al sammarinese -diciamo- comune.
Proviamo, quindi, a ripercorrere “tutto d’un fiato” (giorno dopo giorno) l’intera vicenda, così da permettere a chiunque lo voglia di comprendere appieno sia ogni sfumatura del caso alla base dell’indagine giudiziaria, sia l’evolversi della situazione nelle udienze fino ad ora realizzate e il ruolo (attivo, passivo, compiacente, distratto o di eventuale complicità) che potrebbero avere avuto alcune precise componenti politiche o di governo dell’epoca, ovvero il 2017, primo anno di legislatura per la coalizione AdessoSm, incentrata sul patto fra Repubblica Futura e Sinistra Socialista Democratica.
Il “Caso Titoli” è stato ampiamente trattato, negli anni e con coraggio e non poche difficoltà (ad esempio, leggi qui), da GiornaleSM e da Marco Severini.
Ci sono fiumi di interventi, commenti e notizie sulle pagine elettroniche di questo sito, unico che ha trattato in maniera precisa e puntuale quanto stava avvenendo sin dall’inizio cioè dall’Ordinanza Morsiani.
Ma, come detto, per il “lettore” non è immediato ricomporre questo complesso puzzle, riunire i tanti “puntini” fissati dalla vicenda negli anni. Nel momento “clou” del processo ci sembra il caso di farlo con il fine di rendere di facile e istantanea comprensione a tutti la grande portata di questo procedimento giudiziario, che, poi, nel concreto, oggi riunisce in un unico processo ben quattro diversi fascicoli di indagine e -come rilevato addirittura dall’autorevole IlSole24Ore– sembra arrivare ad intrecciarsi -in una visione più ampia e inquietante dei fatti complessivi del periodo- con l’azione giudiziaria che, il 14 aprile 2023, ha portato alla condanna in primo grado a 5 anni e 10 mesi per “truffa aggravata” del Direttore generale di Banca Cis, Daniele Guidi, ai danni dei Fondi Pensione per un danno, come richiesto dalla Procura del Fisco, quantificato in circa 76 milioni di euro; nonché sul procedimento 673/2020, basato sul “sospetto” che il commissariamento e la liquidazione di Asset Bank fossero “forzati” e funzionali a favorire Banca Cis, di cui l’istituto liquidato era uno dei massimi “competitor”.
Ma non solo. In questa visione “globale”, il tutto sembra più o meno direttamente collegato anche con le tre indagini incentrate sull’operato del Commissario della Legge Alberto Buriani, già condannato in primo grado per “tentata concussione”, “rivelazione dei segreti di ufficio” e “abuso di autorità” per una indagine aperta ai danni dei nuovi vertici di Banca Centrale nel momento chiave per il passaggio -poi naufragato dall’irremovibile intransigenza degli attuali dirigenti di Bcsm- delle quote del Cis alla finanziaria lussemburghese Stratos.
“Ai giudici del Titano -si leggeva già il 10 aprile dello scorso anno sull’autorevole giornale italiano- toccherà pure l’ingrato compito di stabilire se il commissario della legge Alberto Buriani, si sia effettivamente macchiato dei reati per i quali è stato rinviato a giudizio in tre distinti procedimenti penali” incentrati su ipotesi di reato “quali omissione di atti d’ufficio, abuso aggravato di autorità e interesse privato in atti d’ufficio. Il tutto avvantaggiando, di nuovo, il Cis”. Una prima sentenza, non definitiva, di colpevolezza è nel frattempo arrivata (leggi qui), a rafforzare la tesi che in quegli anni, sul Titano, si affermò un potente gruppo di potere capace di influire fortemente sia in ambito finanziario che politico e -ciò rende il tutto più inquietante- anche giudiziario…
Ma toniamo al tema. Quando parliamo di Processo 500/2017, quando parliamo di “Caso Titoli” in realtà ci riferiamo ad un processo che vede riuniti quattro diversi fascicoli chiusi -oltre che con l’archiviazione per alcuni capi di imputazione- con il rinvio a giudizio degli indagati:
– 500/2017 suscitato da un esposto presentato al Tribunale dal Collegio Sindacale di Bcsm una decina di giorni dopo la “cacciata” di Lorenzo Savorelli avvenuta a fine agosto 2017 e incentrato sull’acquisto, da parte di Bcsm, di Collateral Debt Obligation (titoli obbligazionari con a garanzia debiti di potenzialmente molteplici soggetti, pertanto, come tali, dal rischio estremamente difficile da quantificare) per oltre 43 milioni di euro a vantaggio della lussemburghese Advantage Financial riconducibile a Francesco Confuorti
– 504/2017, incentrato sugli stessi fatti ma aperto su esposto di Daniele Bernardi, all’epoca Vice Direttore Generale di Bcsm.
– 505/2017 incentrato sugli stessi fatti, ma aperto su esposto presentato da Francesco Mancini, membro del Consiglio Direttivo di Bcsm.
– 626/2021 incentrato su presunte pressioni del finanziere lucano Francesco Confuorti sui vertici della Banca Centrale dell’epoca (2017).
Un filone, quest’ultimo -al contrario dei primi tre, ben conosciuti un po’ da tutti- che presenta, almeno negli atti di “accusa”, aspetti quanto mai inquietanti sull’influenza che lo stesso Confuorti possa aver avuto addirittura sul varo di tre decreti del Governo AdessoSm, precisamente il n.78, il n. 79 e il n.80 del 2017 finalizzati a introdurre “Misure urgenti a sostegno del Sistema bancario”.
“A titolo esemplificativo del grado di interazione -ha scritto il Commissario della Legge Simon Luca Morsiani– va considerato il messaggio del 7 luglio 2017, nel quale Siotto e Mirella Sommella discutono di aggiustamenti normativi necessari a compiere non meglio specificate operazioni; a riscontro, un messaggio proveniente dall’indirizzo *@adfinancial.net indica espressamente: ‘Questo invece è il secondo decreto per le misure urgenti a supporto del sistema. Con osservazioni e proposte di modifica. Al Terzo quello più problematico, perchè proprio relativo ad operazione Asset-Carisp ci stanno lavorando i miei tecnici ed entro stanotte spero di avere qualche proposta concreta da mettere a disposizione per il CCR di omani e non appena le avrò ve le girerò’”
Se già da altri atti è forte il sospetto che il finanziere Confuorti influenzasse pesantemente almeno alcuni atti dell’allora Segretario di Stato alle Finanze Simone Celli (leggi qui), fu il medesimo Confuorti anche a scrivere -o far scrivere da tecnici della a lui riconducibile finanziaria- quei tre decreti poi varati dal Governo AdessoSm? Secondo il Pm Morsiani parrebbe di sì…
Ma i risvolti sconvolgenti, negli atti del “Caso Titoli”, sono anche altri… E altrettanto sconvolgenti! (continua…)
Enrico Lazzari