Il turismo a San Marino è sempre stata una voce economicamente rilevante. Da anni, troppi, questo settore, portatore di ricchezza nel nostro Paese, si sta inesorabilmente sgretolando.
I primi gridi di allarme furono lanciati 12 anni fa, ma furono ignorati da tutti: i politici, che avevano sempre altro di cui parlare, e gli operatori, sempre più impegnati a guardare il proprio orticello, magari al riparo di qualche storica e gloriosa sigla di categoria.
In mezzo alla traversata di questo deserto, a tirar su il morale, ci sono stati i periodici, trionfalistici e fantasiosi comunicati sui flussi messi in campo dalle varie segreterie di Stato competenti e dall’Uffcio del Turismo nel corso degli anni, che però non trovavano riscontro nella realtà dei fatti.
Invece la realtà è che dal 1995 ad oggi, come ho più volte denunciato, San Marino ha perso circa il 40% dei suoi visitatori e da 3.500.000 presenze annue si è passati alle attuali 1.936.000. Il resto sono solo chiacchiere e le chiacchiere stanno a zero.
Ora pare che qualcuno si stia svegliando. Meglio tardi che mai. Ma non basta mugugnare, ci vogliono proposte concrete. Dove sono? Non ne vedo.
Allora, tanto per cominciare la si smetta con lo sperperio di soldi pubblici per manifestazioni inutili o clientelari e si investano quei denari per riportare il turismo sammarinese ai fasti di un tempo.
Augusto Casali
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