San Marino. Che cosa c’è dietro la richiesta di aspettativa del Giudice Morsiani? … di Marco Severini

Prof. Morsiani – giudice di primo grado penale a San Marino

La sorprendente richiesta di aspettativa del Prof. Morsiani, attualmente in servizio presso il Tribunale di San Marino come giudice di primo grado, ha lasciato molti interdetti inclusi gli addetti ai lavori. Molti, con un pizzico di malizia, suggeriscono che dietro questa richiesta possa celarsi una disputa con l’attuale dirigente del Tribunale, il dottor Giovanni Canzio.

Nonostante queste voci, la verità dietro tale situazione è più complessa di quanto si possa pensare.

È improbabile che il motivo principale sia una controversia con Canzio, come sostenuto da alcuni. Secondo quanto riferito da fonti ben informate, Canzio potrebbe essere semplicemente stanco dell’enorme mole di lavoro accumulata nelle motivazioni delle sentenze. Ma cosa significa questo esattamente?

Per spiegarlo in termini comprensibili a tutti, è necessario comprendere che, oltre a emettere una sentenza di colpevolezza o assoluzione in un processo penale, il giudice deve anche motivare la propria decisione in modo dettagliato entro un termine di cinque mesi a partire dalla data della sentenza. Benché questo termine non sia strettamente perentorio, e questo a mio avviso è oltremodo errato ed ingiusto, superarlo potrebbe comportare importanti sanzioni disciplinari.

È improbabile che i quattro mesi di aspettativa richiesti dal dottor Morsiani siano una sanzione deliberata inflitta da Canzio. Al contrario, è più probabile che, spinto dalle circostanze – ma sottolineiamo che siamo ancora nel campo delle ipotesi – Morsiani abbia optato per un periodo di aspettativa non retribuita (?) al fine di finalmente redigere tutte queste motivazioni. Si dice che queste motivazioni siano più di cento, addirittura alcune fonti ne parlano come di centocinquanta, da completare in soli quattro mesi. Quindi, in pratica, si tratterebbe di emettere più di una sentenza ogni giorno lavorativo: una sfida titanica.

Ma la domanda che sorge spontanea è la seguente: che cosa accadrebbe se il professore Morsiani non riuscisse a completare tutte queste motivazioni nei tempi previsti? Le motivazioni rivestono un’importanza cruciale poiché consentono a chi è stato condannato o chi ha un interesse legittimo di presentare opposizione entro un termine di trenta giorni dalla ricezione della motivazione. Però se queste motivazioni non vengono mai presentate, esiste il rischio concreto che la prescrizione possa intervenire prima che sia possibile opporsi alla sentenza.

Questa situazione non è del tutto nuova, ed è già accaduto che tempo fa numerose denunce penali siano prescritte, molte delle quali erano di competenza di Morsiani quando era giudice inquirente. La preoccupazione principale è che, a causa di questa aspettativa, si possa ritardare ulteriormente l’ottenimento della giustizia.

Ecco il vero pericolo: una possibile negazione di giustizia.

La grande incognita è ora se la Corte di Strasburgo interverrà, come già avvenuto in alcuni casi di denunce penali prescritte per inattività del giudice inquirente?

Marco Severini