Fa piacere vedere in aula il capogruppo di Civico10 Matteo Ciacci che senza mai entrare nel merito di alcuna questione agita le mani con leggerezza dicendo di averle libere. Quanti come il giovane Ciacci possono dirsi altrettanto liberi? Il fatto è che a parole lo sono e lo sono stati tutti. Quel che conta, arrivati a questo punto, non sono più le parole ma sono i fatti. E questo dovrebbe essere in grado di capirlo anche il pur giovane Ciacci, sebbene in due anni si sia lasciato passare sotto il naso davvero di tutto. Continuare imperterriti a dire soltanto di avere le mani libere senza mai aggiungere altro o fare azioni che comprovino quanto sostenuto fa venire l’orticaria. Dice Ciacci che non tutto è perduto e che saranno gli elettori a decidere. Ci auguriamo che questo possa avvenire presto perché nel frattempo, mentre il Paese è immobile, con le riforme in sospeso delle quali nessuno parla nemmeno più, si continuano a gettare scialuppe. Ne ha parlato in consiglio grande e generale il consigliere di Rete Roberto Ciavatta che per l’ennesima volta si è appellato ai consiglieri di maggioranza dopo aver individuato ancora scialuppe pronte a partire per il salvataggio di coloro che hanno ridotto il Paese nello Stato in cui versa. Si parla ora, ne ha parlato anche il consigliere Ciacci, di spossessare i proprietari di banca Cis. Tuttavia anche di recente sarebbero state fatte nomine che nel pubblico interesse andrebbero appronfondite. Lo ha accennato in un suo intervento sul Polo del Lusso sempre il consigliere di Rete Roberto Ciavatta parlando della nomina ad ambasciatore della figlia di una delle proprietarie della banca. Una recente nomina – senza voler violare la privacy di nessuno – è quella della signora Chiara Taddei che è divenuta ambasciatore non residente della Repubblica di San Marino in India. Chiara Taddei – a meno che non si tratti di un caso di omonimia – può facilmente essere associata a banca Cis nella sua qualità – legittima – di avvocato di Daniele Guidi e di quello che dalle carte giudiziarie emergerebbe essere un grande debitore del sistema, l’egiziano Ashraf. Da rimarcare il fatto che prima che Ashraf e Turki cominciassero a denunciarsi fra loro l’avvocato Chiara Taddei vantasse – legittimamente, lo ribadiamo – entrambi gli imprenditori tra i propri clienti
