Il consigliere di Ap Enrico Carattoni intervenendo nel dibattito sul comma dedicato alla giustizia ha sfidato i consiglieri di Rete a uscire allo scoperto: “Riconosco – ha detto – al consigliere Tonnini il coraggio di parlare apertamente di Confuorti e a questo punto la invito a fare anche il nome del magistrato cui verranno attribuite le funzioni di vice del dirigente. Quello che se non sbaglio venne definito dal consigliere di Md Federico Pedini Amati, ‘giudice non elevato al grado di eroe’. Se c’è il coraggio si faccia questo nome”. Gli ha risposto il consigliere di Rete Ciavatta che per primo in aula ha fatto il nome di Confuorti rintracciandone i collegamenti nella fondazione Tatarella di cui Guzzetta fa parte. “Certo che abbiamo paura, ha detto. Specie in queste condizioni e con quello che è stato fatto sulla giustizia. Con le compromissioni. Noi non possiamo andare in un altro Tribunale, non ce ne sono altri come in Italia, ne abbiamo uno, unico. Carattoni chiede se abbiamo paura? Dovrebbe farsi piuttosto delle domande sui nomi che abbiamo fatto e invece si va avanti come nulla fosse”. Per il consigliere del Psd Iro Belluzzi la strategia sul Tribunale sarebbe proprio quella di creare il caos, una strategia che affonderebbe le radici al momento dell’apertura di un procedimento con rivelazioni di commistioni, tra politica, Bcsm e sistema economico. Anche per il consigliere del Pdcs Francesco Mussoni si starebbe replicando il caos già proposto in altri settori. A ribadire la pericolosità degli emendamenti portati in aula consiliare con un blitz è stato il consigliere di Rete Elena Tonnini: “A cosa servono questi emendamenti? Zavoli e Zanotti hanno detto che non ci si può perdere dietro la forma. Questo ricorda tanto Mazzeo quando favorì Guidi e Grandoni dicendo che in Bcsm non è importante rispettare le regole importante è essere operativi. Quel comportamento ha fatto sì che si creassero dei mostri, che dal nostro sistema uscisse 1 miliardo di euro”.
Repubblica Sm